La "collusione russa" è un'aringa rossa mentre sorge il Quarto Reich
Se la democrazia liberale parla della "fine della storia", il fascismo con la sua ostilità verso la cultura e la civiltà segna la fine dell'umanesimo. Come disse il grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: "La storia non dice mai addio". Dice "ci vediamo dopo".
Con l'avvicinarsi delle elezioni di medio termine degli Stati Uniti del 2018, non vi sono ancora prove di "collusione" tra la campagna del presidente Donald J. Trump e il governo russo, dopo quasi due anni di inchiesta. Finora nelle indagini del Dipartimento di Giustizia, guidate dal Consigliere speciale Robert S. Mueller III, è stata scoperta solo una traccia di corruzione che coinvolge i membri di Trump. Nessuno dei loro errori si collega ai cittadini russi, anch'essi incriminati, inclusa l'attività illecita di pressioni esercitate dall'ex presidente della campagna Paul Manafort in Ucraina, che in realtà è andata contro gli interessi della Russia a nome dell'UE. Si può prevedere che saranno scoperti altri misfatti dai suoi compari, dato che la corruzione a Washington cresce sugli alberi, alcuni dei quali potrebbero addirittura implicare Trump stesso. Tuttavia, se ci fosse qualcosa di incriminante a livello di alto tradimento, Il Cremlino ha anche soddisfatto la necessità di un capro espiatorio attraverso l'Atlantico per il referendum Brexit del Regno Unito. Mueller ha esaminato le e-mail della società di consulenza britannica Cambridge Analytica, ma apparentemente solo per controllare se contengono prove di intrighi tra Trump e la Russia.