Crisi economica? A lezione da Joe Biden

Le aziende fallite durante la pandemia non riemergeranno dal fallimento quando il covid-19 sarà sotto controllo.

manathamIl presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha proposto un piano di stimolo da 1.9oo miliardi di dollari per aiutare l’economia a riprendersi dalla pandemia.
Molti repubblicani si oppongono, animati da quel rigore di disciplina che misteriosamente abbandonano ogni volta che entrano alla Casa Bianca.
I tagli alle tasse che Donald Trump ha concesso a miliardari e grandi aziende nel 2017 hanno prodotto i più ampi disavanzi fiscali mai registrati nella storia degli Stati Uniti, se si escludono i periodi di profonda recessione o di guerra.
Ma gli investimenti e la crescita promessi non si sono visti.  
 
Invece il piano proposto da Biden è necessario.
Alcuni dati recenti mostrano un rallentamento della ripresa nel paese, in termini sia di pil sia di occupazione.
Ci sono prove evidenti del fatto che il pacchetto di misure per la ripresa fornirà un grande stimolo all’economia: la crescita genererà consistenti entrate fiscali, non solo per il governo federale ma anche per quegli stati e quelle città che oggi non riescono neanche a garantire servizi essenziali.
 
 Chi si oppone al piano di Biden sta anche lanciando, in malafede, degli avvertimenti sui rischi dell’inflazione. È vero, alcuni dati suggeriscono che i salari potrebbero essere in calo in alcuni settori. Ma se dovesse crescere l’inflazione, gli Stati Uniti dispongono di ampi strumenti fiscali e monetari.
L’economia, naturalmente, starebbe meglio senza tassi d’interesse a zero. Starebbe meglio anche se i legislatori introducessero imposte sull’inquinamento e ripristinassero una maggiore progressività nel sistema fiscale.
Non c’è alcuna ragione per cui gli statunitensi più ricchi debbano pagare meno tasse di chi è più povero. I più ricchi sono stati i meno colpiti dalla pandemia e il sistema fiscale regressivo degli Stati Uniti oggi appare più ingiusto che mai. 
 

Le aziende che sono fallite durante la pandemia non riemergeranno dal fallimento quando il covid-19 sarà sotto controllo. 

Il covid-19 ha devastato alcuni settori dell’economia, facendo chiudere tante aziende, soprattutto quelle più piccole. Non approvare un ampio pacchetto di misure per la ripresa potrebbe produrre danni enormi, perché le scarse prestazioni economiche provocano ansia (che si unisce a quella indotta dalla pandemia), portando a un circolo vizioso in cui comportamenti prudenti fanno diminuire consumi e investimenti.

 Bilanci deboli e fallimenti alimentano un contagio che infetterà tutta l’economia. In definitiva, le aziende che sono fallite durante la pandemia non riemergeranno dal fallimento quando il covid-19 sarà sotto controllo.

 Il fatto che l’epidemia sia globale peggiora le cose. Anche se molti paesi in via di sviluppo non sono ancora stati colpiti con la durezza che molti temevano, il rallentamento senza precedenti dell’economia globale causa un calo della domanda per le esportazioni statunitensi.
La Cina aveva svolto un ruolo importante nella ripresa dopo la crisi finanziaria del 2008. Nel 2020 è stata l’unica grande economia a crescere, ma l’ha fatto in modo molto più debole rispetto a dieci anni fa.
La Cina oggi permette anche alla sua bilancia commerciale di crescere, fornendo così meno spinta alla crescita globale.
 
La prima priorità del piano di Biden è rendere disponibili fondi per lottare contro la pandemia, permettere agli studenti di tornare a scuola e agli stati e alle autorità locali di continuare a fornire i servizi (sanitari, educativi o di altro tipo) da cui dipende la vita delle persone.
Estendere il sussidio di disoccupazione non aiuterà solo i più vulnerabili. Fornendo rassicurazioni, porterà anche a un aumento delle spese, con benefici per tutta l’economia.
Anche la moratoria sugli sfratti fino al 31 marzo, e l’assistenza alle famiglie a basso reddito incoraggeranno le spese.
 
 Durante la presidenza di Donald Trump, i programmi dedicati alle piccole attività commerciali non sono stati efficaci come avrebbero dovuto essere. In parte perché troppi soldi sono andati ad attività che non erano davvero piccole, e in parte per una serie di problemi burocratici.
Sembra che l’amministrazione Biden stia correggendo questi problemi. Se così sarà, rafforzare gli aiuti alle attività economiche non darà una mano solo nel breve periodo, ma rimetterà anche l’economia sul binario giusto per quando la pandemia sarà alle spalle.
 
Gli economisti discuteranno di ogni singolo aspetto del piano: quanto denaro dovrebbe andare a quella o quell’altra attività; quale dovrebbe essere la soglia che dà diritto a ricevere aiuti in contanti; come ridimensionare il programma dei sussidi di disoccupazione. Delle persone ragionevoli potranno non essere d’accordo sui dettagli.
Sistemarli fa parte del compromesso politico. Ma su due cose dovranno essere tutti d’accordo: servono subito grandi quantità di denaro; e opporsi, come fanno i repubblicani, è crudele e pericolosamente miope.

 (Traduzione di Federico Ferrone)

Un DOSSIER per saperne di più: Dove ci porterà Nonno Joe - I primi 100 giorni del presidente Joe Biden

Joseph Stiglitz copyJoseph Stiglitz insegna economia alla Columbia university. È stato capo economista della Banca mondiale e consulente economico del governo statunitense. Nel 2001 ha vinto il premio Nobel per l’economia.

 

 

Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale. 

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