L'effetto Stauffenberg sulla memoria dei tedeschi

Una nuova biografia del colonnello ne rivede criticamente la figura contestando l'opposizione al nazismo all'esecutore dell'attentato a Hitler a 75 anni dal 20 luglio 1944. Lo difende la nipote: fece una scelta morale.

"La famiglia del traditore sarà sradicata fino all'ultimo membro", urlò tra gli applausi Himmler.

 «Non guardare dall'altra parte se hai di fronte l'ingiustizia.
Ma a volte svelo il mio sentimento che dice "tiè, Hitler, beccati questa".
Non sono riusciti a cancellare la famiglia Stauffenberg: cinque figli, dodici nipoti, 25 pronipoti». 

Konstanze von Schulthess

Wolfsschanze Gierloz PolandSono passati 75 anni dalla bomba nella Tana del Lupo. A 75 anni dal 20 luglio 1944 una nuova biografia di Claus Schenk Graf von Stauffenberg ne rivede criticamente la figura, solleva dubbi sul congiurato: era un ex nazista, non fu mai democratico. È di Thomas Karlauf e contraddice con la sua opera biografica «Stauffenberg. Porträt eines Attentäters» altri autorevoli colleghi: Joachim Kramarz, Christian Müller e Peter Hoffmann, ma non solo. 

Nei primi anni Cinquanta mentre gli ex nazisti facevano carriera. Dei congiurati del 20 luglio si parlava ancora come di traditori pagati dagli stranieri. Poi cambiò il vento. Nel 1952 il tribunale di Braunschweig dichiarò la legittimità morale ed etica della Resistenza; per la prima volta i congiurati furono assolti dall'accusa d'alto tradimento. Ernst Reuter, borgomastro di Berlino, e il presidente Theodor Heuss, si dichiararono in loro favore.

Improvvisamente Stauffenberg divenne positivo per i tedeschi. La Resistenza cominciò a funzionare contro la tesi della colpa collettiva.

Ma si dovette arrivare al 1983, alla"svolta morale" di Kohl, perchè i tedeschi prendessero coscienza che la loro storia era gravata da pesanti omissioni. 

 Dunque nella lettura non sfuggono i tentativi retorici, le citazioni, il revisionismo presenti in questa recente biografia.

È la stessa nipote Sophie Freifrau von Bechtolsheim, che " ci apre gli occhi ". Quando in un lungo articolo su «Die Zeit» contesta a Karlauf metodologia, interpretazione delle fonti e un uso spregiudicato e selettivo delle citazioni.
E soprattutto attacca la tesi di fondo dell’autore: «Uccidere un tiranno non può essere altro che un atto di coscienza».
Concede che le idee del suo avo non coincidano con quelle di un democratico odierno, ma questo non autorizza Karlauf a negare che i congiurati del 20 luglio agissero mossi da impulso morale. Quello dell’operazione Valchiria, secondo la storica, è un processo individuale e solitario, che porta ognuno dei protagonisti, tutti con retroterra culturali e idee di società affatto diverse, a una decisione comune. E comunque, aggiunge con una legittima punta di veleno, «il primo a negare che i congiurati agissero per ragioni di coscienza fu niente di meno che Hitler in persona, quando dopo il 20 luglio parlò di una “piccola cricca di ufficiali ambiziosi e incoscienti”».
Questa, conclude von Bechtolsheim, non è una questione di famiglia:
«Se non contestassimo le tesi di Karlauf, mineremmo l’eredità che il 20 luglio 1944 ci ha lasciato».

 

L'attentato che il colonnello Stauffenberg esegue contro Hitler, sfortunatamente rivelatosi poi un fallimento. 
La Storia Siamo Noi conduce Gianni Minoli con - Cristoph Von Tresckow.

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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

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