Cara Mamma, ad un'immigrata digitale come te potrebbe esserti sfuggita questa notiziona, sull'eguaglianza di genere che ti sta a cuore e che farà trasalire di gioia tutte le donne.
In Arabia Saudita d'ora in avanti non sarà più possibile per gli uomini divorziare ad insaputa delle mogli.
Proprio così questa pratica era molto diffusa nel regno arabo, ma da oggi i tribunali saranno tenuti ad informare le donne sulle sentenze di separazione che le riguardano attraverso l'invio di un sms sui loro cellulari. L'sms conterrà un solo dato, il numero della pratica di loro interesse. Un nuovo grande passo verso la liberazione che segue: il permesso di guidare l'automobile e quello di andare da sole allo stadio la così detta "curva dell'amica". Già cominciano ad apparie anche le sale e multisale, in riapertura a partire dal 2018 dopo un proibizionismo che durava da 36 anni, quando il trentatrenne figlio di re Salman e nipote del fondatore Abdulaziz non era neppure nato.
Vedremo presto come Mohammed bin Salman risolverà i casi di saudite che hanno continuato a vivere con i loro ex mariti non sapendo che questi avevano chiesto ed ottenuto il divorzio. Né ci è dato di sapere se tutte le donne sposate possiedono un cellulare.
Ti sembrerà strano ma la misura, arriva proprio nel bel mezzo delle polemiche sull'opportunità di disputare la partita di Supercoppa Juventus-Milan del 16 gennaio a Gedda, e rientra nel processo di riforme avviato dal principe ereditario Mohammed bin Salman.
È forse un' altra promessa esaudita da Mohammed bin Salman e so per certo che presto anche le donne potranno sposarsi e chiedere il passaporto, anche senza il permesso del loro «guardiano», ovviamente uomo. Ma chi è Mohammed bin Salman ?
Mohammed bin Salman
Nato il 31 agosto 1985 è il millennial più potente del mondo e si chiama Mohammed bin Salman bin Abdulaziz al Saud, in arabo محمد بن سلمان بن عبد العزيز آل سعود. c
he qui (e abbiamo certezza che non ce ne vorrà) semplificheremo in, MbS. Perchè dovrebbe?
In poco più di due anni si è preso l’Arabia Saudita.
Ma per noi MbS è il "distillato magico" di quello che rimane un sogno per le major del mondo dei serial televisivi e cinematografici, la sua è una sceneggiatura ed ha un titolo che è "Vision 2030".
Racconterà un futuro di indipendenza economica dal petrolio e di abbandono delle rigidità più obsolete imposte dall’integralismo wahhabita.
La prima puntata di Vision 2030 è andata in onda sabato 4 novembre 2017.
Con un intreccio da vero maestro di film d’azione, la capitale Riad è diventata la location per una retata anticorruzione con scarsi precedenti nella storia dei colpi di palazzo.
Oltre duecento fra aristocratici, ministri, ex ministri e businessmen, sono stati messi agli arresti con accuse che includono la corruzione, il riciclaggio e l’estorsione. Data la segretezza che per tradizione circonda i protagonisti del potere saudita, è difficile compredere le dimensioni dello shock. L’hotel cinque stelle lusso Carlton-Ritz di Riad, che pochi giorni prima aveva ospitato i vip della “Davos nel deserto”, è diventato la prigione dorata per undici principi del sangue, tra i quali il comandante della Guardia nazionale, e per tre fra i dieci uomini più ricchi dell’intero mondo arabo.
Ma non solo, nella trama dell'episodio, altri eventi movimentano il racconto e ci fanno ben sperare per le prossime puntate.
- Ecco il missile terra terra lanciato su Riad dalla frontiera yemenita, qui da tre anni si azzuffano in guerra i sauditi e i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran. Fortunatamete il missile sarebbe stato abbattuto lungo la sua rotta di circa mille chilometri da un Patriot.
