Arrosticini con le patate è guerra e con il pane è amore

Le origini degli arrosticini, si perdono nel mito del versante orientale del Gran Sasso, in particolare la voce del popolo ne attribuisce la nascita alla zona di Villa Celiera o secondo altre fonti Rosciano, piccoli paesini in provincia di Pescara. Sono, quindi, secondo la tradizione orale tramandata, una specialità tipica di Pescara e Teramo, dove troverete tuttora immancabilmente tante caratteristiche e accoglienti taverne dall’insegna “Gli originali arrosticini abruzzesi”.


arrosticini 1L’origine degli arrosticini, è legata ai pastori in transumanza, i quali nell’intento di sfruttare appieno le risorse di carne delle loro pecore, ricavavano, dalle zone vicine alle ossa dell’animale, piccoli pezzettini di gustosa carne e ne facevano degli spiedini utilizzando un bastoncino di legno di “vingh”, una pianta che cresce spontanea lungo le rive del fiume Pescara, per poi cuocerli alla brace all’aperto.

Quindi, come tradizione pastorizia comanda, il vero arrosticino abruzzese è di carne ovina, idealmente con carne di pecora giovane chiamata in dialetto “ciavarra”.

Ai classici arrosticini di pecora si sono aggiunti, anche arrosticini di tacchino o maiale, ma la raccomandazione del vero estimatore è di diffidare dalle imitazioni! Ovviamente il gusto sarà ben lontano da quello dell’originale, infatti è proprio la tipologia di carne a giocare un ruolo fondamentale nell’originalità del gusto dell’arrosticino abruzzese.

 Gustarli in Abruzzo

Naturalmente si possono gustare ovunque, basta avere una griglia (meglio una "canala" e degli amici con cui condivivere la gioia.

Non sarebbe comunque male di passaggio spingersi fino a Giulianova, o in Val Vomano o muovendosi random tra Villamagna, Lanciano, Alanno, Vestea o Elice o alla piacevole festa agostana nel borgo di Santa Maria in Atri, in quel di Teramo.Nulla vieta di cuocerli in forno, perdereste però l’aroma tipico della brace, e sarebbe un peccato. 

Preparazione Degli Arrosticini

Per preparare gli arrosticini, la carne viene tagliata in tocchetti di dimensioni molto ridotte ed infilata in spiedini (in alcune zone detti «li cippe»). Nell’ arrosticino fatto a mano, la carne è tagliata con il coltello a tocchetti irregolari di varia dimensione interponendo strati di carne molto magra a tocchettini di grasso, sempre di pecora, che li rende morbidi e profumati. Quest’ultimo tipo di arrosticini, a detta degli estimatori, è il più pregiato perché necessita di carne di ottima qualità per poter reggere bene una cottura più lunga.

Ingredienti:

700 gr di carne di pecora, montone o castrato

Preparazione:

Prendete la carne e tagliatela a cubetti di circa un centimetro di lato. Prendete gli spiedini e infilate i pezzi di carne, alternandoli tra grassa e magra.

Metteteli a cuocere sulla brace e cuoceteli per una decina di minuti, girandoli due o tre volte.

Verso la fine, salate e pepate a piacere. Volendo potete fare una marinata a base di olio, succo di limone e rosmarino e lasciarvi la carne per una mezz’oretta prima di cuocerla, dopo avela ben asciugata.

Volendo farli nel forno, mettete gli arrosticini su una teglia nel forno al massimo della potenza, poi mettete a cuocere per una decina di minuti girandoli due o tre volte.

Gustare gli Arrosticini

 L’arrosticino non è mero nutrimento, ma un rito, un momento di condivisione che i pastori si concedevano durante le lunghe transumanze dei monti.1 arrosticino come mangiare

Per questo vanno mangiati con le mani, senza disfare lo spiedino per poi mangiarne i pezzi nel piatto. Anche perché gli arrosticini non vanno mai serviti nel piatto, ma esclusivamente nei “fasci”, mazzi composti da circa una ventina di arrosticini tenuti assieme da carta stagnola, che ne conserva aromi e sapore. Oppure una finezza, si possono usare le conche abruzzesi, sorta di ciotole molto profonde utilizzate per servire gli arrosticini.

Gli arrosticini sono dei liberi battitori, oppure dei misantropi. Per questo non andrebbero mai serviti con patate, insalate o verdure varie di contorno. Al limite possono tollerare una fetta di pane abbrustolito sul loro stesso braciere. D’altronde, a una fetta di pane caldo, nessuno può dire di no.

 

 

roccascalegna

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