Pride. Tutto cominciò a New York con la rivolta dello Stonewall Inn
la rivolta dello Stonewall Inn è parte integrante della storia Lgbt, ma in pochi sanno perché Stonewall è così famoso e importante per la comunità gay. E sono pochissimi a sapere cosa successe la notte del 27 giugno 1969, all’una di notte (perciò la ricorrenza si celebra il 28 giugno).
Partiamo dalle basi. Lo Stonewall Inn è un pub punto di riferimento della comunità gay e si trova nel quartiere del Greenwich Village, a New York. Un luogo molto importante non solo per la comunità LGBTI, ma per tutta la storia americana. Dal 2016 infatti, lo Stonewall Inn è stato riconosciuto come monumento nazionale su decisione del presidente Barack Obama.
Come molti luoghi per omosessuali all’epoca, lo Stonewall Inn non era un locale regolare. Legato alla malavita e senza licenze, poteva operare grazie alle mazzette che venivano elargite agli agenti di New York, che tuttavia si riservavano il diritto di fare retate contro i clienti. Così avvenne anche il 28 giugno 1969, ma a differenza delle volte precedenti accadde qualcosa.
Il motivo del controllo era sempre lo stesso: procedere a periodici rastrellamenti della clientela che non indossasse almeno 3 oggetti ritenuti “gender appropriate” e schedarla nonostante non arrecassero disturbo a nessuno. Nello specifico, avere degli oggetti che fossero gender appropriate significava rispecchiare il genere sessuale della persona, in assenza dei quali era previsto l’arresto.
Com’era solito, molti dei presenti vennero trattenuti. I testimoni raccontano che una ragazza lesbica, mentre veniva arrestata, urlò a tutti gli altri clienti che non erano stati arrestati: “Perché non fate qualcosa?”.
Bastò quella domanda per scatenare una vera e propria rivolta. Lanci di sampietrini e bottiglie di vetro contro gli agenti, auto della polizia distrutte, lampioni divelti. Una vera e propria guerriglia scatenata dalla rabbia delle continue persecuzioni che le persone gay e trans dovevano subire ogni settimana.
Un simbolo di questa rivolta fu Sylvia Rivera, che avrebbe urlato “It’s a revolution” (è una rivoluzione). E la rivoluzione si fece davvero. L’intervento delle squadre anti sommossa bloccarono i manifestanti con estrema violenza e gli scontri si ripeterono per giorni, anche nelle settimane successive. Ci furono arresti, aggressioni e abusi da parte degli agenti. Come successe appunto a Sylvia Rivera. Tutto questo segnò l’inizio di quello che ora chiamiamo “orgoglio omosessuale”, ovvero il Gay Pride.
Proprio per questi episodi, giugno è stato dichiarato il Mese dell’Orgoglio omosessuale. Durante il mese di giugno, si ricordano i Moti di Stonewall, le tante donne transessuali, i ragazzi gay e le ragazze lesbiche che hanno lottato e sofferto per iniziare il lungo cammino verso la parità dai diritti.