La cortina di bambù che alla Cina rende
I cinesi hanno ben studiato la situazione di quei paesi europei che hanno tutti un comune passato da cortina di ferro, che sono in paranoia coi russi e sono usati dagli americani soltanto come base militare. La cooperazione con la Cina va operativamente avanti da tempo. Da Pechino si ridisegna il futuro europeo. Lo conferma l'8° meeting sulla cooperazione di cui è difficile trovare notizie nella stampa occidentale.
Della serie “cose di secondaria importanza” oggi vi aggiorno sull’avvenuto 8° meeting sulla cooperazione tra Cina e Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Nord Macedonia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia, detto format 16+1. Ben 11 di questi 16 sono nell’UE. Ma da oggi si aggiunge la Grecia, quindi diventano 17+1 di cui 12 nell’UE e 6 nell’euro. Il format viene da lontano avendo avuto il suo primo meeting nel 2012.
Com’è andato? Be’ difficile trovare notizie nella stampa occidentale. Allego però il noiosissimo elenco delle risoluzioni finali di fonte cinese (ma tranquilli, è in inglese). In breve si possono dire due cose con commento finale. La prima cosa è che la dichiarazione riassuntiva è lunghissima, sono 10 punti articolati in 68 paragrafi. In linea generale, si mostra una articolazione estremamente sofisticata di chi fa cosa con chi, distribuendosi compiti e prospettive comuni. Alcuni punti sono molto interessanti dal punto di vista operativo. La seconda è che gli appuntamenti per prossime iniziative - e solo per il 2019 - conta 38 eventi (commerciali, ricerca, studio, sport, fiere, lavori vari).
La sintesi di questi due punti è che la cooperazione va operativamente avanti da tempo, è estremamente articolata, cioè intessuta a grana fine, quindi trattata per l’oggettiva articolazione e differenze che i 16 o 17 paesi europei hanno. Non si limita alle ovvie centrali questioni inerenti la BRI ed il commercio nel senso che comprende approcci culturali più ampi. Per fare affari ci si deve conoscere e gli uomini vengono prima degli uomini d’affari, vecchio mantra che coloro che hanno avuto a che fare coi cinesi conoscono bene.
Quindi, si tratta di cose concrete, sempre più articolate, sistemiche, sia perché prevedono declinazioni molto ampie, sia perché a questo punto trattano i 16/17 paesi come un unico sistema ma non indifferenziato al suo interno. Gli stessi 16/17 paesi europei cominciamo sempre più a vedersi come un unico sistema, fatto che si evince anche nel richiamo al Trimarium (terre che collegano il Baltico, al Mar Nero, al Mediterraneo/Adriatico). I cinesi si infilano così lesti lesti e senza attriti tra istanze geopolitiche diverse che questi Paesi hanno nei confronti della Russia, degli USA e della UE. E’ il vantaggio di chi non è tuo vicino e viene con le tasche piene di soldi a chiederti “cosa posso fare per te che poi è anche per me?”.
Il commento è che i cinesi hanno ben studiato la situazione di questi paesi che hanno tutti un comune passato da cortina di ferro (da oggi cortina di bambù, flessibile, elastica, permeabile) che hanno avuto accesso alle forme di economia moderna più o meno da quando anche i cinesi si sono ad esse convertiti, sono ignorati dall’UE che conta che è di fatto una unione (?) occidentale, sono in paranoia coi russi e sono usati dagli americani solo come base militare, vengono trattati da paria a Bruxelles e comunque non hanno ricevuto da Bruxelles alcuna attenzione sistemica, nessun piano Marshall, nessun trattamento organico. Tanto meno “investimenti” di sistema, perché l’UE non è un vero sistema è più un aggregato. Infatti, non si sarebbe neanche volendo potuto fare un 16+1 dove l’1 fosse stata l’UE e non la Cina, perché l’UE non è Uno, non è uno Stato ma un aggregato di stati concorrenti.
I cinesi sono grandi e grossi, millenari ed intelligenti. Scrivevano trattati di strategia oggi libri di testo in tutte le accademie militari e manageriali del mondo avanzato, partendo da tradizioni orali di duemilasettecento anni fa. In più, più o meno dallo stesso periodo, giocano a "go". Le conclusioni traetele voi.
[I fatti accadono spesso con sequenza inversa la loro significato. Ora si capisce meglio l’importanza del MoU con l’Italia e la faccenda di Trieste e si capisce anche la dichiarazione UE-Cina. Se 11 paesi UE vanno avanti a grandi falcate in quel format di collaborazione avanzata, certo non si poteva andare appresso alle sole paturnie di Macron e stante che quei Paesi sono da sempre il Lebensraum germanico, no?
Pierluigi Fagan
Ha lavorato per più di vent’anni come manager di multinazionali e poi come imprenditore. Ritiratosi dal lavoro, ha poi intrapreso un lungo periodo di intensa ricerca intorno al concetto di complessità, declinata in vari campi di studio. Scrive per il suo blog (pierluigifagan.wordpress.com) sul concetto di complessità (in senso filosofico, economico, politico e geopolitico) e i suoi articoli compaiono su diverse riviste online.