Quando il Regno Unito e gli Stati Uniti deragliarono l'Iran
L’Islam pacifico, tollerante e orientato in senso sociale, era considerato una minaccia tremenda, almeno a Londra, Washington e Parigi. Doveva essere fermato, anche distrutto, risolutamente e con tutti i mezzi disponibili. Soltanto il Wahhabismo, pre-approvato, che era collaborativo con l’Occidente e che dall’inizio, almeno parzialmente, era ‘coprodotto’ dall’Impero Britannico, fu scelto e gli si permise di ‘fiorire e avere successo’.
Nella foto: un’immagine dei disordini durante il golpe del 1953 in Iran.
Negli anni ’50, il mondo stava cambiando rapidamente e ci fu improvvisamente la speranza che i paesi che erano oppressi e saccheggiati da decenni e da secoli, prima dagli interessi geopolitici e commerciali prima dell’Europa e poi del Nord America, avrebbero finalmente infranto le loro catene e sarebbero stati orgogliosamente in piedi da soli.
Vari paesi comunisti nell’Europa dell’Est, ma anche la Cina, di recente liberata, aiutavano attivamente nel rapido processo di decolonizzazione in Africa, Asia, in Medio Oriente e in altre parti del mondo.
Questi sviluppi erano esattamente ciò che l’Occidente in generale e sia il Regno Unito che gli Stati Uniti, non erano pronti o disposti ad accettare.
Il Regno Unito si vendicò imponendo sanzioni economiche, appoggiato dalla sua pesante presenza navale nella regione. Mossadeq, tuttavia fu indisturbato: la sua popolarità crebbe tra il popolo iraniano. Di fronte alla resistenza di Mossadeq, l’alleanza Regno Unito-Stati Uniti organizzarono un colpo di stato per rovesciare il governo di Mossadeq.”
In Indonesia, un presidente progressiste e tollerante dal punto di vista religioso, Ahmed Sukarno, fu deposto un decennio dopo Mohammad Mosaddeq in Iran. Il colpo di stato avvenne nel 1956, con il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. Un numero di persone compreso tra 1 e 3 milioni, furono massacrati brutalmente.
I principali ‘peccati’ di Suharto, almeno agli occhi dell’Impero Occidentale, consistevano in forti posizioni patriottiche di sinistra che comprendevano la nazionalizzazione di quasi tutte le risorse naturali. Sukarno fu uno dei padri fondatori del movimento dei paesi non allineati.
Alla fine degli anni ’60, il socialismo nei paesi musulmani era stato quasi completamente demolito.
Arrivò l’era oscura della collaborazione, particolarmente nella regione del Golfo [Persico]. Il colpo di stato del 1953 in Iran, fu in seguito replicato in varie parti del mondo, perfino in America Latina.
Nella foto: un’immagine dei disordini durante il golpe del 1953 in Iran.
Desecretati, anche dei documenti “Top Secret” del 1952, del Dipartimento di Stato che hanno chiaramente dimostrato un grande desiderio del Regno Unito di compiere il colpo di stato in Iran.
Soggetto: proposta di organizzare un Colpo di stato in Iran.
Problema:
“Il Ministero degli Esteri britannico ci ha informato che sarebbe disposto a tentare di causare un colpo di stato in Iran, sostituendo il Governo di Mossadeq con uno che sia più “affidabile”, se il governo americano fosse d’accordo a collaborare…”
Anche se in origine il governo statunitense era esitante circa l’appoggio al Regno Unito nel programmare il rovesciamento del Primo Ministro Mohammad Mossadeq, cambiò subito idea, e permise alla CIA di progettare e di eseguire il colpo di stato.
Quelli che seguirono furono 26 anni di governo perversamente brutale dello Scià Reza Pahlavi e anche di controllo britannico-statunitense su quasi tutte le grandi risorse naturali dell’Iran.
L’Occidente eseguì un esperimento sull’Iran e sul suo popolo: come avrebbe reagito il paese a un bagno di sangue, al rovesciamento del suo leader benvoluto, a un furto delle sue risorse?
Come faceva da secoli, il Regno Unito ‘fece centro’: presagì correttamente che sarebbe stato in grado di convincere la sua prole, cioè gli Stati Uniti, che gli enormi crimini internazionali pagano, fin quando vengono commessi a volto scoperto.
E gli Stati Uniti industrializzarono questi crimini, come in precedenza avevano fatto con la produzione delle automobili o degli apparecchi radio. I crimi vennero prodotti in massa. Una serie di governi ‘inappropriati’ furono rovesciati, distrutti, in tutto il mondo: in Congo, nella Repubblica Dominicana, in Guatemala, Cile, Brasile, Indonesia, Vietnam. I crimini si accumulavano e si stanno accumulando ancora.
Il 1953 in Iran ha segnato l’inizio di un ‘nuovo capitolo’ nella storia del mondo, un capitolo terribile e brutale. Il popolo iraniano e la dirigenza iraniana sono ben consapevoli di questo. Il paese che ha sofferto così tanto, il paese che ha perduto centinaia di migliaia dei suoi figli e figlie a causa dell’imperialismo occidentale, dei giochi geopolitici e anche della pura avidità, sta a testa alta e con coraggio, non intenzionato ad arrendersi o neanche a cedere.
Vuole andare avanti, ma nella sua direzione, con la sua andatura, a beneficio del suo popolo. L’Iran non è da solo. C’è ora in atto un’intera potente alleanza formata da paesi di tutto il mondo: un’alleanza di quelli che non hanno paura di affrontare l’espansionismo letale e il conseguente terrore. Dalla Bolivia alla Cina, dal Sud Africa alla Russia, alla Siria, al Venezuela e alle Filippine, le persone ora ricordano l’Iran del 1953, determinate a difendere i loro paesi e il mondo dal male più grande, che è l’imperialismo!
Andre Vltchek
Andre Vltchek è un filosofo, romanziere, regista e giornalista d’inchiesta. Può essere raggiunto sul suo sito web http://andrevltchek.weebly.com/ e su Twitter: https://twitter.com/AndreVltchek