Trump s'incorona con le mutande dei marines. "God bless America”
L'Indipendent Day, il 4 luglio è stato nell'intenzione di Trump una grande celebrazione ma non tutti gli americani erano d'accordo.
Per tutti gli americani il 4 luglio è un grande giorno celebrativo, i festeggiamenti sono tanti, in tutto il Paese, ricchi di tradizioni ben precise.
È usanza passare il giorno dell’Indipendenza con i propri familiari facendo un barbecue o una grigliata all’aria aperta, per degustare qualsiasi tipo di carne.
Per chi è un vero patriota, rappresenta un momento speciale per l’intera Nazione.
Ci si riunisce con amici e parenti e si sta tutti insieme decorando la propria casa di bandierine o gagliardetti blu, bianchi e rossi, per rimarcare che, in quel preciso giorno, la propria Nazione era diventata finalmente libera e completamente indipendente.
Ciò che viene festeggiato è l’indipendenza dal Regno di Gran Bretagna, prima matrice comune dei due popoli e in seguito elemento soffocante e ‘di troppo’.
È il commemorare quell’importantissimo 4 luglio del 1776, quando uno dei Padri fondatori degli U.S.A., Thomas Jefferson, rese noto a tutti il documento che sta alla base di tutta la storia futura americana: la Dichiarazione d’Indipendenza.
In questo 4 luglio 2019 il presidente di tutti gli americani ha voluto "mark his territory", trasformare la storia di questa memoria collettiva e si è rappresentato come il commander in chief della macchina di guerra più potente del mondo.
Nel suo tributo all'esercito colpisce, e mette in imbarazzo, questo passo del suo discorso di chiusura indirizzato all'America ed al mondo:
«Nel giugno del 1775, il Congresso creò un esercito unificato dalle forze rivoluzionarie accampate intorno a Boston e New York...Il nostro esercito ha presidiato l'aria, ha speronato i bastioni, ha preso il controllo degli aeroporti, ha fatto tutto ciò che doveva fare, e a Fort McHenry, sotto il bagliore rosso dei razzi, ha vinto».
Questo mentre nel cielo volava l'aereo presidenziale, bombardieri e caccia, voli acrobatici e militari, e nei dintorni stazionavano carri armati, e a terra, migliaia di uomini in divisa militare - marines in testa - sfilavano di fronte alla gente comune, rincuorati dal gaudio degli esponenti del partito repubblicano che affollavano la tribuna presidenziale.
Altre voci americane rispondevano, dai media e nelle piazze.
Ci saranno strascichi: "God bless America”*
* God bless America” è «il “secondo inno” ufficioso degli Stati Uniti dietro al formale “Star Spangled Banner”, la bandiera a stelle e strisce».
Composta nel 1918 da un musicista russo ed ebreo, Irving Berlin, è una delle canzoni patriottiche più amate negli Stati Uniti.