Accade in Italia, zero in condotta alla Ministra
Grande clamore mediatico. In Parlamento l’opposizione sbraita “Bocciata!” Con toni e modi che sviliscono l’aula.
Si tratta di un attacco alla ministra Azzolina, che si occupa con un DL di dare uno straccio di continuità educativa alla scuola nei mesi del Coronavirus o di qualcosa di manifestamente carente come l’educazione sociale?
Proprio quando sta per aprirsi il nuovo modello scolastico varato dalla legge del 20 agosto 2019 (n.9), peraltro sottoscritta da tutti i membri dell’attuale opposizione parlamentare.
Una legge che introduce elementi di chiarezza sui doveri del sistema scolastico di educazione e formazione nelle scuole primarie e secondarie.
Proprio oggi mentre la scuola decide di fare quel che gli si chiede, mass media e un certo modo di esser famiglia o branco si trastullano a inventarsi nuove regole del gioco, in un’altalena infernale di valori e disvalori.
Una legge che introduce con molti anni di ritardo e quasi come pozione magica lo studio della “Costituzione”. Costituzione repubblicana che afferma il primato, anche in educazione, nel momento in cui fa obbligo alla Repubblica, di promuovere il pieno sviluppo della persona umana.
La persona umana che dovrebbe essere il primum: e non può essere sostituita dal cittadino e dal lavoratore.
Un processo culturale che è evidenziato e portato avanti sin dal marzo 2000 dal “Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente” presentato a seguito del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 come strategicamente essenziale per “il buon esito della transizione ad un’economia e una società basate sulla conoscenza” con l’istruzione e la formazione permanente (lifelong learning and lifewide learning) definite “come ogni attività di apprendimento finalizzata, con carattere di continuità, intesa a migliorare conoscenza, qualificazioni e competenze”.
Una riforma al palo anche quando si sono mosse le truppe delle idee politiche del cambiamento, perchè sostanzialmente si cambiano gli schemi ma non la natura dei processi formativi.
Ci ritorna a mente a pochi giorni dall'anniversario della sua morte (11 giugno 1984), Enrico Berlinguer, il quale negli anni Settanta con l'esempio e con le parole rivolgeva il pensiero alle possibilità ed ai rischi che lastricano il percorso umano - sciagurato - degli ultimi 50 anni.
“ io credo che nessuno mai riuscirà a reprimere la naturale tendenza dell’uomo a discutere, a riunirsi, ad associarsi. Ogni epoca, certo, ha e avrà i suoi movimenti e le sue associazioni. Vedi per esempio, nella nostra i movimenti pacifisti, i movimenti ecologici, quelli che, in un modo o nell’altro, contrastano la omologazione dei gusti e il conformismo: chi avrebbe saputo immaginarli quaranta o anche venti anni fa? Naturalmente compito dei partiti dovrà essere quello di adeguarsi ai tempi e alle epoche. È qui che si misura la loro tenuta: sulla loro capacità di rinnovarsi.
Quindi tu non credi che anche i partiti storici come quelli della vecchia Europa possano diventare solo dei partiti-immagine…
Possono, certo che possono. Ma intanto bisogna attrezzarsi per saper essere anche partiti-immagine e partiti d’opinione. Il rischio è quello di diventare solo questo. Perché sarebbe un impoverimento non solo della vita politica, ma della vita dell’uomo in generale. „ dall’Intervista Ferdinando Adornato, l’Unità, 1 dicembre 1983
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