Rinasce in Germania l'«onta indelebile» che può infettare l'Italia

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Il risultato delle elezioni in Turingia uno dei più piccoli Bundesländer (stati federati) della Germania dovrebbe farci riflettere che, sottrarre agli elettori la scelta di chi dovrà governare, pur sembrando nei fatti un processo democratico, può minare invece nel profondo una democrazia. tedesca o italiana. Come disse Verdi, "Questa o quella per me pari sono".

di Paolo Molina

«Il più grande successo lo abbiamo ottenuto in Turingia» lo disse e lo scrisse con soddisfazione il Führer nel 1930. Nel 2020 il tabù politico per eccellenza in Germania, che «non si governa coi fascisti» potrebbe essere infranto. I risultati a sorpresa dell'ultima tornata elettorale hanno causato un terremoto politico senza precedenti. La scossa dalla capitale Turingia è arrivata sino a Berlino, e i suoi effetti sono ancora imprevedibili.

I media mainstream hanno gridando allo «scandalo» e all’«onta indelebile», tutti i partiti si sono affrettati a richiedere nuove elezioni in Turingia. Il liberale Kemmerich è stato subissato di insulti e di minacce, tanto che è stato necessario affidarlo alla protezione di una scorta.

La vicenda rischia di diventare storica.  Thomas Kemmerich, che è stato eletto alla carica di governatore con i voti determinanti della Cdu e del partito di ultradestra Alternative für Deutschland, si è prontamente dimesso. Gli è stato sufficiente raccogliere le parole sdegnate di Angela Merkel e ha capito che era meglio gettare la spugna.

Afd Turingia coverThomas Kemmerich (sinistra), e Björn Höcke, capo locale dell’Afd (destra)
La cancelliera aveva condannato all’istante l’«esperimento di Kemmerich» definendolo «imperdonabile», e il 5 febbraio del 2020 da ricordare come «un giorno nero per la democrazia». 
merkel imperdonabileLo sdegno era poi aumentato quando le erano giunte alle orecchie le voci dell’imbarazzo manifestato dallo stesso capo di Kemmerich, il leader dei liberali tedeschi, Christian Linder. Ma soprattutto quando aveva dovuto prendere atto delle minacce di rottura della coalizione di governo da parte dei socialdemocratici Norbert Walter-Borjans e del vicecancelliere Olaf Scholz sdegnati per il «tradimento dei valori democratici» consumato a Erfurt, capitale della Turingia.
Walter-Borjans e Scholz, che si erano visti costretti a un pronunciamento così duro dopo che il governatore uscente della Turingia, Bodo Ramelow (esponente di Die Linke e «vincitore» — con il 31 per cento — delle elezioni di tre mesi fa) aveva minacciato di mandare a monte ogni intesa, anche locale, con la Spd. Ai suoi occhi rea di essere alleata nel governo di Berlino con coloro che adesso avevano «rotto il cordone sanitario» antinazista.

Un bel pasticcio, dunque.

Tutti sospettano che la sezione locale della Cdu abbia stretto un accordo segreto con l’Afd. Non si tratta peraltro di un’Afd qualsiasi, ma della sezione più radicale della Germania, guidata da Björn Höcke che stampa e politici avversari qualificano come «nazista».
La situazione è incandescente e i suoi esiti sono potenzialmente rivoluzionari. Pare infatti che la frazione della Cdu in Turingia non abbia alcuna intenzione di tornare alle urne, indebolendo così la già provata leadership della Kramp-Karrenbauer. Il tabù politico per eccellenza in Germania («non si governa coi fascisti») potrebbe essere infranto.
A Höcke, dopo il suo brillante scacco matto, ora non resta che festeggiare. Comunque vada, questo risultato storico dell’Afd è tutto merito suo.

 

Ora c'è da farsi delle domande

I partiti europei di centro, fondamentali nel contributo alla costruzione del muro antinazista, e che hanno iniziato a declinare, soprattutto nei consensi, sono tentati a sperimentare alleanze proprio con le formazioni che sono dall’altra parte di questo muro.

È allora plausibile che la Cdu della Turingia non avesse previsto l’allarme che avrebbe creato un’improvvisa alleanza con Alternative für Deutschland?
O invece l'intesa voleva essere un modo di portare allo scoperto manovre alle spalle della Merkel che, come d'altronde i capi di quasi tutti gli altri partiti centristi europei, si è sempre dichiarata indisponibile ad accordi con l’estrema destra?
 
È possibile che il leader democristiano al Parlamento di Erfurt, Mike Mohring, non si sia reso conto di quali sarebbero state le conseguenze di un patto del genere con Björn Höcke, esponente dell’ala più radicale e fascisteggiante di Afd?
O che piuttosto Mohring abbia deciso di saggiare il terreno in vista proprio di una più generale rottura dello storico tabù.
 
È ora più chiaro che Democristiani e liberali di Erfurt, abbiano comunicato al mondo che  localmente i vertici della Cdu, del partito di Linder e di quello neonazista discutono con disinvoltura di possibili nuove combinazioni?
Per ora Erfurt la cosa si è velocemente smontata da sé, per scelta di Thomas KemmerichPuò darsi che vada a finire così anche una (quale?) prossima volta.
 
Ma sopratutto a noi stessi (italiani) che da troppo tempo ne discutiamo irosamente divisi. Non è che lo strano incontro tra centristi e destra, e qui in Turingia la più radicale, sia soprattutto l'effetto provocato da sistemi elettorali per cui chi va al potere non è deciso dagli elettori (non come succede nelle elezioni regionali e nei comuni italiani), ma dagli eletti, e sulla base di trattative poco trasparenti. 
 
E quanto miopi possono essere i partiti ormai obbligati a ricorrere ad alleanze strambe, che li faranno apparire ai loro elettori non sinceri nei propositi sbandierati in periodo elettorale e guidati da cinici trasformisti. Come potranno conquistare nuovi elettori?
E perchè accettare al proprio interno o delle loro alleanze leader o gruppi, disposti, raggiunto il momento opportuno, a trasferirsi in campo opposto?Dunque il segnale che viene dalla Germania dovrebbe farci riflettere sul fatto che, sottrarre agli elettori la scelta di chi dovrà governare, pur sembrando nei fatti un processo democratico, può minare invece nel profondo una democrazia. tedesca o italiana. Come disse Verdi, "Questa o quella per me pari sono".
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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

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