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Fra gli aspetti dello sciopero mondiale per il futuro mi ha emozionato la magica riscoperta della borraccia.Ci voleva il colpo di genio dei ragazzi per eleggerla a icona della loro crociata anti plastica. La borraccia in grigioverde legata all’epopea degli alpini. La borraccia delle grandi imprese di Coppi e Bartali.
La borraccia delle nostre scarpinate fra i passi dolomitici, dei bivacchi in alta quota. E fra tanti teneri ricordi, affiora qualche ombra angosciosa, la cappa scura che imprigiona la nostra atmosfera, la siccità, l’alveo screpolato dei fiumi, la desertificazione dei boschi e dei prati.
Un’arsura che curiosamente non colpisce tanti di noi. Mi riferisco agli ultra ottantenni e, peggio ancora, ai novantenni come me, che non amano più il bicchier d’acqua fresca : se trangugiamo oltre un litro al giorno è perché ce l’ha prescritto il medico. Sete come terapia.
Mi domando perché si è dissolt0 quello stimolo allegro e irresistibile dell’ adolescenza : dopo le furibonde partite di calcio, le fontanelle di ghisa col becco liscio e lucido come l’alluce di San Pietro e i fori sotto come il flauto.
Ho ancora nell’orecchio i richiami : sei troppo sudato, è troppo fredda , tienila in bocca un po’, prima di mandarla giù.
Mi spiegano che a una certa età c’è un’area del cervello che non attiva più il meccanismo della sete.
E io insorgo: perché il cervello attiva sempre i meccanismi del dolore, del sonno, della fame, ma ruba la sete agli anziani ?
Quando mi ricoverarono con un calcolo renale che brillava nel monitor come un diamante, erano anni che facevo il bullo in trattoria.
Minerale liscia o gassata? No grazie sono astemio , mi porti un Greco di Tufo.
L’amico Piero Romagnoli, il chirurgo-cecchino che fulminò il calcolo mi congedò così :”Il tuo rene era secco come uno stoccafisso. L’abbiamo alluvionato di flebo. Ora sta a te ubriacarti d’acqua ogni giorno”. Ok,ma come faccio a farmi venire sete?
In Usa hanno fatto un test : una iniezione salina a un campione di giovani e anziani per provocare arsura: ebbene gli anziani hanno bevuto la metà dei giovani.
La mia attuale avversione ha il significato di una nemesi. Ho troppo amato le stalattiti succhiate come ghiaccioli sciroppati, le pistole a spruzzo, il getto in faccia della canna che innaffiava l’orto dei nonni .
M’ero così infatuato dell’ “oro blu” di mare e laghi che al liceo proposi una ricerca sui poeti che vi si erano ispirati. Dalle chiare fresche dolci acque del Petrarca, alla‘canzone dell’acqua’ di Garcia Lorca, a Catullo:”le promesse dell’ amata sono impresse nel vento e sull’acqua”. E ancora:la pioggia di D’Annunzio che scroscia sciaborda schiocca schianta e quella di Palazzeschi che fa clop cloc. Dal Pessoa del “mio cuore è un morto lago”, all’epigrafe di John Keats: “qui giace un uomo il cui nome è scritto sull’acqua”.
E adesso dopo esser stata tanta parte della mia vita, l’acqua mi ha tradito. Secondo fonti ufficiali, sono uno dei due milioni di italiani che rischiano perché non bevono abbastanza : sorella acqua è divenuta una sorellastra arcigna.
Buona fortuna, cari ragazzi, e buona borraccia.
Luca Goldoni (Parma, 23 febbraio 1928) è un giornalista e scrittore italiano. Durante la sua carriera di giornalista ha fatto dapprima il cronista di nera, poi l'inviato di guerra, infine l'osservatore di costume. Attualmente collabora con "Il Corriere della Sera" e ha una rubrica fissa settimanale su QN (Resto del Carlino, il Giorno, la Nazione). Ha altresì una sua rubrica sul settimanale "Oggi". Moltissimi i libri.