L’amore è platonico quando mangi gli asparagi
In questo tempo perverso di stupri singoli o di gruppo, l’invito di Mary Lari a parlare di “amore platonico” mi sembra una margherita in un letamaio. Ma la colgo ugualmente. Il termine “platonico” è caduto in disuso: in un telequiz ho sentito una fanciulla rispondere: sarà l’amore sull’erba (aveva capito pratonico). Provo io a dare una definizione: l’amore è platonico quando mangi gli asparagi insieme a lei, poi fai pipì e pensi: a lei non succede, la sua è profumata.
Ricordo una ragazza con gli occhi viola e i capelli lisci come Alida Valli: la vedevo alla messa di mezzogiorno dove mi accompagnava mia zia affinché ascoltassi la fuga di Bach eseguita dal grande organista. La fanciulla s’era accorta dei miei sguardi e pareva che stesse al gioco: però mi guardava solo in chiesa, quasi che il luogo sacro legittimasse quelle schermaglie.
Fuori era irraggiungibile. Sapevo che frequentava un’altra compagnia ma farsi invitare da qualcuno del suo giro era impensabile. I giri erano impermeabili, rigidamente classisti.
Il mio era medio borghese (uno portava il castagnaccio, un altro la bottiglia di Doppio Kùmmel, un altro i dischi di Cole Porter). E ovviamente c’era il compagno martire che non ballava ma accudiva il grammofono a molla e spegneva la luce a cronometro, e le femmine fingevano di protestare.
A ballare, dunque, non l’avrei mai incontrata.
Pensai che avrei potuto tentare con un cane, incrociandola sul viale mentre portava al guinzaglio il suo (come si fa a non scambiar due parole mentre le bestie si annusano?). Ma gli amici che potevano prestarmi il cane avevano solo dei bastardini (adesso nobilitati a “meticci”) e lei incedeva con un sanbernardo. Dannato classismo anche qui.
Certo che di ragazze ce n’erano tante. Per esempio quelle con cui avevo giocato da bambino ed erano diventate anche carine. Ma erano come sorelle o cugine e come si fa ad innamorarsene? Facevo l’asino con le ragazze che non m’interessavano e diventavo un coniglio con quelle da Fuga di Bach. Quanti anni mi ci vollero per coniugare sentimenti e sesso?
“Beh, che c’è di strano – esclama il ragazzino, cavia cui ogni tanto faccio leggere qualche pagina per controllare il mio livello di rinco – anche oggi è così quando si prende una cotta”. E mi convince che tutto il resto è blablablà.