Achtung! Il Coronavirus ha un doppio effetto sulle donne
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L’isolamento è una delle caratteristiche più comuni delle relazioni abusanti, ed è già dimostrato come la violenza domestica aumenti durante i periodi di vacanza dal lavoro. L’imposizione dell’isolamento per via della pandemia può dunque amplificare il rischio a cui queste persone sono esposte, trovandosi a dover condividere per tutto il giorno gli spazi familiari con il proprio maltrattante.
di Laura Menti
In questa situazione, la coesistenza obbligatoria può diventare un pericolo per le donne che sono vittime di violenza di genere.
Restare a casa e condividere costantemente lo spazio con i propri aggressori per molte donne potrebbe non essere l’opzione più sicura, e potrebbe creare anzi le circostanze in cui la propria incolumità viene ulteriormente compromessa.
Claire Barnett, responsabile nel Regno Unito di UN Women, l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla parità di genere e all’emancipazione delle donne, ha spiegato che esistono «prove evidenti» che in tempi di incertezza economica e di instabilità sociale, l’abuso domestico aumenta.
«Quando le comunità subiscono ulteriori stress, i tassi di violenza aumentano». La ministra delle Donne australiana Marise Payne ha recentemente affermato che garantire la sicurezza delle donne e dei bambini dalla violenza è «fondamentale ogni singolo giorno» e che questo «non cambia nell’attuale contesto»:
«È fondamentale in questo momento difficile che le persone che hanno bisogno di servizi di sostegno per violenza familiare sappiano che tali servizi sono presenti e sono in grado di sostenerle». In Spagna il ministero della Giustizia ha incluso i tribunali che si occupano di violenza di genere tra quelli che continueranno a essere operativi, per «garantire l’emanazione di ordini di protezione e di eventuali misure precauzionali in materia di violenza contro donne e minori».
Non solo: in questa situazione di prossimità con il proprio aggressore e di riduzione dei contatti esterni è molto più difficile chiedere aiuto. Molte strutture di accoglienza per donne vittime di violenza sono state chiuse o fortemente limitate nella loro attività, e questo significa anche una maggiore difficoltà ad accedere ai vari supporti specialistici e ai luoghi di rifugio.
Le circostanze attuali portano poi a scoraggiare le donne dal fare segnalazioni e quindi a rinviarle. Qualche giorno fa la magistrata della procura di Milano Maria Letizia Mannella ha spiegato che da quando è iniziata l’emergenza coronavirus c’è stato anche «un calo» nelle denunce per maltrattamenti: «Ci basiamo solamente sull’esperienza perché è ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine».