La libertà a cielo aperto sul Muro della vergogna
L’atmosfera creata dalla East Side Gallery e dello stesso quartiere di Friedrichshain che la ospita è spesso minacciata da vari progetti edilizi che intendono speculare sul prestigio della zona.
Del 2013 è l’annuncio della costruzione di due palazzi al numero 13 della Stralauer Platz e aveva suscitato le proteste dei berlinesi e numerosi atti di sabotaggio. Oggi dove c'era anche il club reggae Yaam sono stati costruiti e ultimati due enormi palazzi, che hanno modificato per sempre la fisionomia del quartiere. Dove una volta c’era la spiaggia e si ballava a ritmo di reggae, ora ci sono due edifici che occupano un’area di oltre 9000 metri quadrati.
È stato preservato un tracciato del Muro di Berlino sopravvissuto al suo abbattimento e lungo più di un chilometro e trasformato dall’amministrazione della Germania riunita in un monumento volto a conservare la memoria degli eventi della Guerra Fredda e della sua fine simbolica, rappresentata proprio dalla caduta del Muro nel 1989.
Si racconta di una misteriosa donna di nome Christine Maclean, che nei momenti di maggior agitazione, che seguirono l’abbattimento, organizzò un gruppo di artisti per dipingere il lato est del muro, in precedenza inaccessibile. Tra il 1990 e il 1992 altri artisti proseguirono la sua opera e ricoprirono il tratto di Muro con murales e graffiti inneggianti alla pace, alla libertà, al disarmo, alla fine di ogni segregazione e discriminazione. La trasformazione in opera d’arte e monumento è il motivo per cui questo tratto del Muro (1300 metri) scampò alla distruzione, andando a costituire la East Side Gallery come la conosciamo oggi. Tra gli autori più noti di alcuni tra i 106 murales che sono conservati ricordiamo Thierry Noir (che aveva iniziato a dipingere la parte Ovest del Muro già dal 1984), Birgit Kinder (è suo il famosissimo graffito della Trabant che sfonda il Muro), Dimitrji Vrubel.
Dichiarata monumento nazionale nel 1992 e visitata da migliaia di turisti ogni giorno, seconda in numero di visitatori soltanto alla Porta di Brandeburgo, è il luogo adatto per chi vuole vedere con i propri occhi alcune tra le poche testimonianze superstiti di un periodo di grande fermento culturale e rivoluzionario. Presa d’assalto dai gruppi scolastici in gita, tra gli sfondi preferiti per le immagini del profilo di Facebook, attorniata dai venditori di souvenir, la East Side Gallery offre la possibilità di portarsi a casa un ricordo della città, pur non essendo più possibile lasciarvi sopra la propria firma (ormai il tracciato di Muro è quasi interamente recintato).
Birgit Kinder disegna un’auto che sfonda il Muro di Berlino.
La macchina è una Trabant, simbolo dell’industria leggera sovietica: si racconta che fossero necessari ben dieci anni per produrne una e consegnarla al richiedente.
È proprio a bordo di queste auto che i cittadini dell’Est si riversarono nell’Ovest dopo la caduta della Cortina di ferro.
Il titolo dell’opera, Test the Best, riprende lo slogan pubblicitario Test the West, di una marca di sigarette diffusa in occidente: Birgit Kinder vuole promuovere lo stile di vita occidentale contro la pesantezza burocratica e ideologica del sistema sovietico.
L’italiano Fulvio Pinna si richiama all’ideale di libertà attraverso il doppio richiamo all’Inferno dantesco (i Paesi a est della Cortina di Ferro) e all’Inno alla Gioia di Beethoven (che dà il titolo al dipinto).
<<Berlin 1989-1990
Ho dipinto il muro della vergogna affinché la libertà non sia più vergogna
Questo popolo ha scelto la luce dopo anni di inferno dantesco
tieni Berlino i miei colori e la mia fede di uomo libero!
Fulvio Pinna / Italia>>.
Il titolo significa <<Persone di tutto il mondo, siamo un unico popolo>>.
È il lungo graffito di Schamil Gimajev e si richiama a un ideale ecumenico di fratellanza. La stessa opera è infatti più conosciuta con il nome di Frieden, cioè <<Pace>>.