Agli occhi dei russi l'Eu è alla canna del gas
Visto da Mosca, la scelta è obbligata, senza il gas russo il vecchio mondo rischia il default. I due autori moscoviti dell'articolo che pubblichiamo non sollevano questa minaccia."Se decidete di sanzionarci definitivamente il prezzo del combustibile blu sarà sempre più alto", si limitano a scrivere sul tabloid Moskovskij Komsomolez (un milione di copie); e concludono: "rifiutando il gas russo, gli europei non hanno comunque scelta, poichè dovranno passare al carbone e lo dovranno acquistare dalla Russia, la sola nazione in grado di soddisfare la loro domanda”.
Inoltre, questi volumi aggiuntivi devono ancora essere portati da qualche parte. I terminali per la rigassificazione del GNL della Ue sono carichi di consegne pianificate, e i nuovi impianti non vengono costruiti dall’oggi al domani. Washington, ad esempio, propone di costruire un gasdotto dalla Spagna (dove è immagazzinato molto GNL americano) alla Francia. Tuttavia, l’attuazione di un tale progetto da zero richiederà investimenti notevoli e molto tempo. Anche la costruzione di nuovi terminal meno costosi in Europa, secondo gli esperti, richiederà dai due ai cinque anni.
Altrettanto dubbie appaiono le prospettive di ulteriori consegne attraverso gasdotti alternativi a quelli russi. Qui le principali speranze dei funzionari europei sono legate al gas azerbaigiano fornito tramite i gasdotti Trans-Anatolian (TANAP) e Trans-Adriatico (TAP), nonché al Baltic Pipe tra Polonia e Danimarca. Tuttavia, le ultime due rotte sono ancora in via di completamento e la prima è caricata al massimo delle sue attuali capacità: 15-16 miliardi di metri cubi all’anno. Cifra che ancora una volta, è incomparabile con le esportazioni di gas russe in Europa.
L’Europa non sarà in grado di sostituire completamente il gas russo, afferma Igor Yushkov, esperto dell’Università Finanziaria presso il Governo della Federazione Russa: “Per gli europei siamo il più grande fornitore di gas. I volumi delle nostre consegne sono enormi, è impossibile per chiunque sostituirli, perché nessuno può produrre volumi aggiuntivi su tale scala. E se gli europei cercheranno di sostituire il nostro gas con qualche altra fonte di energia, si rivelerà che torneranno al carbone. Pertanto, abbandoneranno ciò di cui hanno parlato per così tanto tempo negli ultimi anni: decarbonizzazione, emissioni nocive, salvataggio del pianeta … Niente di tutto ciò accadrà. E poi, il più grande fornitore di carbone alla Ue non è altro che la Russia. Pertanto, potrebbe sorgere una situazione paradossale: rifiutando il gas russo, gli europei passeranno al carbone, che, ancora una volta, dovranno acquistare in Russia”.
Secondo Yushkov, le autorità Ue semplicemente non hanno riserve di gas chiavi in mano che possono essere prelevate dallo stoccaggio e distribuite ai consumatori. Ad esempio, i nuovi impianti GNL potranno entrare in funzione, nella migliore delle ipotesi, solo tra due anni. Sempre secondo Yushkov, senza il gas russo la Germania (che da sola vale 50 miliardi di metri cubi, quasi il 30% di tutte le esportazioni di gas russe verso la Ue) sarà il Paese che soffrirà di più.
Fonte: Moskovskij Komsomolez
Dmitrij Dakuciaev, giornalista, è direttore del Dipartimento di Economia di "Moskovsky Komsomolets". Si è laureato con lode in ingegneria all'Ufa Aviation Institute e succesivamente in Scienze Economiche. E' autore di numerosi libri divulgativi e libri di testo sull'economia di mercato.
Nikolay Makeev, fisico, laureato all'Università tecnica statale di Mosca "STANKIN" con un dottorato in energia. E' una "firma" di "Moskovsky Komsomolets". E' stato premiato con i diplomi onorari dall'Associazione delle Organizzazioni Produttrici di Petrolio Indipendenti, dall'Associazione delle Raffinatori di Petrolio e Petrolchimici e dai sindacati del settore energetico.