Black box Schufa, ma che trombata tedesca è?

In Germania è noto a tutti i cittadini. E per qualcuno rappresenta anche un “incubo". Chiunque voglia aprire un mutuo o affittare un appartamento viene valutato attraverso un punteggio in grado di predire la sua affidabilità creditizia. A realizzare il sistema di rating è una società privata - chiamata Schufa, i cui maggiori azionisti sono le banche tedesche - e che raccoglie informazioni su oltre 67 milioni di cittadini e poi, attraverso un algoritmo proprietario, le traduce in un punteggio.

Come spiegano alcuni esperti, il rating non solo determina la possibilità di accedere a beni e servizi, ma anche le condizioni con le quali le si ottiene: “Se fai una richiesta di prestito a una banca, ad esempio, il tuo Schufa può determinare anche il tasso di interesse che pagherai per quel prestito”.

Nonostante la sua enorme influenza sulla vita di milioni di persone, il funzionamento di questo sistema di rating è del tutto ignoto: è protetto da segreto commerciale, come ha ribadito una sentenza del 2014 della giustizia tedesca.

Ma ora un gruppo di attivisti e associazioni ha iniziato a fare luce sul meccanismo di Schufa, attraverso una campagna di sensibilizzazione che rappresenta anche uno dei primi casi al mondo in cui i cittadini si mobilitano per chiedere più trasparenza sugli algoritmi. Un tema, questo, destinato a diventare centrale nei prossimi anni (https://www.valigiablu.it/algoritmi-politica-trasparenza/), considerato il peso che gli algoritmi stanno assumendo all’interno della vita sociale.

Inchiesta di Bayerischer Rundfunk su Open Schufa (Link)

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Open Schufa - Promossa da Open Knowledge Foundation Germany insieme a AlgorithmWatch, la campagna di crowdsourcing Open Schufa è stata lanciata a Febbraio 2018, invitando i cittadini a richiedere il proprio Schufa personale (la società permette di fare una richiesta gratuita all’anno) e poi a condividerlo in maniera sicura online. L’obiettivo è raccogliere quanti più dati possibile, in modo da capire meglio come funziona il sistema e proporre dei correttivi.

Secondo gli ideatori della campagna, molto spesso le informazioni condivise con Schufa non sono corrette o aggiornate: la mancanza di trasparenza non permette di ricostruire tutti i passaggi, con diversi errori che si ripetono a catena.

“Circa il 10 per cento dei cittadini valutati da Schufa hanno una o più voci negative - spiegano gli organizzatori - Fino ad ora queste voci non sono state controllate (...) E’ possibile che, oltre a errori e pregiudizi del sistema, anche i 9000 partner (banche o fornitori di servizi di telecomunicazioni) abbiano fatto degli errori”.

Illustrazione di Der Spiegel (LINK)

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Data journalism  - Fino ad ora oltre 30.000 cittadini tedeschi hanno richiesto il proprio Schufa attraverso il sito della campagna e più di 2800 hanno deciso di “donare” queste informazioni agli organizzatori. I dati raccolti sono stati messi a disposizione dei giornalisti di Der Spiegel e Bayerischer Rundfunk per un’inchiesta di data-journalism. Dalle prime analisi sono emersi tre aspetti interessanti:

1) i maschi giovani sono significativamente più a rischio di avere un punteggio negativo rispetto ai maschi più anziani;

2) il sistema in media conserva 3 o meno informazioni economiche su ciascun cittadino (e si basa su così poche informazioni per fare una predizione del rischio);

3) alcuni cittadini vengono valutati a rischio anche se non hanno nessuno storico negativo.

Un esempio di FICO Score, sistema attivo negli Usa che offre maggiore trasparenza

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“Un miglior rating è possibile” - Non solo i cittadini, ma anche le istituzioni tedesche iniziano a prendere posizione sulla trasparenza dei sistemi di rating creditizio.

Schufa, infatti, è solo la più nota, ma in Germania esistono molte altre realtà simili, come del resto in Italia dove sono note come SIC - Sistemi Informazione Creditizia.

“Le società che realizzano i rating dovrebbero condividere con i cittadini i fattori principali su cui si basano in maniera chiara e comprensibile”, sottolinea un recente report pubblicato da Sachverständigenrat für Verbraucherfragenagenzia del ministero della Giustizia tedesca.
Uno degli autori del report ha sottolineato che “è arrivato il tempo che mettiamo gli interessi dei consumatori prima degli interessi degli istituti di credito (...) I cittadini hanno il diritto di capire come vengono realizzati questi rating”.

A questo proposito il settimanale Der Spiegel segnala la buona pratica di FICO, sistema attivo negli Stati Uniti che spiega in maniera dettagliata ai consumatori a stelle e strisce il funzionamento del punteggio (si veda il grafico sotto). Insomma, un altro sistema di rating per i cittadini della società digitale è possibile. E, di sicuro, dovrebbe puntare tutto sulla trasparenza.

FICO Score spiega ai cittadini come calcola il proprio punteggio

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“E’ arrivato il tempo di mettere gli interessi dei consumatori prima di quelli degli istituti di credito (...) I cittadini hanno il diritto di capire come vengono realizzati questi sistemi di rating”

Fonte: Wind Transparency Forum

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