Cornelius Gurlitt, il mercante di quadri di Hitler
Si è aperta a Berlino, al Martin-Gropius-Bau (fino al 7 gennaio), la mostra sui quadri ritrovati nel 2012 nell'appartamento di Cornelius Gurlitt, a Monaco. In parte trafugati agli ebrei costretti a lasciare la Germania.
Due donne in un giardino, un anziano signore nascosto in un appartamento con un tesoro d'arte proibito. A New York, dopo 77 anni, martedì scorso, è stato restituito un quadro di Renoir alla legittima proprietaria, una signora ebrea. E giovedì, si è aperta a Berlino, al Martin-Gropius-Bau (fino al 7 gennaio), la mostra sui quadri ritrovati nel 2012 nell'appartamento di Cornelius Gurlitt, a Monaco. In parte trafugati agli ebrei costretti a lasciare la Germania, e a Parigi nel 1940, dopo la sconfitta contro la Germania nazista. Nel museo è esposta una minima parte delle 1.500 tele, con una documentazione esauriente (ma non sufficiente) della loro provenienza, e una storia della famiglia Gurlitt attraverso quattro generazioni. Una storia tedesca.
Alcune opere sono state restituite ai proprietari, come I due cavalieri sulla spiaggia di Max Liebermann. Delle altre continua l'esame, ormai difficile, per molti impossibile dopo un così lungo tempo. La signora Sylvia Sulitzer ha combattuto otto anni per ottenere giustizia. Il quadro Deux femmes dans un jardin apparteneva a suo nonno, il collezionista Alfred Weinberger, che lo lasciò in una cassaforte prima di fuggire da Parigi. Rubato dai nazisti, andò all'asta nel 1975 a Johannesburg, per poi cambiare proprietario a Londra e a Zurigo. La signora Sulitzer affidò le ricerche a uno studio legale di Berlino, che infine lo rintracciò quando l'opera di Renoir venne ancora messa all'asta nel 2013 da Christie's a New York.
Nel 2012, Cornelius Gurlitt fu fermato sul treno che lo riportava da Berna a Monaco per un controllo casuale. Gli furono trovati in tasca diecimila euro in contanti. Era un evasore fiscale? Aveva venduto una tela a un gallerista, fu perquisita casa sua: era stipata di tele, alcune di valore eccezionale. Altre furono ritrovate nella sua villetta a Salisburgo. Le aveva ereditate dal padre Hildebrand, protestò, tutto era a posto.
Il protagonista della mostra a Berlino è Hildebrand Gurlitt, noto storico d'arte, collezionista e mercante. Il padre era a sua volta uno storico dell'architettura, il nonno Louis un ottimo paesaggista dell'Ottocento.
Al Martin-Gropius-Bau ho ammirato una sua veduta del Monte Pellegrino, nella mia Palermo, che desidererei possedere.
Gurlitt andò spesso a Parigi dopo l'occupazione, ma non arraffava quadri nel deposito delle opere trafugate dai nazisti. Le acquistava dai mercanti francesi, suoi amici. Ma sapeva che la loro provenienza era sospetta, come sarebbe stato il Renoir di Weinberger. La nonna di Hildebrand, Elisabeth Lewald, era ebrea. Aveva timore di venire perseguitato a sua volta?
Dopo la guerra continuò ad avere successo, aprì una galleria a Düsseldorf, alle sue mostre nelle foto vediamo tra gli ospiti Thomas Mann e Konrad Adenuaer. Morì in un incidente d'auto nel '56. Lasciò tutto a Cornelius, che visse nella venerazione del padre. Circondato da un tesoro che la rivista Focus esagerando valutò un miliardo di euro, si accontentava di vivere con poco, vendendo a malincuore di quando in quando qualche tela. È morto a 82 anni nel 2014, e ha lasciato la collezione al museo di Berna.
Loro sapevano di essere colpevoli. Una passione senza gioia.