Eurobond, l'Italia non chiede la luna ma perchè la Germania non molla
I cosiddetti “eurobond” sono al centro del dibattito su come l’Unione Europea, e i paesi che adottano l’euro in particolare, possano uscire dalla crisi causata dalla pandemia da coronavirus (e questa è la ragione per cui alcuni giornali hanno iniziato a chiamarli “coronabond”). Gli eurobond sono richiesti con insistenza da paesi come Italia, Francia e Spagna, con l’approvazione di numerosi commentatori ed economisti e della Commissione Europea; la loro introduzione viene invece respinta dai governi di paesi come Germania, Paesi Bassi e Austria. Perché?
di Sergio Cesaratto
Il professor Sergio Cesaratto docente di Economia Politica e Statistica afferma che la Germania è da sempre un elemento destabilizzante dell’economia globale ed europea e rivela una realtà poco conosciuta in questo suo saggio dal titolo esplicativo: Economia e pandemia, domande e risposte sull’Italia e l’Europa. Con la prima domanda va subito al nocciolo della questione Eurobond.
Perché l’Europa dovrebbe salvare l’Italia che è stato un paese cicala?
Ma perché allora il debito pubblico è continuato ad aumentare rispetto al PIL?
Dalla seconda metà degli anni novanta sino alla crisi del 2008 il debito pubblico italiano è sceso dal 120% al 100% rispetto al PIL anche per i più bassi tassi di interesse conseguiti con la prospettiva dell’ingresso nella moneta unica.
Ma l’Italia poteva fare di più?
Con l’ingresso nell’euro l’Italia ha pagato il prezzo di una diminuita competitività; questo unitamente alle politiche di riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL ha comportato una grave stagnazione dell’economia italiana, in particolare della produttività. Di più l’Italia non poteva fare nelle date circostanze. Il rapporto debito/PIL è risalito al 130% in seguito al ritardo nell’intervento della BCE a sostegno del debito pubblico italiano, con conseguenze rialzo dei tassi di interesse (i famosi spread), e a causa delle politiche di austerità che hanno aggravato il declino dell’economia italiana e dunque anche delle entrate fiscali. Le banche centrali sono nate per sostenere i titoli di Stato. In tutto il mondo è così tranne in Europa.
La Germania ha comunque dimostrato che si può far meglio?
Siamo dunque in presenza non solo di un’Europa monetaria che funziona male, ma che funziona anche in maniera asimmetrica e ingiusta!
Qual è l’oggetto del contendere ora in Europa?
In termini semplificati, dopo la spiacevole gaffe di Christine Lagarde, la BCE ha preso una iniziativa importante con l’acquisto di titoli di Stato e non solo che diventa di oltre un trilione di euro nel 2020, senza tener troppo conto della capital key (cioè comprerà una quota di titoli italiani maggiore del solito). Altre misure sono però necessarie.[6]
Ma la Germania e i suoi satelliti temono che con gli eurobond si trovino a pagare tassi più alti, è giustificato?
Questo è un punto centrale per controbattere alla tesi che Germania e c. sono giustificate a non volere gli eurobond che li porterebbero a pagare tassi di interesse più alti. Non si domandano come mai han pagato in questi anni tassi così bassi, perfino negativi (consentendo loro di ridurre il rapporto debito/PIL). Questo è il contraltare dei tassi inopinatamente alti pagati dall’Italia (sfasciandone i conti). Si tratta di tornare a uno stato in cui tutti li paghiamo a un livello simile.
L’Italia sta compiendo uno sforzo enorme per combattere la crisi sanitaria che, con molta sfortuna, ha colpito il suo cuore produttivo. Medici e infermieri si stanno prodigando in maniera eroica e questo ha forse per la prima volta accresciuto il senso di autostima degli italiani, di solito molto basso. Forte è il senso di essere stati lasciati soli dall’Europa (non basta l’offerta di qualche letto in terapia intensiva a far cambiare idea).
Quali sono le prospettive?
D’altra parte senza un sostegno europeo che è tale solo sotto la forma di eurobond e di intervento della BCE, l’Italia non potrà, appena sollevata la testa dalla crisi sanitaria, che abbandonare l’euro e credo l’Europa per agganciarsi saldamente, suppongo, al carro russo-cinese. E a quel punto senza rimpianti.
