Dove ci porterà Nonno Joe
I primi 100 giorni del presidente Joe Biden
Ha esordito male, agli occhi dei credenti, il cattolico Joe Biden.
Una sortita del tutto inattesa che rischia di rimanere epocale perché l'incursione è avvenuta alla vigilia - 5 marzo – della visita del Papa in Iraq, durante la quale il Pontefice si incontrerà con il Grande Ayatollah Ali Al Sistani, capo degli sciiti che in Iraq sono in maggioranza.
Perché il cattolico Joe Biden “disturba” con questo sanguinoso sconquasso il pellegrinaggio in Iraq del suo Pontefice?
Si può aspirare al progresso della comunità senza mettere in questione la politica e l’economia dell’intero paese?
La cronaca informa che il neo presidente Joe Biden sta seminando la promessa che le ingiustizie saranno affrontate e risolte dentro e fuori della Nazione americana.
Come cattolico dovrebbe conoscere bene il detto di Gesù “Porgi l'altra guancia”. Vediamo come se la cava
L'omicidio di George Floyd, l'uomo che nel pomeriggio del 25 maggio è stato fermato e ucciso da due pattuglie che l'hanno immobilizzato a terra per 8 minuti e 46 secondi con un ginocchio premuto sul collo.
È già raccontata da Wikipedia, la grande enciclopedia online.
I disordini che ne sono seguiti hanno richiamato l'attenzione globale sulle condizioni di vita degli afroamericani degli Stati Uniti.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha proposto un piano di stimolo da 1.9oo miliardi di dollari per aiutare l’economia a riprendersi dalla pandemia.
Molti repubblicani si oppongono, animati da quel rigore di disciplina che misteriosamente abbandonano ogni volta che entrano alla Casa Bianca.
Gli economisti discuteranno di ogni singolo aspetto del piano: quanto denaro dovrebbe andare a quella o quell’altra attività; quale dovrebbe essere la soglia che dà diritto a ricevere aiuti in contanti; come ridimensionare il programma dei sussidi di disoccupazione.
Ecco come funziona la porta girevole della democrazia capitalista statunitense: da BlackRock al governo, dal governo a BlackRock e così a ripetere.
Non appena è stato chiaro che Joe Biden avrebbe vinto le elezioni presidenziali, si è portato a bordo Brian Deese, capo del dipartimento per gli investimenti sostenibili globali della società d’investimento americana BlackRock, e ricoprerà il ruolo di capo economista del presidente.
Nel 2008, il presidente Barack Obama incaricò BlackRock di gestire la crisi finanziaria e decidere quali banche, quali compagnie di assicurazioni, quali società sarebbero state salvate.
Sotto Trump, BlackRock non è scomparsa dalla scena economico-politica. Dal marzo 2020, come consulente della Federal Reserve, BlackRock ha gestito il programma di salvataggio Covid19, molto simile al “Corona Recovery Program” dell’UE da 750 miliardi.
L’America è sempre stata l’avanguardia del capitalismo, il laboratorio delle soluzioni progressive, il luogo elettivo di consacrazione dei modelli.
L’età dell’oro del capitalismo selvaggio dipinto da Mark Twain con satirico realismo; il New Deal di Roosevelt dopo la grande depressione – molto “americano”, pur fondandosi sulle ipotesi formulate da quel british dandy di John Maynard Keynes – e le politiche di gestione della domanda e del welfare state; la deregulation reaganiana; il neo-liberismo del Washington Consensus vengono tutti da lì, da quella land of opportunities.
Eppure, è proprio negli Stati Uniti campioni della globalizzazione de-regolamentata che questa ha prodotto i suoi effetti più netti, tra le economie avanzate.
Ora che le elezioni sono passate, ci sono più ragioni per non essere troppo fiduciosi riguardo al futuro.
Cosa si nasconde dietro le parole di Biden che hanno fatto così scalpore? La guerra dei gasdotti.
Attaccando Putin e definendolo un assassino Biden, ha lanciato un avvertimento anche agli europei. Se prendete il gas russo arrivano le sanzioni: la minaccia, già di Trump, non è nuova ma esplicita, messa nero su bianco e con una tempistica precisa.
Proprio mentre il presidente americano rilasciava la sua intervista, il dipartimento di stato pubblicava sul suo sito una dichiarazione in cui si affermava che il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania «è un cattivo affare per la Germania, l’Ucraina e per tutti gli europei perché divide il continente e indebolisce la sicurezza energetica europea».
E subito dopo viene allegato l’ultimatum: «Le società che lavorano al Nord Stream 2 devono abbandonare immediatamente i lavori al gasdotto offshore altrimenti incorreranno nelle sanzioni americane».
Berlin89 magazine del Centro Studi Berlin89
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