I pittori berlinesi alle prese col Muro
Negli anni Ottanta la pittura tedesca si impone in tutto il mondo, assumendo la denominazione di Neo Espressionismo, e i suoi esponenti NeueWilden, i “Nuovi Selvaggi”, a sottolineare una certa brutalità di una pittura giocata su gesti enfatici e forte impianto narrativo.
Emerge presto il gruppo di pittori berlinesi
Tra loro Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Bernd Zimmer, che nel 1977 avevano aperto in Kreuzberg la Galerie am Mortizplatz, uno spazio autogestito: pittura ribelle, che si ispira all’attualità quotidiana dei media, della musica rock, della cultura punk, così come ai temi di carattere politico, artistico, mescolando alto e basso in piena temperie postmoderna. Pittura giovane e di culto, che in breve, dagli spazi off conquisterà mercato, gallerie e musei.
Agli inizi degli anni Ottanta alcuni sono già molto famosi: Gerhard Richter, Georg Baselitz e Anselm Kiefer stanno conquistando un posto importante nella storia dell’arte. È poi il turno della generazione più giovane, rappresentata da Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Bernd Zimmer, Karl Horst Hödicke, Markus Lüpertz, A.R. Penck, Martin Disler, Siegfried Anzinger, Albert Oehlen.
Ma anche per le arti visive c'è il Muro
Nella Ddr un artista aveva tre possibilità: realizzare opere di denuncia; rappresentare il regime; puntare alla verità tramite opere in apparenza prive di impegno politico.
Testimonianza di come, per quarant' anni, i grandi artisti dell' Est vissero sepolti nella polvere di regime.