L’Italia non chiede la luna. Chiede che si faccia quello che è ovvio in un’unione monetaria. Chi ritiene ancora in Germania ed Olanda che un’unione monetaria possa sopravvivere senza trasformarsi in un’unione politica non ha capito bene l’analisi economica delle aree valutarie ottimali. Il prezzo economico da pagare per Germania, Olanda e satelliti sarebbe peraltro minimo: tassi di interesse un po’ più alti di quelli che avrebbero già pagato da anni se non si fossero (più o meno in buona fede) avvantaggiati delle disgrazie altrui. E avrebbe invece tutto da guadagnare. In fondo, come ha detto giorni fa Romano Prodi, se il sud crolla, l’Olanda i tulipani a chi li vende?
NOTE
[1] Luigi Zingales, The EU must be forged in this crisis or it will die, Financial Times, 5 aprile 2020 (HTTPS://WWW.FT.COM/CONTENT/8F554B7A-74D1-11EA-90CE-5FB6C07A27F2).
[2] Questo è documentato da un economista olandese: Saarvas Storm (2019), How to ruin a country in three decade, HTTPS://WWW.INETECONOMICS.ORG/PERSPECTIVES/BLOG/HOW-TO-RUIN-A-COUNTRY-IN-THREE-DECADES; Storm, S. (2019), Lost in deflation: why Italy’s woes are a warning to the whole eurozone. International Journal of Political Economy. 48(3), 195-237.
[3] Folkerts-Landau, D. Europe must cut a grand bargain with Italy. Financial Times, 2018, November 12, HTTPS://WWW.FT.COM/CONTENT/A8D572B8-E65D-11E8-8827-FF56E7163C11
[4] Holtfrerich, C-L(1999), Monetary Policy under Fixed Exchange Rates (1948-70), in Baltensperger E. (a cura di), Fifty Years of the Deutsche Mark. Central Bank and the Currency in Germany since 1948, Deutsche Bundesbank e Oxford University Press, New York.
[5] Smentendo l'immagine del "Conte Draghila" - una definizione che ella riprende dai media tedeschi - come "espropriatore dei risparmiatori tedeschi", Isabel Schnabel (2020) ha anche spiegato come, di fronte a una perdita di 500 euro all'anno per il risparmiatore tedesco, un debitore tedesco (ebbene esistono!) ha risparmiato circa 2000 euro grazie ai tassi di interesse più bassi, ai quali vanno aggiunti i summenzionati risparmi di 400 miliardi di euro per il governo di Berlino. I miei amici tedeschi devono essere orgogliosi di tanta onestà intellettuale! Si veda: Schnabel, I. (2020). Narratives about the ECB’s monetary policy – reality or fiction? Speech at the Juristische Studiengesellschaft, Karlsruhe, 11 February 2020. HTTPS://WWW.ECB.EUROPA.EU/PRESS/KEY/DATE/2020/HTML/ECB.SP200211_1~B439A2F4A0.EN.HTML. Accessed 20 February 2020.
[6] Una rassegna delle questioni è dovuta ad Antonella Stirati su Economia e politica, HTTPS://WWW.ECONOMIAEPOLITICA.IT/L-ANALISI/CRISI-DA-CORONAVIRUS-ITALIA-EUROPA/
[7] Il ministro olandese dell’economia Wopke Hoekstra ha anche in maniera insolente e offensiva proposto di liquidare l’Italia con un regalo di 10 o 20 miliardi di euro (Hoekstra è quello che fu definito “ripugnante” dal primo ministro portoghese). Una proposta simile è stata avanzata del più noto economista tedesco, Hans Werner Sinn, HTTP://VOCIDALLAGERMANIA.BLOGSPOT.COM/2020/03/HW-SINN-REGALIAMO-20-MILIARDI-DI-EURO.HTML.
[8] Si veda l’articolo sul Financial Times, Coronavirus: Is Europe losing Italy? HTTPS://WWW.FT.COM/CONTENT/F21CF708-759E-11EA-AD98-044200CB277F.