Il Salone del Mobile 2019 senza averlo visto dal vivo
Quest’anno ho “visto” il Salone solamente seguendo stories su Instagram. Per certi versi la cosa mi ha permesso di vederne una versione curata, cioè di opere selezionate. Per altri versi ho visto solo quello che emergeva e che era più visto, o quello che i miei curatori (che non sapevano di esserlo, ovviamente) consideravano meritevole di essere pubblicato. O anche solo le esposizioni che per caso hanno visto.
L’impressione è che il Salone sia sempre più instagram-oriented e che le installazioni vengano studiate proprio per essere il più possibile instagrammate. A cosa porterà questa tendenza non lo so: mi viene in mente solo che le cose esposte dovranno sempre più “sembrare” piuttosto che essere e che i prodotti saranno sempre meno importanti o almeno non centrali.
Un’altra impressione deriva dalla precedente: questo tipo di eventi si è ormai consolidato come quanto di più distante dall’origine (mostrare arredo e lo stato dell’arte dell’industria) per approdare al campo indefinito dell’installazione artistica in cui ci sta un po’ di tutto. L’importante è che sembri o sia originale. E instagrammabile.
Altre considerazioni laterali: sono ritornati gli anni ’70 e il minimalismo è moribondo o già morto. La palette è prevalentemente quella del colore in foto e ho visto azzardi cromatici molto estremi. Ma va bene: il Salone è un po’ il prêt-à-porter del mobile (neanche più di quello) o della casa o di cosa? Non saprei neanche più circosciverlo. Il fatto è che gli eventi sono così tanti che devi farti notare e quindi scegli dichiarazioni forti. Perché è un po’ come il prêt-à-porter? Perché si vedono cose che ti fan pensare “Uhm carine” ma che poi non ti metteresti mai in casa, esattamente come quell’abito è interessante ma te lo metti tu.
Non so che idea di vita o di casa o che progetto o visione vengano fuori dal Salone. Probabilmente solo un gran caos ed è comprensibile.
Un colore però ne emerge e non è precisamente moderato o schivo. È uno, e fa parte di una palette più estrema. Ne ho scelto uno solo, che di cose se ne sono viste anche fin troppe. E mi scusino gli altri colori.