- Il primo ministro libanese
Saad Hariri si è dimesso dopo essere stato trattenuto alcuni giorni dai servizi di sicurezza sauditi. Riuscito a rimpatriare, Hariri ha riassunto la guida del governo che già costò la vita al padre Rafik, imprenditore e premier ucciso da un’autobomba nel 2005. E qui si scopre con stupore che
MbS è esplicitamente scontento di come il premier di Beirut, espressione dei sunniti, stia guidando una coalizione di larghe intese dove il partito sciita filoiraniano di Hezbollah avrebbe troppa voce in capitolo.
Ritz Carlton, Riyadh cinque stelle lusso
Bisogna riconoscere a MbS, che era stato chiaro ed aveva anticipato al modo intero la "premiere" di "Vision 2030" con un annucio ufficiale in giugno, ma nessuno se lo è "filato", soprattutto gli intoccabili che non riuscivano a credere fino in fondo alla minaccia. Per questo deve comunque essersela presa ...
E così contro la corruzione, il re saudita ha ordinato l'arresto di oltre 500 persone, tra cui membri della famiglia reale dei Sauditi.
Ma i prigionieri regali, non hanno subito l'onta di spaventose segrete. Come da copione la loro prigione è una proprietà di lusso che la maggior parte degli umani non può sognare di visitare nemmeno con i risparmi di una vita.
È stato infatti il Ritz-Carlton Hotel a Riyadh, il favorito dai più ricchi del mondo, ad essere trasformato in pochi secondi in una prigione per la famiglia reale, accusata nelle indagini in corso. Non male la sceneggiatura, visto che l'hotel è da sempre considerato una seconda casa della famiglia reale e, grazie a questo, il luogo in cui la maggior parte dei principi erano stati arrestati. C'è anche un video tremolante che li mostra, come persone distese su tappetini dai colori vivaci e con motivi floreali, e sullo sfondo le guardie in uniforme scura.
Il procuratore generale del Paese, Sheikh Saud al-Mujeb, ha dichiarato, ai media locali ed internazionali, che i detenuti sono stati sottoposti a interrogatori approfonditi. Ha detto anche che le indagini sono state condotte in segreto per proteggere l'integrità delle procedure legali e per garantire che l'elevato status sociale dei detenuti non li esentasse dalla giustizia.
Per ora ai membri della famiglia reale in arresto è stato proibito di lasciare il paese, una svolta che ha suscitato paura e preoccupazione a persone abituate a vivere di privilegi e la libertà di lanciarsi a conquistare Parigi, Londra o New York con un semplice gesto.
Dei tre fra i dieci uomini più ricchi dell’intero mondo arabo il più noto e il più ricco è al Walid bin Talal bin Abdulaziz, ex socio della prima ora di Silvio Berlusconi in Mediaset, con un patrimonio stimato da Forbes in 16,9 miliardi di dollari. Con lui, in arresto ci sono Mohammed al Amoudi (9,9 miliardi di dollari) e Saleh Kamel del gruppo bancario Al Baraka (3,3 miliardi). Non certamente ricco quanto i primi ma con un nome noto troviamo Bakr bin Laden, fratello di Osama per parte del padre Mohammed, ex muratore diventato il costruttore di fiducia della monarchia fondata nel 1932.
Dicerie, solo dicerie
Vale la pena aggiungere che la critica in alcuni casi è stata impietosa. “L'obiettivo degli arresti è combattere la corruzione”, ma al solito alcuni osservatori/caluniatori raccontano come falsa sia questa dichiarazione e l'azione come repressione e parte del consolidamento del potere da parte del giovane principe ereditario, Mohammed bin Salman.
- La guerra lampo di MbS ha qualche parentela con il metodo applicato in passato da Vladimir Putin: uso della leva giudiziaria per togliere le imprese strategiche dal controllo degli oligarchi e riportarle nelle mani dello Stato.
