Dedicato a chi declama promette e non conclude nulla
Artista e attivista nello stesso concetto. L’arte come mezzo di protesta, di riflessione e di espressione critica. L’«artivismo» è sapersi gettare nella mischia a mani nude e non restare rintanati in una polverosa torre d’avorio, fatta di cromatismi ed estetica onirica e edulcorata. Molti, troppi, artisti, anche di street artist, sono ancorati ad un concetto chiuso, intimista e autoreferenziale dell’arte. No, oggi chi non si schiera è un pavido.
Con queste parole ha inizio l'intervista a Cristina Donati Meyer artista e attivista a tempo pieno.
In questo momento storico del Paese, che compito dovrebbe avere l'arte?
Quella di far aprire gli occhi agli spettatori. Risvegliare la coscienza civile sopita delle persone. L’arte è uno strumento per veicolare un messaggio di uguaglianza, di civiltà e di giustizia. Le mie opere pubbliche sono dei tazebao (o Dazibao), degli “editoriali artistici” sui quali molte persone si interrogano, si confrontano e si scontrano, sia nel caso che restino affisse sui muri cittadini, sia che appaiano sui quotidiani e sui social. E’ più impattante e forte, dal punto di vista comunicativo, un intervento artistico di Banksy di una campagna di affissioni stradali di cartelloni 6 x 3. Il primo spende circa 20 sterline, la seconda può costare milioni. Per le aspettative che crea l’arte di strada impegnata (non tag, fiorellini e puri interventi estetici), i pochi artisti che la fanno, devono restare puri e lontani dalle tentazioni diaboliche del denaro, della pubblicità e delle multinazionali che vogliono comprare tutto.
Le tue installazioni sono una rappresentazione delle tensioni tra le due potenze al governo...
Solo alcuni dei miei lavori sono dedicati alla diatriba perenne Salvini-Di Maio. Gran parte della mia arte pubblica è stata dedicata al dramma dei morti in mare, delle povertà, delle miserie e ingiustizie del potere, ai femminicidi, all’emergenza climatica in essere e alla difesa della vita sulla Terra.
Si potrebbe dire che la tua è anche un'arte anti-Salvini?
Mi hanno definita “l’artista anti-salvini” (o, addirittura “la Banksy italiana”), mi ritengo più banalmente un’artista pubblica viva che non teme di attaccare i poteri. La mia arte è contro tutti i tiranni, i sovrani, i sovranisti e gli aspiranti ducetti.
Per quanto riguarda Salvini è lui che offre spunti quotidiani ad un’artista impegnata nel sociale.
Prima blocca una nave, poi chiude gli aeroporti, litiga con il mondo intero e amoreggia con i peggiori estremisti di destra europei, Le Pen e Orban primi tra tutti….
Cosa ti ha spinto a questo tipo di rappresentazioni?
Non ho mai sopportato ingiustizie, sopraffazioni e cervelli all’ammasso. Il linguaggio che ho per esprimere il mio urlo di dissenso è l’arte visiva.
Di fronte alla marea nera di egoismo e di omologazione ai proclami del potere, ognuno di noi dovrebbe reagire con le armi e gli strumenti che ha. Il compito dell’arte, anzi delle arti, dovrebbe essere tenere accese le menti e far battere i cuori, dare emozioni e stimolare reazioni. Contro il lenire della politica moderna, torniamo attivi e reattivi! “Striscioniamo” ogni giorno questi pupari dell’odio.
Secondo te, l'arte deve essere impegnata? Ha un compito educativo verso la popolazione?
“Se il mondo fosse chiaro, l'arte non esisterebbe”, affermava Albert Camus.
L’arte, quella vera e “seria”, da quando non è servita più solo per immortalare potenti e paesaggi perché non esisteva la fotografia, è sempre stata dissacrante, innovativa, rivoluzionaria e impegnata. Dopo le rivoluzioni artistiche, dagli impressionisti ai giorni nostri, l’arte visiva non può essere quella racchiusa in una tela, ingabbiata in un quadro.
L’arte deve essere un tutt’uno con la vita, immergersi nella realtà, In un momento storico come questo gli artisti devono insorgere e aiutare a riflettere. L'arte deve offrire agli spettatori spunti di riflessione. Deve comunicare, provocare, costringere la gente ad usare la coscienza e il cervello, messi sempre più a dura prova dall'abuso dei media, “social” e non. Oggi l'arte o è “impegnata” oppure risulta mera decorazione.
Sta facendo abbastanza il governo in carica nell'interesse di cultura e arte?
La stessa domanda è un ossimoro! L’arte e la cultura devono essere libere, dissidenti, critiche, non recluse e ingabbiate o al servizio del potere. La cultura e l’arte parlano alle menti e ai cuori, non alla pancia e ai bar. Questo è un governo di propaganda, di guerra tra poveri, di demagogia per menti deboli. Direi che il governo Salvini – Di Maio e Arte e Cultura sono incompatibili per natura.
Ci puoi anticipare quale sarà la tua prossima istallazione?
Ne ho pronte diverse: una sulla assurda tassazione al 22% degli assorbenti, come se essere donna fosse un lusso; un’altra sul pianeta che ci stiamo letteralmente mangiando. Non ve le posso svelare tutte, ma ne vedrete delle belle. In genere, qualche giorno prima anticipo qualcosa sul mio instagram (cdonatimeyer).