Berlinale68°. C’era una volta il giornalista doc
È al nostro mestiere di giornalista che è dedicato uno dei film migliori in concorso alla 68a Berlinale, “Tre giorni a Quiberon”. Pochi dei nostri critici se ne sono accorti. Non è un caso.
Roberto Giardina il .
È al nostro mestiere di giornalista che è dedicato uno dei film migliori in concorso alla 68a Berlinale, “Tre giorni a Quiberon”. Pochi dei nostri critici se ne sono accorti. Non è un caso.
Vincenzo Maddaloni il .
La Berlinale 2018 conferma questa sua edizione al femminile con un altro film, questa volta iraniano nel quale le donne sono le vere protagoniste. Tra uno svolazzare di chador, di sfoggio di cellulari e di un vortice di social, emerge la realtà femminile iraniana alla quale non siamo abituati, poiché è ben diversa da come viene dipinta dai mezzi di informazione di massa occidentali, che spesso obbediscono a logiche di propaganda piuttosto che a una coraggiosa ricerca della verità.
Roberto Giardina il .
La Berlinale quest’anno è attraversata da iniziative al femminile, da Mee Too a convegni e dibattiti anche all’interno dell’industria cinematografica. In questa edizione della rassegna tedesca c’è anche una nuova iniziativa: l’attrice Anna Brüggemann ha lanciato #nobodysdoll, la petizione “bambola di nessuno”: perché le donne siano libere di indossare ciò che vogliono in passerella senza l’assillo di tacchi e spacchi. Ma anche nella politica è in atto la rivoluzione.
Vincenzo Maddaloni il .
Le dive di Hollywood hanno dichiarato che intendono collegare le vicende della attrici molestate da uomini potenti e costrette a tacere per non essere rovinate, alla sofferenza delle tante donne ogni giorno molestate molestate negli altri settori di lavoro dove il rapporto di potere è, se possibile, ancora più sproporzionato. Ma sull’argomento alla Berlinale fanno orecchio da mercante, vediamo perché.
Vincenzo Maddaloni il .
L’Orso d’oro della 68esima edizione del Festival di Berlino è andato a Touch me not della regista romena Adina Pintilie, un film psicologico a metà tra documentario e fiction.
Redazione il .
C’è perfino un film paraguayano. E poi uno strambo messicano, un po’ di scandinavi (con anche un norvegese che ci fa rivivere la strage di Utoya). La grande novità è che La Berlinale 2018 si prepara alla sua edizione più femminile di sempre.
Berlin89 magazine del Centro Studi Berlin89
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