Achtung, i tedeschi si italianizzano
Hanno imparato a cucinare gli spaghetti al dente, e copiano i nostri difetti. Hanno scoperto che si può scioperare senza far rivivere la Repubblica di Weimar, e moltiplicano i partiti al Bundestag.
Gli europei stanno godendo. La Germania è nei guai, e i primi della classe non sono mai simpatici. I tedeschi hanno poi il vizio di essere besserwisser, come dire grilli parlanti, sanno tutto loro, e loro fanno tutto meglio di tutti. Se si trovano nei pasticci come non essere soddisfatti, anche se una Germania paralizzata trascina a fondo l'Europa?
Da sempre ho sperato che l'Italia diventasse simile alla Germania, almeno un po', ma, al contrario, loro diventano sempre meno tedeschi e sempre più italiani. «L'Allemagne s'italianise», la Germania si italianizza, si allarmò Le Monde nel lontano 13 novembre del '97, un titolo che ho citato diverse volte. I tedeschi lo presero per un complimento: amano il nostro stile di vita, tagliatelle e Chianti, e vestirsi come noi (comunque ci tentano). Oltre vent'anni dopo, stanno esagerando. E non a tavola.
Hanno imparato a cucinare gli spaghetti al dente, e copiano i nostri difetti. Hanno scoperto che si può scioperare senza far rivivere la Repubblica di Weimar, e moltiplicano i partiti al Bundestag. Erano tre e mezzo al tempo di Willy Brandt (la Csu è un altro partito rispetto alla Cdu), oggi sono sei e mezzo. Madame Le Pen in Francia e i populisti italiani? L'AfD aveva il 4,6% nel 2013, nel 2015 sono arrivati un milione e centomila profughi, e ha quadruplicato i voti.
A causa del suo successo ci sono voluti sei mesi per formare la nuova Große koalition. In passato le trattative erano lunghe, poi il governo funzionava. Oggi si continua a passare da una crisi all'altra, sull'orlo delle elezioni anticipate, avvenute solo due volte dalla fine della guerra. I socialdemocratici, alleati della Merkel, sembrano indecisi a tutto: pensano di essere al governo e anche all'opposizione. E la Cdu della Cancelliera e la Csu del bavarese Horst Seehofer continuano a litigare. Alleati ma diversi, come grillini e leghisti.
I profughi hanno destabilizzato Berlino, li vogliono espellere ma non ci riescono, bloccati dalla burocrazia e dagli avvocati che fanno perdere anni. Mandano indietro quelli che lavorano, rimangono quelli sospettati di terrorismo. E non si sa come viaggiare. I voli vengono cancellati all'ultimo momento. Air Berlin, che fu la prima a offrire biglietti low-cost, è fallita per mania di grandezza, vizio nazionale.
Una volta amavo viaggiare in treno, oggi devo prenotare l'Ice, il treno da 300 all'ora, come un aereo, e non posso cambiare idea. In compenso sono affollati, carissimi, sempre meno puntuali. L'ho preso due volte negli ultimi mesi e la mia vettura, dove avevo prenotato, non esisteva. Viaggiare in auto? Le autostrade sono in rifacimento: in luglio ho guidato da Berlino a Monaco, come dire da Milano a Roma, e 200 chilometri erano di cantieri. Ma non ci lavorava nessuno, o per un brevissimo tratto all'inizio o alla fine. Le ditte arraffano gli appalti e poi lavorano quando possono, come il mio operaio polacco che ci ha messo tre mesi a rifarmi un bagno perché ristrutturava cinque appartamenti contemporaneamente.
I ponti sono vecchi, non crollano perché li chiudono in tempo. E si creano ingorghi di decine di chilometri. Il ponte Morandi? Non ci hanno criticato troppo: esattamente vent'anni fa, il 3 giugno del '98 a Eschede, in Bassa Sassonia, deragliò un Ice, provocando 101 morti. Vittime della privatizzazione come da noi: per risparmiare, le ferrovie, invece di controllare ogni notte le ruote del treno superveloce ai raggi x, affidavano il compito a un operaio che con martelletto verificava a orecchio l'usura del metallo. La Deutsche Bank è in difficoltà, e anche lo sport non va bene: ai Mondiali di calcio in Russia, la Germania campione del mondo si è fatta eliminare dal Messico, come gli italiani battuti mezzo secolo fa dai coreani. Ieri Michael Schumacher faceva vincere la Ferrari, oggi il tedesco Vettel gioca all'autoscontro con le rosse di Maranello.
Non cito l'aeroporto di Berlino, sempre da finire con sei anni di ritardo, e tralascio le truffe della VW sui gas di scarico, perché mi sono stancato. Ma i disoccupati diminuiscono al minimo storico, gli stipendi salgono, il ministro delle finanze incassa in sei mesi 48 miliardi che non aveva previsto. I tedeschi si sbagliano anche nel far di conto. Nonostante i pasticci che combinano, sono sempre i primi in Europa.