«Io, donna sola e con delle idee accovacciata in un angolo»

Con il suo ultimo libro,"Nella Costituzione c’è la Resistenza della poesia", Luca Manduca ci offre, una  storia che si dipana dalle poche pagine di un diario ritrovato le quali coprono un arco di tempo che va dal 16 di aprile al 1 di maggio del 1945. Vi sono descritte le vicende di una donna di cui non conosceremo mai il nome, che si ribellò al destino di moglie di un podestà fascista, e divenne partigiana. Ruolo che soltanto di recente è stato ufficialmente riconosciuto come parte integrante della storia della Resistenza italiana.

di Valeria Mirabella

 A Trieste, la città meno italiana di tutte, ma anche la città più italiana di tutti dove i sentimenti legati alle vicende della Seconda guerra mondiale sono ancora vibranti, la manifestazione del 25 aprile si conclude da sempre alla Risiera di San Sabba.

IMG 2451La “Risiera”, come viene definita dai triestini, è un ex-stabilimento di pilatura del riso che nel 1943 fu convertito dai nazisti in campo di detenzione di polizia e centro di raccolta e smistamento dei deportati.
Nel 1944 vi venne aggiunto un forno crematorio; si trattò dell’unico forno crematorio attivo in Italia.
Ma quest’anno il Covid-19 ha impedito ogni celebrazione, manifestazione o contromanifestazione davanti alla Risiera. Tuttavia ricordare e celebrare le vite di coloro i quali presero parte alla Liberazione rimane un dovere. Lo spunto potrebbe essere un libro.
 

La scrittura rende immortali, si dice, ed allora leggere delle pagine che ci ricordino le sofferenze, le battaglie e le speranze di quel periodo così carico di orrori sembra un buon antidoto contro la dimenticanza.

La scelta cade su di un libro che funge da doppio antidoto all’oblio, perché adotta come punto di vista quello di una donna, così restituendo anche la dimensione femminile della lotta partigiana.
Il ruolo delle donne, come in molte altre vicende, è stato a lungo taciuto e solo di recente è stato ufficialmente riconosciuto come parte integrante della storia della Resistenza italiana.
D’altro canto, la libertà e l’emancipazione dai ruoli codificati acquisita dalle donne in quegli anni dovette poi rientrare nell’alveo di una società post-bellica che, comunque, continuò ad essere una società tradizionalista fortemente caratterizzata dal maschile.
 
Il titolo del libro in questione è, per chi volesse saperlo, Nella Costituzione c’è la Resistenza della poesia. E di poesia le nostre vite hanno sempre bisogno, di Resistenza ora più che mai, e di ricordare la nostra Costituzione sempre.
L’autore, Luca Manduca, ci offre, attraverso un testo ricco di emozione, una prospettiva estremamente innovativa sulla dimensione poetica della Costituzione.
La vicenda è narrata in prima persona dalla protagonista, alcune pagine ritrovate del suo diario fungono da espediente per una sorta di stream of consciousness che consente all’autore di portarci per mano attraverso i principi cardine della Costituzione italiana.
Le pagine ritrovate coprono un arco di tempo che va dal sedici di aprile al primo di maggio del 1945, ma narrano le vicende della vita di questa donna di cui non conosceremo mai il nome. Sapremo di come lei si sia ribellata al destino di moglie di un podestà fascista, un mero di “bell’ornamento” a fianco del marito, e sia diventa una partigiana.
 
Conosceremo il suo percorso attraverso il dolore per la morte del figlio che, prima di lei, si era ribellato al potere costituito dei padri ed era divenuto partigiano, e la riconquista dello status di madre nel senso più ampio della parola: madre di una rinascita del proprio Paese.
Conosceremo una donna che ci racconta della difficoltà di essere donna in un’epoca dove i miti del patriarcato erano vivi più che mai – “Io, donna, sola e con delle idee. Ho sofferto per anni, accovacciata in un angolo” – una donna cui viene finalmente restituita la parola. Ed appunto alle parole quasi oniriche della protagonista, che nascosta tra le montagne non sa se sia vero che le truppe alleate stiano liberando il Paese, l’autore affida la poetica disamina del significato profondo della Costituzione.

risiera san sabbaLa Risiera di San Sabba – stabilimento per la lavorazione del riso edificato a partire dal 1898 – venne utilizzata dopo l’8 settembre 1943 dall’occupatore nazista come campo di prigionia, e destinato in seguito allo smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, Photo Mauro & Sara

Parole come libertà, uguaglianza, solidarietà, diritti, doveri, donne e uomini, appartenenza, legge, democrazia... danzano tra le pagine in un crescendo di interrogativi che questa madre costituente si pone.
Quale sarà l’eredità lasciata dalla Resistenza? Difficile rispondere in tempo in cui nuovi ed inaspettati eventi rendono la libertà un concetto sempre più prezioso ed inafferrabile.
Quel che è certo è che oggi più che mai è doveroso resistere e continuare ad interrogarsi ed a ricordare che “La Resistenza vive perché il male è vivo”, come ricorda Manduca.

Valeria Mirabella è nata a Catania nel 1976, geografa e linguista, attualmente vive a Trieste dove lavora presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati e collabora con il Triestebookfestival. Ha insegnato geografia di Cuba presso l’Università degli studi di Catania e si è occupata a lungo di migrazioni.  

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