Che cos’è la cultura di una nazione? Correntemente si crede, anche da parte di persone colte, che essa sia la cultura degli scienziati, dei politici, dei professori, dei letterati, dei cineasti ecc.: cioè che essa sia la cultura dell’intelligencija. Invece non è così. E non è neanche la cultura della classe dominante, che, appunto, attraverso la lotta di classe, cerca di imporla almeno formalmente.
Il 3 gennaio 1945 sul quotidiano “Risorgimento liberale”* a firma Luigi Einaudi* era pubblicato l'articolo "Contro il mito dello stato sovrano” ci pare troppo attuale per non riproporlo integralmente.
Siamo sul finire del 1800 e a Parigi cominciano ad essere ritrovo abituale, di artisti d’avanguardia e intellettuali, dei piccoli locali, qualche volta ristoranti, che servono bibite, alcol. E intrattengono gli avventori con spettacoli anticonformisti, di carattere antipolitico, satirici e allusivi. Con lo "Le Chat Noir" nel 1881, è nato il cabaret, un modello che si diffonderà presto nelle maggiori città europee.
Mussolini decide di riprendere in mano le redini del Paese: 'Eravate un popolo di analfabeti. Dopo ottanta anni torno e vi ritrovo un popoli di analfabeti.'
Cosa farebbe Adolf Hitler se dovesse far propaganda ai giorni nostri? Ce lo mostra David Wnendt nel 2015
Berlin89 magazine del Centro Studi Berlin89
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