Il Grande Viaggio di Margherita

Verso la fine di Ottobre  dell'anno 2024, Margherita Furlan giornalista, blogger, direttore editoriale de La Casa del Sole Tv,  intraprende il grande viaggio per raggiungere Kazan, città della Russia "splendente di storia gloriosa"- la definizione è di Vladimir Putin -  dove si  svolge il XVI° vertice dei BRICS. 

L'evento è di importanza globale perché i BRICS, (acronimo dei cinque paesi fondatori: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rappresentano più di un quarto delle terre emerse del mondo, producono attualmente il 20% del Pil mondiale e controllano il 16% del commercio internazionale, con 3 miliardi di persone (più del 42% della popolazione mondiale), un’area di circa 38,5 milioni di chilometri quadrati e un’enorme quantità di risorse naturali e ingenti riserve monetarie. A Kazan sono presenti I massimi leader di 36 paesi, e c'è pure il Segretario generale delle Nazioni Unite, ma c'è soltanto Margherita Furlan che ha affrontato il grande viaggio senza sapere che sarebbe stata l'unica rappresentante del giornalismo italiano. Nasce anche da qui il suo desidero di scrivere questo libro: BRICS SCACCO MATTO, che è molto di più della cronaca di quelle giornate.

Per avere un'idea dei temi affrontati volentieri pubblichiamo "Il nuovo gioco" che titola l'introduzione.

 

Furlan MargheritaElon Musk che zampetta intorno a Trump sparando sentenze sui comportamenti dei governi di mezza Europa fa parte, assieme a Bill Gates, Jeff Bezos, Sergey Brin, Mark Zuckerberg, di quell’élite miliardaria, che possedendo le tecnologie del futuro può cambiare irrevocabilmente il corso della storia dell’umanità.

I media mainstream che, rischiano di essere soppiantati dalle piattaforme dei social come Facebook, Instagram e X sono l’esempio evidente di una rivoluzione già iniziata. Il fatto poi, che il controllo dell’informazione possa scivolare definitivamente nelle stesse mani di coloro che, possiedono e gestiscono le nuove tecnologie, significherebbe la fine della democrazia, la società sotto dominio. Dovremmo esserne molto preoccupati poiché ci vuole poco a capire che, Elon Musk in combutta con lo Stato profondo, il Deep State, ha già mappato l’Occidente, gli basta soltanto ridisegnarlo nelle menti degli umani. Per Elon Musk è come se fosse un gioco.

Oramai, nella Nuova Guerra Fredda del secolo Ventuno, è la disinformazione che, alimentando un clima nel quale è sempre più difficile distinguere il vero dal falso, agita la paura e l’odio verso “l’altro”. Sicché il razzismo nei confronti di interi popoli è pilotato, di volta in volta, dai padroni delle nuove tecnologie secondo le loro convenienze. Compito del media mainstream è trasformare le persone in agenti della disinformazione, per decostruire ulteriormente ciò che resta di una realtà confusa. Esemplificando al massimo, significa alimentare la russofobia premiandola, minimizzare il genocidio a Gaza, ingigantire oltre misura la vicenda degli ostaggi israeliani, criminalizzare i no vax; l’elenco potrebbe continuare. Al centro di questo scenario c’è il nemico da loro più temuto: il Brics fondato nel 2009 da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (da cui l'acronimo Brics), che raggruppa le cosiddette economie emergenti.

Siccome l'espansione del Brics è da tutti considerato un decisivo passo verso la nascita di un mondo multipolare e la fine del sistema unipolare americano; si capisce perché gli Usa che reggono la globalizzazione economica e finanziaria negli ultimi trent’anni, lo considerano il vero nemico da combattere. Infatti, è attraverso i Brics, che Cina e Russia aspirano a porre fine al lungo dominio geopolitico ed economico dell’Occidente.

Naturalmente, il XVI vertice del Brics presieduto dal russo Vladimir Putin era molto atteso. Pure la sede del summit è russa, poiché Kazan è la capitale dell’omonimo khanato tataro sorto dalle ceneri dell’Impero mongolo di Gengis Khan, conquistata da Ivan il Terribile che, con quella vittoria trasformò la Russia da principato in impero e ne divenne lo zar. Una scelta mirata quella di Putin, sottolinea Margherita Furlan, che con questo suo libro offre una preziosa testimonianza di quelle giornate. E’ una cronaca inedita per i lettori del Belpaese, essendo ella l’unica giornalista italiana presente al summit, la rilevanza del quale è stata volutamente declassata dal media mainstream d’Occidente.

La parola d’ordine era “sorvolare” sui valori acquisiti e rappresentati da quei paesi che, un tempo erano scandalosamente sfruttati, come Brasile, India, Sudafrica, Indonesia, Senegal, Nigeria tanto per citarne alcuni. Una ragione c’è di tanto accanimento: la paura del confronto con la realtà delle ex potenze coloniali. Basti pensare a Inghilterra e Francia, Portogallo e Spagna, Italia e Paesi Bassi, Belgio e Germania, nazioni nelle quali la quasi totalità delle famiglie ha redditi inferiori rispetto alle generazioni precedenti. Un trend che riguarda il 70 per cento della popolazione dell’Occidente sviluppato. Non era mai accaduto dal dopoguerra fino al passaggio del Millennio. La verità è che i neocon, sospinti dall’ansia perversa di salvaguardare il dollaro e con esso il governo dell’America sul mondo, hanno scatenato le guerre in Iraq, in Afghanistan, in Libia e Siria, in Ucraina e da ultimo supportano il genocidio a Gaza. Hanno dilapidato in armamenti sfruttando il popolo.

Infine, è sempre più chiaro che, le guerre e le politiche delle sanzioni statunitensi per mantenere il dominio globale sembrano aver superato l'apice della loro efficacia. Sicché sorgono spontanee due domande: viviamo già in un mondo multipolare? Quanto manca alla fine del sistema unipolare americano?

Questo saggio assicura delle risposte ai molti dubbi. Margherita Furlan appartiene a quella ristretta schiera di giornalisti coraggiosi che, si soffermano ad analizzare i fatti, sui quali i media mainstream tirano dritto. Non a caso l’autrice si è formata alla scuola di Giulietto Chiesa con il quale ha fondato la piattaforma d’informazione Pandora Tv e poi Casa del Sole Tv divenendone il direttore dopo la scomparsa di Giulietto. In questo saggio ella offre una sintesi del futuro prossimo che si prospetta dopo il summit di Kazan.

Due possibili catastrofi balzano subito evidenti. La prima: l’Ue ha pochissime chance, forse nessuna per rimanere competitiva nell’industria globale. La seconda: i dazi annunciati dal presidente Donald Trump sebbene più distruttivi, non riusciranno a stoppare la discesa del dollaro. Così stando le cose, chissà quale altro gioco si starà inventando Musk per irreggimentare gli umani, probabilmente l’ ha già inventato.

Vincenzo Maddaloni


Vincenzo  Maddaloni giornalista e saggista - autore dell'introduzione -  come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv.  È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di Berlin89, magazine del Centro Studi Berlin89. L'ultimo suo libro: Voglia di Rivoluzione, storia e storie di un desiderio inappagato.

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