Cornuti, mazziati e contenti con Facebook
L’informazione è merce. La conoscenza è merce. È la merce delle merci. E’ forza produttiva e merce allo stesso tempo.
La stessa Facebook, la più estesa rete di relazioni sul pianeta, è una merce. L’azienza Facebook può vendere informazione solo se, allo stesso tempo e senza sosta, vende quella rappresentazione di se stessa. E questa rappresentazione è dovuta agli utenti, ma a riempirsi il conto in banca è Zuckerberg.
Sei uno degli oltre ottocento milioni di utenti che usa Facebook?
Molto bene, vuol dire che quasi ogni giorno produci contenuti per il network: contenuti di ogni genere, anche contenuti affettivi e relazionali. Sei un infima parte del general intellect di Facebook. Facebook esiste e funziona grazie a quelli come me e te.
Su Facebook di fatto lavoriamo. Non ce ne accorgiamo, o non vogliamo ammetterlo ma lavoriamo. E con una caratteristica particolare, senza essere pagato. Sono altri a fare soldi col tuo lavoro. Zuckerberg ogni giorno si vende, come direbbe Marx il tuo pluslavoro, cioè si vende la tua vita (i dati sensibili, i pattern della tua navigazione etc.) e le tue relazioni, e guadagna svariati milioni di dollari al giorno. Perché lui è l'inventore, il proprietario del mezzo di produzione, tu no.
“Allora la soluzione è stare fuori dai social media?”
Domanda Cretina, fuori dove? ottocento milioni di utenti fuori? oltre sette miliardi distribuiti tra le varie proposte di social media?
Si tratta invece di capire quanto tempo di vita (quanti tempi e quante vite) i social stiano rubando e soprattutto di nascosto, diventare consapevoli delle varie forme di sfruttamento, rallentarne i ritmi, interrompere questa moderna forma di sfruttamento.
Cornuti, mazziati e consapevoli. Da quì in avanti per riconquistare pezzi di vita, la propria.