Facebook censura la sofferenza dei palestinesi

Meta Platforms, meglio nota come come Meta, l'impresa statunitense che controlla i servizi di rete ha sistematicamente  soppresso i contenuti filo-palestinesi pubblicati su Facebook e Instagram, ha scoperto Human Rights Watch in un rapporto pubblicato qualche giorno fa.

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I metodi per mettere a tacere i giornalisti palestinesi

Dal Medio Oriente giunge una lezione sulla difesa della libertà di stampa. "Perché i giornalisti devono parlare apertamente di Gaza" è il titolo di un articolo mediante il quale nove giornalisti palestinesi rivelano le condizioni in cui si sono costretti a lavorare al punto tale, che non indossano più giubbotti stampa per evitare di essere colpiti dai proiettili israeliani. Le ragioni che li spingono nonostante tutto a raccontare dalla striscia di Gaza.

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Oms: a Gaza le malattie potrebbero essere più letali delle bombe

"Se sei malato, se tuo figlio ha la diarrea, se hai un'infezione respiratoria, non riceverai alcun aiuto.Alla fine vedremo più persone morire a causa delle malattie che a causa dei bombardamenti se non saremo in grado di rimettere in piedi questo sistema sanitario”, afferma Margaret Harris, portavoce dell'OMS.

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Guerra agli ospedali per rendere Gaza inabitabile

Nessun posto è sicuro! Se rimani muori! Israele non sta attaccando gli ospedali di Gaza perché sono “centri di comando di Hamas”. Israele sta sistematicamente e deliberatamente distruggendo le infrastrutture mediche di Gaza in quanto parte di una campagna di terra bruciata per costringere 2,3 milioni di palestinesi a oltrepassare il confine con l'Egitto da dove non torneranno mai più. 

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Israele perderà. Ecco perché

Sul conflitto Israele Palestina i media mainstream offrono soltanto la versione israeliana. Non riescono a immaginare che Israele possa avere torto, e tanto meno a credere che Israele, nonostante (o a causa del) suo attacco genocida ai danni dei civili, possa perdere la guerra. Kevin Barrett, musulmano americano, studioso di islamistica, si affianca a due giornalisti della rete televisiva  Al-Jazeera e ci fa conoscere il "punto di vista" dell'altra sponda.

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Gaza. Gli Ayatollah sul piede di guerra !

Se l'Iran entrasse in guerra il prezzo del petrolio balzerebbe a 500 dollari al barile contro gli 80 di oggi, e con il protrarsi del conflitto, potrebbe superare i 750 dollari al barile. Sarebbe il collasso dell’economia europea, già rimpicciolita a causa delle sanzioni contro la Russia. ll petrolio iraniano rappresenta il 13 per cento della fornitura energetica mondiale,

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