Tischbein dal bel pennello torna all'amico Goethe

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Scoperta a Roma un'opera del pittore tedesco che ora approda nel museo dedicato all'autore di "Viaggio In Italia". L'amico lo ritrasse nel quadro più noto: Goethe nella campagna romana.

 maria gazettiÈ sorprendente, come ho già notato, che la stampa tedesca dia importanza a avvenimenti culturali di casa nostra, che noi riteniamo trascurabili, o dimentichiamo. In questo caso una piccola scoperta, ma che riguarda sia Italia e Germania. Un quadro che ricorda antichi legami. Maria Gazzetti ( nella foto a lato), la direttrice della Casa di Goethe a Roma, è riuscita a conquistare per il suo piccolo ma affascinate museo un quadro di Tischbein, il pittore amico dell'autore di Viaggio in Italia. La Frankfurter Allgemeine, il più importante quotidiano tedesco alla pari con la Süddeutsche Zeitung, gli dedica un lungo articolo sulla prima pagina del Feuillleton, la sezione culturale. A suo modo è un'opera simbolo dei rapporti tra i nostri due paesi. Dichtung und Malerei, poesia e pittura, è una testimonianza dunque, anche del rapporto di amicizia tra i due tedeschi uniti dall'amore per il nostro paese.

Goethe arrivò a Roma, entrando dalla Porta di Piazza del Popolo, il 29 ottobre del 1786, si fermò subito nella modesta Locanda dell'Orso, una sistemazione provvisoria. E fece chiamare Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, che da tempo viveva nella città eterna. Erano amici di penna dal 1781, come dicevano i ragazzini prima che venisse scoperto internet, ma non si erano mai incontrati. Erano quasi coetanei, 36 anni il pittore, due di più il poeta. Tischbein aveva ottenuto, grazie a Goethe, una generosa sovvenzione, uno stipendium, per il soggiorno romano, e si precipitò alla locanda la sera stessa. Invitò Goethe per il giorno dopo a casa sua, «appena a due passi», in via del Corso. Al poeta piacque l'alloggio dell'artista, al primo piano di Casa Moscatelli, ora al numero 18, e decise di trasferirsi, in una sorta di comune artistica tedesca, con Tischbein e altri due pittori. Vi rimase due anni. L'amico lo ritrasse nel quadro più noto: Goethe nella campagna romana, e in un altro celebre schizzo, visto di spalle affacciato alla finestra sul Corso. Poi Goethe ripartì per Napoli e la Sicilia, e Tischbein si fermò sul Golfo sedotto dagli scugnizzi.

1200px Johann Heinrich Wilhelm Tischbein Goethe in der roemischen Campagna

Tischbein, secondo la perizia, cominciò a dipingere il quadro già negli ultimi mesi del 1786. Poesia e pittura (60 per 48) ricorda il dipinto di Friedrich Overbeck Italia e Germania, più grande (90 per 124 cm) che però è successivo, del 1828. Per la verità, l'artista lo aveva intitolato Sulamith und Maria, ma non sedusse nessun compratore, rimase invenduto per quattro anni nel suo atelier, finché con una trovata furbesca cambiò il titolo, e immediatamente lo comprò Ludwig II di Baviera. Il re amava le nostre opere d'arte, che cominciò a comprare fin da quando aveva 18 anni, e non prese mai una patacca. Nella sua Monaco, 80 mila abitanti, una cittadina provinciale, fece costruire palazzi ispirati al nostro Rinascimento, a Firenze e a Roma. Spese troppo, e poi perse la corona per amore di Lola Montez, finta ballerina spagnola (era l'irlandese Eliza Gilberth). Overbeck si sarà ispirato a Poesia e pittura?

Maria Gazzetti, come Ludwig, si è innamorata lo scorso settembre a prima vista del quadro sconosciuto di Tischbein in casa di Duccio Trombadori: «Devo averlo a tutti i costi per Casa Goethe». Ma il proprietario non voleva cederlo. Non era una questione di prezzo. L'aveva comprato il padre Antonello Trombadori, scomparso nel 1993, nella bottega di un antiquario a Roma, nei primi anni del dopoguerra. Diciamo, era un quadro di famiglia. Gazzetti è riuscita a convincerlo e la trattativa è andata veloce, una notizia nella notizia. In pochi mesi è stata stilata l'expertise e il ministro della cultura tedesco ha autorizzato la spesa. Quanto sarebbe durata la trattativa per l'acquisto da una parte di un museo italiano? È difficile persino donare un'opera d'arte. Io sono un cattivo giornalista, e se mi dicono di non scrivere qualcosa, non lo scrivo, la valutazione del quadro non va riportata, ma va detto che Duccio Trombadori non ha ceduto perché convinto dal prezzo. Il quadro tornato dove fu dipinto, in via del Corso, testimonierà il buon gusto e l'amore per l'arte di suo padre Antonello. E l'antico legame tra Italia e Germania.

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Roberto Giardina

Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. È presente su Berlin89 con la rubrica Pizza con crauti.  
Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. 

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