Essere uomini restando umani quando il mondo impazzisce.
Due letture consigliate in questi giorni d'attesa tra Pandemia e Epidemia di Corona Virus
La scienza moderna ci ha mostrato che a malattie virali mortali corrisponde quasi sempre un tasso di contagiosità molto basso mentre a virus altamente contagiosi corrisponde una letalità bassa. Come dire che sia presente una legge di natura, forse è quella che consente all’uomo di sopravvivere, anche nei periodi più bui, come quello della peste bubbonica del XIV secolo o dell’influenza spagnola del 1918.
Manzoni non l’aveva vista. Boccaccio sì che l’aveva vista, la peste.
Boccaccio aveva visto amici, persone amate, parenti, anche suo padre morire.
Descrive la scena di uno straniero (un “turista”) a Milano che tocca un muro del duomo e viene linciato dalla folla perché accusato di spargere il morbo.
«La processione passò per tutti i quartieri della città: a ognuno di que’ crocicchi, o piazzette, dove le strade principali sboccan ne’ borghi, e che allora serbavano l’antico nome di carrobi, ora rimasto a uno solo, si faceva una fermata, posando la cassa accanto alla croce che in ognuno era stata eretta da san Carlo, nella peste antecedente, e delle quali alcune sono tuttavia in piedi: di maniera che si tornò in duomo un pezzo dopo il mezzogiorno.»
«Ed ecco che, il giorno seguente, mentre appunto regnava quella presontuosa fiducia, anzi in molti una fanatica sicurezza che la processione dovesse aver troncata la peste, le morti crebbero, in ogni classe, in ogni parte della città, a un tal eccesso, con un salto così subitaneo, che non ci fu chi non ne vedesse la causa, o l’occasione, nella processione medesima. Ma, oh forze mirabili e dolorose d’un pregiudizio generale! non già al trovarsi insieme tante persone, e per tanto tempo, non all’infinita moltiplicazione de’ contatti fortuiti, attribuivano i più quell’effetto; l’attribuivano alla facilità che gli untori ci avessero trovata d’eseguire in grande il loro empio disegno. Si disse che, mescolati nella folla, avessero infettati col loro unguento quanti più avevan potuto…»
«Il 4 di luglio, come trovo in un’altra lettera de’ conservatori della sanità al governatore, la mortalità giornaliera oltrepassava i cinquecento. Più innanzi, e nel colmo, arrivò, secondo il calcolo più comune, a mille dugento, mille cinquecento; e a più di tremila cinquecento… Bisognava tener fornito il lazzeretto di medici, di chirurghi, di medicine, di vitto, di tutti gli attrezzi d’infermeria; bisognava trovare e preparar nuovo alloggio per gli ammalati che sopraggiungevano ogni giorno.»
Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene, soprattutto, e che riprende da Boccaccio: il momento di prova, di discrimine, tra umanità e inumanità.
Come la fine del Griso «in quell'ultima furia del frugare, aveva poi presi [...] i panni del padrone, e li aveva scossi, senza pensare ad altro, per veder se ci fosse danaro. C'ebbe però a pensare il giorno dopo, che [...] gli vennero a un tratto de' brividi, gli s'abbagliaron gli occhi, gli mancaron le forze, e cascò. Abbandonato da' compagni, andò in mano de' monatti, che, spogliatolo di quanto aveva indosso di buono, lo buttarono sur un carro; sul quale spirò, prima d'arrivare al lazzeretto, dov'era stato portato il suo padrone.»
Intanto la scienza di oggi ha stabilito degli indici percentuali, quello di contagio di un virus, un batterio o un parassita è l'indice con la sigla R0.
Con R0 uguale a 1 ogni contagiato può contagiare soltanto una persona, se è inferiore a 1 significa che può contagiare meno di un individuo e quindi che la malattia è destinata a spegnersi da sola.
ConR0 superiore a 1 iniziano dei problemi. (fortuna o natura direbbe il Boccaccio)
Ad esempio se il Covid-19 risulterà avere un R0 di 2 significherà che ogni persona può contagiarne altre due e se non si arresta la diffusione con l’isolamento dei malati, i contagiati raddoppiano ad ogni ciclo, che pare (per il Coronavirus) essere di circa 18 giorni..
Ricordiamo che il virus più contagioso è il Rotavirus che ha un tasso di contagiosità (R0) di 17,6 ma una mortalità pari a zero. Segue la Dengue con un R0 di 11 e una mortalità, se trattata per tempo, dello 0,4% poi il Morbillo con un R0 di 9-12 e una mortalità dello 0,7-0,8%. Più sotto la Varicella con un R0 di 8,5 e zero mortalità e la Parotite con R0 7 e mortalità dello 0,01%.