- Qualcosa di simile sta accadendo nella Cina di Xi Jinping dove i miliardari comunisti come Wang Jianlin del gruppo Wanda Dahlian sono segnalati in gravi difficoltà per la campagna anti sprechi varata dal Partito.
Nelle suite del Ritz-Carlton la maggior parte degli imputati si è messa al tavolo della trattativa. Oltre agli uomini di MbS, gli avvocati difensori hanno davanti non meglio identificati “consulenti occidentali”, capaci di individuare gli investimenti dei plutocrati sauditi in ogni angolo del mondo.
Fra le transazioni chiuse sono state citate quella di Ibrahim al Assaf, ministro delle Finanze per vent’anni, e quella dell’uomo d’affari Saud al Duwaish (Saudi telecom).
Lo scarcerato più illustre è il principe Miteb, 65 anni, ex presidente della potente milizia saudita figlio di re Abdullah e cugino dello stesso MbS. Miteb è accusato, fra l’altro, di avere venduto a dieci volte il prezzo una fornitura di corpetti antiproiettile per la Guardia nazionale. Ha pagato oltre 1 miliardo di dollari.
Resta in albergo, per adesso, suo fratello Turki bin Abdullah, ex governatore di Riad e uomo forte delle forniture militari coinvolto in un caso di corruzione internazionale.
Fra gli ospiti dell’hotel c’è anche uno che gli hotel di solito li compra, al Walid. Per il fondatore di
Kingdom holdings, amico di
Steve Jobs e
Rupert Murdoch, azionista o ex azionista della catena alberghiera
Four seasons e di
Apple,
Microsoft,
Citigroup,
Netscape,
News Corp,
Eurodisney,
Twitter, la chiave per uscire dalla stanza a pensione completa è valutata fra 6 e 7 miliardi di dollari.
Al Walid (con ambigua ingenuità) ha proposto al governo di entrare nell’azionariato della sua holding personale, ma il cugino ha risposto no grazie.
Il contante è fondamentale come prova di buona volontà.
MbS, fino ad ora, è apparso molto soddisfatto dei negoziati anticorruzione. In un’intervista al New York Times, il figlio di re Salman ha fornito alcune statistiche:
il 95 per cento ha ammesso le colpe,
il 4 per cento pare deciso ad affrontare il processo e
l’1 per cento degli arrestati ha dimostrato la sua innocenza.
Ricordiamo che al Ritz i fermati sono stati poco più di duecento. Fatti due conti.
Intanto MbS si è portato avanti
Fatti quattro conti a deciso che era più conveniente acquistare:
1 - lo yacht di 135 metri
da un imprenditore russo nel 2015 (500 milioni di dollari).
2 - un terreno di 620 acri nella Condé-sur-Vesgre, Le Rouvray, a poco meno di un'ora da Parigi.
3 - il "Salvator Mundi" di Leonardo da Vinci (450 milioni).
4 - lo "Chateau Louis XIV" (275 milioni di euro).
Come sopra raccontato ha infine trasformato il Ritz-Carlton di Riad, che è considerato adesso la prigione più lussuosa al mondo.
Acquisti che procedono di pari passo con l'evoluzione politica dell'Arabia Saudita voluta dal principe bin Salman.
Ammettiamolo un leader fuori e dentro i confini, in quanto ha ottenuto l'appoggio dei suoi sudditi grazie al freno messo alla polizia religiosa, molto attiva nel paese, concedendo alle donne la possibilità di guidare e riaprendo i cinema.
E poi a dirla tutta, sia l'acquisto del castello, che dello yacht e del dipinto di Leonardo, non sono direttamente riconducibili al principe ereditario.
Il principe ereditario bin Salman presenta, due facce: quella buona da mettere in mostra all'interno del suo paese, l'altra, che agisce nell'ombra per mettere a segno colpi multimilionari con l'intento di aumentare a dismisura il già ricco patrimonio reale.
Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.