“Ho sempre chiesto perché”

“Ho sempre chiesto perché” non è soltanto la ricostruzione della vita professionale del giornalista Roberto Giardina, ma è anche la storia di un modo peculiare di osservare il mondo, e di un periodo storico ricco di trasformazioni.

giardina libroLa storia di un giornalista di lunga navigazione alla ricerca della verità.L’autore racconta con la naturalezza di chi per decenni ha vissuto le atmosfere tese delle redazioni e i rivolgimenti politici, componendo un memoir che funziona come un atlante del giornalismo italiano ed europeo dal dopoguerra a oggi.

Il libro si apre sulla Palermo dell’infanzia, dove le prime curiosità del bambino che sarebbe diventato cronista si intrecciano a una città in mutamento; da lì parte un percorso che attraversa Torino, Roma e infine Berlino, mostrando la vita concreta nelle redazioni giornalistiche: l’apprendistato, le scadenze serrate, le notti passate a limare un pezzo, gli incontri che cambiano tutto e quelle stanze d’hotel che per gli inviati sono quasi una seconda casa. È un mondo intriso di odore d’inchiostro, e caratterizzato da una ferrea etica professionale che ormai sta scomparendo, ma che in queste pagine ritrova corpo e voce.

Roberto Giardina non costruisce un monumento a sé stesso: offre invece una testimonianza lucida e imparziale che getta luce sulle trasformazioni del giornalismo, sulle sue illusioni e sulle sue derive, ma anche su ciò che resiste nonostante tutto. Quel “perché” che dà il titolo al libro diventa il filo rosso della narrazione: chiedere perché significa non accontentarsi dell’apparenza, saper andare oltre la superficie e rischiare l’impopolarità pur di cercare una verità più scomoda; è il gesto imprescindibile che definisce la vocazione del cronista puro.

Le pagine dedicate agli anni da corrispondente in Germania, Paese in cui vive da oltre trent’anni, sono tra le più vive e incisive: restituiscono una nazione osservata nelle sue tante sfumature tra politica, costume, mutamenti sociali e umanità. In questo lungo viaggio, il lettore incontra anche molte pubblicazioni dell’autore: saggi, romanzi, ricostruzioni storiche, opere tradotte all’estero e premiate in Italia. Ma più dei titoli conta la sensazione di una vita spesa inseguendo storie, immergendosi nei luoghi, ascoltando con la pazienza di chi sa che la verità non si consegna mai a chi ha fretta di afferrarla.

È questo approccio rigoroso e insieme profondamente umano a rendere “Ho sempre chiesto perché” non solo un’eccellente autobiografia ma anche un importante contributo culturale: un promemoria del valore del dubbio e un omaggio al mestiere del raccontare. È il ritratto di un uomo che non ha mai smesso di farsi domande, e che invita il lettore a coltivare la stessa inquietudine, perché dietro ogni fatto c’è sempre un’altra storia da scoprire

Luisa Cicconardi

Fonte: Kult Underground

 

 

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