A proposito di linguacce, qualcuna rende
Quella dei Rolling Stones In cinquant'anni è diventata il simbolo non solo della band ma di un intero genere musicale. L'autore John Pasche che all'epoca aveva 24 anni Intervistato di recente dal New York Times, Pasche ha detto che il suo disegno voleva essere un simbolo di protesta: il fatto che il gesto dei ragazzini che mostrano la lingua fosse universale fu la principale ragione per cui pensò che avrebbe funzionato. Il logo piacque immediatamente a Jagger e agli altri componenti della band e il lavoro gli fu pagato 50 sterline, come da accordi. Secondo Samuel O’Toole, un avvocato londinese esperto di proprietà intellettuale, il valore del logo oggi ammonta a centinaia di milioni di sterline.
Nei primi mesi del 1970 un rappresentante dei Rolling Stones contattò il Royal College of Art di Londra per chiedere che scegliesse uno studente a cui affidare la realizzazione della locandina del tour europeo che la band avrebbe fatto quell’anno.Quel secondo lavoro sarebbe diventato famosissimo in tutto il mondo.
Il disegno – diventato famosissimo e iconico in tutto il mondo – è noto anche come “The tongue and lip design” o “The hot lips”, e negli ultimi cinquant’anni è diventato una sorta di simbolo del rock and roll.
Intervistato di recente dal New York Times, Pasche ha detto che il suo disegno voleva essere un simbolo di protesta: il fatto che il gesto dei ragazzini che mostrano la lingua fosse universale fu la principale ragione per cui pensò che avrebbe funzionato. Pasche ha anche detto che nonostante quanto si creda, le labbra che disegnò non erano ispirate alle labbra di Mick Jagger, almeno non consapevolmente.
Il fatto che Andy Warhol — allora già molto famoso — avesse curato la copertina del disco portò molti a pensare che anche il logo fosse opera sua. Blake Gopnik, autore della biografia Warhol: A Life as Art, ha detto al New York Times: «Warhol era come una gigantesca calamita culturale: ogni cosa gli si attaccava. E lui non faceva nessuno sforzo per chiarire le cose. Preferiva la confusione alla chiarezza e l’idea che quel logo venisse attribuito a lui era una cosa che avrebbe potuto certamente incoraggiare».
Pasche ha detto al New York Times che se fosse andata diversamente oggi forse vivrebbe in un castello. Secondo Samuel O’Toole, un avvocato londinese esperto di proprietà intellettuale, il valore del logo oggi ammonta a centinaia di milioni di sterline.

