Il viaggiatore si porta nel trolley la carta igienica. Il turista se l'aspetta

Classificazione: Turismo e Vacanze
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Viaggiare apre i nostri occhi sul mondo – ma significa anche chiuderli.
Il fenomeno delle moltitudini alla ricerca di tapas autentiche e foto per Instagram

Suzanne Moore 

 Non sei desiderato. Stai uccidendo ciò che ami. Stai rovinando tutto. Sei esigente e rumoroso e bevi troppo. Pensi che i residenti siano lieti di vederti, ma non lo sono.Sei in parole povere un turista

Prima che tu mi dica che non sei quel tipo di turista, perchè trascorri il tuo tempo assaporando la salsiccia in Puglia o a dare pacche sulla schiena ai contadini nel Languedoc, diciamolo: il turismo è turismo. 

In effetti, gran parte del piacere corrisponde al pensare che tu sia meglio degli altri. È lo scopo della memoria di un viaggio – una presentazione gloriosa del discernimento dei consumatori. Se hai 18 anni, o sei solo un po’ naïf, puoi preferire definirti un “viaggiatore”. Ma questo significa che fai un’esperienza, non una vacanza. 

I turisti si aspettano la carta igienica; i viaggiatori si portano dietro il proprio rotolo.

Poi visitano le baraccopoli e favelas perché a loro interessa più di ogni altra cosa ricordare. “Sono un bravissimo viaggiatore, per questo sono stato lì e ho fatto questo”.the flyer optimised

Poi ci sono i tipi da city-break. Dopo tutto, sdraiarsi su una spiaggia è un pò da plebei, e le vacanze al mare non sono essenzialmente tutte uguali? Quindi, adesso trascorriamo lunghi week-end in luoghi di cui abbiamo appena sentito una buona descrizione. 
Stanco di Berlino? Vai a Monaco o Tallinn. Scopri Maastricht, come dice sul sito web Ryanair. Studia l’architettura brutalista da qualche parte congelando. 
Questo non è turismo, questo è “speciale”. Ma troppi di noi vogliono cose speciali quando si tratta di turismo.
 
Ci diciamo che il viaggio apre i nostri occhi sul mondo – e lo fa, un po’. Ma ci chiede anche di chiuderli. 
Dobbiamo chiudere almeno un occhio davanti a quello che vediamo, per divertirci. Spesso, davanti a grandi emozioni, cose come la povertà e la disoccupazione.
Ma soprattutto dobbiamo ignorare le orde di persone come noi, tutti coloro che vogliono ciò che vogliamo noi: le tapas autentiche, uno sguardo su un modo di vivere più antico, una vista che possiamo mettere su Instagram. 
Martin Parr ha fatto un’eccellente serie fotografica di turisti mentre scattano fotografie – chiamata “Small World” – negli anni ’90. Ce ne sono di fantastiche.

   Negli ultimi mesi, in Europa è cresciuta la disapprovazione sul numero di turisti che la inondano.

cartello spiaggia barcellonaAlcuni parlano di “turismofobia”, altri sono indistinti gruppi anarchici. A Barcellona, ​​un gruppo anti-turistico chiamato Arran è stato incolpato per la rottura di pneumatici e finestre di hotel a cinque stelle. A gennaio, c’è stata una dimostrazione con cartelloni che dicevano “Barcellona non è in vendita“.
Alcuni manifestanti sono anti-capitalisti e credono che il turismo di massa distrugga le città.
Senza dubbio, il numero di persone che vanno in Spagna è aumentato. Di recente gli abitanti hanno preso d’assalto la spiaggia de La Barceloneta, stanchi delle buffonate dei turisti ubriachi. Ci sono state proteste simili a Palma, Maiorca e San Sebastian.
 
Ma non è solo la Spagna. Firenze è piena zeppa. A Roma e Milano sono stati messi in atto divieti per impedire alle persone di sguazzare nelle fontane o mangiare in pubblico. 
non siamo comparse coverVenezia è al punto di rottura, con 20 milioni di turisti attesi quest’anno. Le navi da crociera sono accatastate. L’inquinamento è terribile. La popolazione, nel frattempo, sta diminuendo – ci sono solo 55.000 residenti. Ci sono pochi negozi non turistici e solo due cinema in tutta la città.
 
Ci sono situazioni simili anche a Dubrovnik, dove il sindaco ha messo telecamere per controllare il flusso di persone che arriva su navi da crociera. L’isola di Hvar, vicino a Split, sta multando i visitatori, spesso turisti britannici, per nudità e “dissolutezza”
La Sunny Beach in Bulgaria è nota per il cattivo comportamento dei turisti britannici.

Queste proteste stanno crescendo nel tempo.

Di certo, il turismo può svolgere un ruolo importante nella conservazione e nel rafforzamento delle città. 

Ma sicuramente quello che adesso stiamo vedendo è che il viaggio a basso costo è già un altro aspetto della globalizzazione che non è accetabile per tutti. 

Quelli che vogliono immergersi a Venezia potrebbero non essere gli stessi che vogliono stendersi su una spiaggia in Bulgaria, ma tutti noi assumiamo il diritto di visitare questi luoghi.

Barcellona affittiGran parte del malcontento non riguarda solo il comportamento, ma anche lo svuotarsi delle città grazie ai servizi per affitare casa-vacanze come Airbnb
Gli affitti in aumento a Barcellona stanno rendendo impossibile per i residenti continuare a vivere in centro.

Potremmo evitare tutto questo ricorrendo alla vacanza con paletta e secchiello, mare freddo, spiaggia di ghiaia e cane bagnato, amate da certe persone. Ma anche questa soluzione non è economica.

Eticamente, sappiamo che ci sono problemi correlati al turismo, però li ignoriamo perché ci diciamo che vedere il mondo ce lo farà apprezzare di più. 

Ma cosa succede quando i cittadini si sentono completamente sopraffatti dai turisti?
Taleb Rifai, segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, ritiene che il sentimento anti-turismo sia un problema serio. E lo è.

Non sto cercando di rovinare la tua vacanza. Ma non si può negare l’innato imperialismo di molto turismo. Trattiamo le case degli altri come se fossero nostre. Nessuna meraviglia se loro vorrebbero non ci facessimo più vedere qui.

Grandi Navi a Venezia


   I don’t mean to ruin your holiday, but Europe hates tourists – and with good reason

This article appears in the online edition The Guardian of the Aug 16, 2017.

Suzanne Moore is an award-winning columnist on the Mail on Sunday. She has also written for Marxism Today, New Statesman, The Guardian and The Independent.

The original article is transcribed below

 

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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

Fonte: the guardian
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