Quando si dice che i tedeschi l'hanno nel sangue
In Germania ha grande successo il primo e unico albergo del macellaio, così brutalmente va tradotto l'Hotel zum Eichsfelder Fleischer. Eichsfeld è un paesetto della Turingia, nella ex Ddr, la regione di Weimar e di Goethe e anche di Buchenwald. Con cento euro si può soggiornare in una camera doppia, colazione compresa che, secondo la tradizione locale, consiste in un bel piatto di affettati,
Si avvicina Pasqua, come ogni anno su Facebook cominceranno ad apparire foto di teneri agnellini destinati al pranzo del 21 aprile, con commenti sdegnati e appelli a salvarli dal macello. Quando da bambino vivevo a Palermo, nei giorni della vigilia, i nostri conoscenti della campagna, i contadini nostri vicini quando andavamo in vacanza, giungevano con i regali, dolci fatti in casa, e agnelli pasquali di marzapane, che a quei tempi non era caro. E qualcuno con agnellini vivi.
In Sicilia rifiutare un dono è una grande offesa, ieri come oggi. Gli agnelli di pasta di mandorle erano graditi da me, e dai miei fratelli. Quelli vivi non li abbiamo mai mangiati, né fatti macellare. I miei genitori li regalavano a loro volta. Gli agnellini avranno comunque fatto una brutta fine? Ma avremmo di anno in anno dovuto ospitare un gregge a casa nostra? E mi chiedo: perché ci commuoviamo per gli agnelli bianchi e indifesi, e non per i polli? Perché sono meno fotogenici?
In Germania ha grande successo il primo e unico albergo del macellaio, così brutalmente va tradotto l'Hotel zum Eichsfelder Fleischer. Eichsfeld è un paesetto della Turingia, nella ex Ddr, la regione di Weimar e di Goethe e anche di Buchenwald. Con cento euro si può soggiornare in una camera doppia, colazione compresa che, secondo la tradizione locale, consiste in un bel piatto di affettati, dal sanguinaccio al Bratwürst, la salsiccia che è considerata la migliore della Germania. Al tempo del Muro era uno dei prodotti d'esportazione più richiesti, e garantiva pregiata valuta occidentale alle casse del regime comunista. A colazione, dimenticavo, niente caffè o tè ma boccali di birra e schnaps, l'acquavite.
Dopo, leggo nella Süddeutsche Zeitung, si va tutti al macello annesso all'hotel per assistere all'esecuzione del maiale, un esemplare da 290 chili. I maiali sono intelligenti, più dei cani, la vittima avverte il destino che l'attende, si ribella, viene stordita con una scossa elettrica, e subito sgozzata, «in modo che non soffra». I clienti si scattano un selfie accanto al maiale scuoiato appeso a un gancio, il veterinario comunale autorizza la preparazione della carne, e gli ospiti sono invitati a partecipare al lavoro, taglio, salatura, insaccatura. Alla fine, potranno ripartire con un generoso pacco dono di prodotti, preparati con le loro mani, omaggio compreso nel prezzo. Una bella soddisfazione, e anche risparmio. La Turingia è l'unica zona dell'Unione europea dove sia consentito vendere carne appena macellata: un privilegio in onore dell'antica tradizione locale.
Qualcuno, temo, sarà tentato di prenotare. Ma le 24 camere sono occupate fino a metà dell'anno venturo. Per le feste di famiglia e per le comitive bisogna attendere fino al 2025. Il proprietario, Marco Fritsch, un metro e 90 e 44 anni, spiega che i clienti arrivano da ogni parte della Germania. Alcuni ritornano ogni anno, anche con figli e nipoti. Assistere al macello, non solo di maiali, pure di vitelli e pecore, viene considerata un'esperienza educativa.
La famiglia Fritsch si dedica al macello da generazioni, e dopo la riunificazione nel 1990 il padre di Marco ha allargato l'attività, ed ora gestisce una dozzina di filiali. Quando si è chiusa la locale manifattura di tabacchi gli è venuta l'idea di trasformare la fabbrica in albergo. I vegetariani aumentano, seguiti dai vegani, ma i tedeschi rimangono un popolo di carnivori: a testa, neonati compresi, consumano 60 chili all'anno, il doppio di quanto sia consigliato dai dietologi. L'abuso di bistecche e würstel è un pericolo per la salute, e provoca una spesa per le casse mutue di 12 miliardi di euro all'anno. All'albergo del macellaio non ci pensano: le tappezzerie sono adorne con foto di würstel e di cosciotti, bistecche e polpette, alla reception puoi comprare salsicce di tutti i tipi, e barattoli di carne in salamoia. Chi si preoccupa per il colesterolo vada altrove.
«C'è una certa ipocrisia nei confronti della carne», ha commentato lo psicologo della nutrizione, Chistoph Klotten, di Fulda, «mangiamo carne impachettata in modo che non ci ricordi l'animale sacrificato. Per secoli una bistecca è stato simbolo di successo e di ricchezza, solo le classi privilegiati si potevano concedere la carne, le famiglie povere si dividevano un pollo una volta all'anno. Oggi, la rinuncia alla carne è diventato uno status symbol».
L'hotel del macellaio ha un futuro incerto. Lo stesso Marco Fritsch confida che da giovane voleva fare il musicista, e si piegò al volere del padre, le sue due figlie non vogliono un domani gestire l'attività di famiglia. Una studia da dentista, e la sorella scienza dello sport a New York.