Trump vuole comprarsi la Groenlandia
Non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti provano a comprare l’isola: era già stata presentata alla Danimarca un’offerta da 100 milioni di dollari nel 1946. Il paese europeo contribuisce per il 60 per cento al bilancio annuale della Groenlandia, spendendo oltre 500 milioni di euro all’anno in sussidi.
Secondo il Wall Street Journal l’interesse di Trump sarebbe nato proprio quando, durante una cena, una persona gli disse che la Danimarca sta avendo problemi economici a sostenere la Groenlandia, consigliandogli di acquisirla. «Cosa ne pensate?» chiese Trump agli altri commensali, secondo la fonte sentita dal Wall Street Journal.
Il Wall Street Journal ha citato diverse persone a conoscenza di queste conversazioni, confermate anche dal New York Times: Trump ha abituato in questi anni a idee e prese di posizione balzane ed estemporanee, ma il fatto che questa notizia sia arrivata sui più autorevoli giornali americani significa che ha o perlomeno ha avuto una certa concretezza.
La Groenlandia è la più grossa isola del mondo. Politicamente appartenente alla Danimarca, ma si autogoverna con una grande autonomia per quanto riguarda le proprie risorse e lo sfruttamento delle proprie terre, in larga parte coperte dal ghiaccio. Da sempre è una regione con un forte legame con gli Stati Uniti, non solo perché geograficamente appartiene al continente americano, ma anche perché è sempre stata un presidio strategico centrale della NATO. Sull’isola c’è la base militare americana più a nord, oltre 1.000 chilometri sopra al circolo polare artico: la Thule Air Base, parte del sistema di allerta antimissilistico statunitense e nella quale gli Stati Uniti hanno grandissime libertà di azione.