Perché i regimi musulmani hanno tradito i palestinesi
La risposta la si legge su un autorevole mensile musulmano, il Crescent International, il newsmagazine dell'ICIT, (Institute of Contemporary Islamic Thought), con sede a Toronto in Canada. Di questo centro di studi del "pensiero islamico contemporaneo" fanno parte giornalisti e accademici di livello internazionale accumunati dall'impegno di offrire una visione politica e sociale in alternativa a quella della civiltà occidentale. Pubblichiamo questa voce di parte come utile contributo per fare luce sulle tante domande troppo spesso volutamente censurate sulla tragedia palestinese.
Sebbene la dignità impedisca loro di dirlo in pubblico, tra i palestinesi c’è la sensazione palpabile che il mondo musulmano li abbia traditi. Dopotutto, dei 57 stati-nazione musulmani, pochi si sono fatti avanti per offrire un aiuto tangibile. I paesi intorno alla Palestina – Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e altri – non hanno fornito alcun aiuto anche se i criminali di guerra sionisti continuano il genocidio di civili palestinesi innocenti a Gaza e in Cisgiordania. I corpi fatti a pezzi di bambini palestinesi, i corpi gravemente mutilati di donne e anziani vengono mostrati sui nostri schermi televisivi o sui social media, ma non esiste alcuna azione musulmana significativa contro tale barbarie.
Il Corano dice ch,e i musulmani sono una sola Ummah (21:92; 23:52). I musulmani citano spesso anche l' hadith profetico secondo il quale i musulmani sono come il corpo umano: se una parte è ferita, tutto il corpo sente dolore. In Palestina, una parte di questo corpo viene fatta a pezzi, ma il resto del corpo non mostra praticamente alcuna preoccupazione. Con ciò non si vuole denigrare il singolo musulmano che, ovunque si trovi, è profondamente angosciato dalla tragica situazione dei palestinesi. Sono i regimi che hanno l'obbligo di intervenire.
La maggior parte dei governanti musulmani si sono aggrappati a una vuota retorica o hanno fatto appello alla comunità internazionale affinché fermasse la carneficina. La cosiddetta comunità internazionale è complice del genocidio perpetrato dai sionisti a Gaza. È realistico aspettarsi che vadano in soccorso dei palestinesi?
Il bilancio dei palestinesi uccisi dal 7 ottobre, dalle bombe e dai missili israeliani forniti dagli Stati Uniti, ha superato le 20 mila vittime, delle quali il 70 per cento sono donne e bambini. Uccidere i bambini è il passatempo preferito dei sionisti assassini.
Consideriamo la condotta degli Stati Uniti. Hanno rifiutato ostinatamente di sostenere una risoluzione di cessate il fuoco nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonostante gli appelli urgenti del segretario generale Antonio Guterres e dei leader della maggior parte degli altri paesi del mondo, compresi alcuni alleati americani come Francia e Germania. Gli Stati Uniti sostengono pienamente il genocidio dei palestinesi da parte di Israele. Dopotutto, è simile a quanto fecero i coloni europei nel Nord America.
In realtà, gli Stati Uniti sono un territorio occupato dai sionisti. Gli ebrei americani rappresentano il 2,5% della popolazione americana, ma nel governo del Paese il 90% degli scranni sono occupati dai sionisti. Teniamo anche presente che non tutti gli ebrei sono sionisti. In effetti, sarebbe giusto dire che il rapporto è 50-50. Pertanto, solo circa l’1,25% della popolazione sionista detiene il 90% dei posti di gabinetto nel regime di Joe Biden. Il controllo sionista dell'America è assoluto.
Pat Buchanan, l’ex scrittore di discorsi di Ronald Reagan, ha coniato la celebre frase secondo cui il Congresso degli Stati Uniti è un territorio occupato dai sionisti. L’intero governo degli Stati Uniti è territorio occupato dai sionisti. Aggiungete a ciò le principali banche, i media, i casinò, Hollywood e molti think tank, e si può iniziare a farsi un quadro del controllo sionista dell’America.
Dato che, quasi tutti i politici negli Stati Uniti sono legati alla lobby israeliana, non è realistico aspettarsi che il regime statunitense, indipendentemente da chi occupa la Casa Bianca, dica o faccia qualcosa che non sia approvato da Tel Aviv. Washington infatti prende ordini da Tel Aviv. Ciò spiega anche perché gli Stati Uniti continuano a versare miliardi di dollari ogni anno a Israele, mentre milioni di americani sono in povertà, senza un tetto, privati di assistenza medica.
Torniamo, tuttavia, alle politiche dei regimi arabo-musulmani. Nessuno di loro che intrattiene rapporti diplomatici con Israele ha ritenuto opportuno interrompere i rapporti. Nulla in confronto con la Bolivia, un paese del Sud America, che ha interrotto le relazioni diplomatiche con i sionisti, come risposta agli attacchi criminali contro il popolo palestinese.
Articoli correlati: Come i regimi arabi finanziano la guerra di Israele a Gaza
I regimi musulmani, inclusa la Turchia, rifiutano di interrompere anche le relazioni commerciali con Israele. Fanno buoni affari con Israele, fornendogli petrolio e altri beni. Se si dovesse descrivere la loro condotta con una parola, la si definirebbe “spudorata”.
Cosa dovrebbero fare i musulmani per porre rimedio a questa terribile situazione? Le genti musulmane di tutto il mondo non solo hanno espresso angoscia per la difficile situazione dei loro fratelli e sorelle palestinesi partecipando a manifestazioni, ma hanno anche fatto donazioni a enti di beneficenza per fornire loro cibo, acqua e medicine. Sono slanci autentici, disperati che non risolvono però il problema.
I musulmani possono compiere diversi passi, sia a breve che a lungo termine. Nel breve termine, possono continuare a esercitare pressioni sui loro governi affinché forniscano un aiuto tangibile ai palestinesi, battendosi per un cessate il fuoco immediato, un immediato flusso di aiuti umanitari e la fine dell’occupazione sionista della Palestina.
Il compito a lungo termine, sebbene più difficile, è assolutamente essenziale. Lottare per sbarazzarsi di questi regimi che sono gli agenti dell’imperialismo e del sionismo. Il banco di prova per la sopravvivenza di questi regimi è misurato sul loro impegno per la liberazione della Palestina.
Ogni musulmano è a conoscenza della liberazione di Al-Quds/Gerusalemme e della Palestina da parte di Salahuddin Ayyubi dalle grinfie dei crociati nel 1187 d.C. Prima di affrontare i crociati, dovette liberare i paesi circostanti guidati da musulmani che si erano allineati con i crociati. Oggi i cosiddetti regimi musulmani si sono arresi ai sionisti.
I musulmani devono interiorizzare pienamente questo punto. Devono capire che la liberazione dei paesi circostanti la Palestina, in particolare Egitto, Giordania e Arabia Saudita, dalle grinfie dei tiranni corrotti, è essenziale prima di liberare la Palestina dai sionisti. Questi paesi sono occupati dai sionisti tanto quanto lo sono gli Stati Uniti e la Palestina.
Le opinioni espresse sono esclusivamente quelle dell'autore e possono o meno riflettere quelle di The Berlin89
Fonte: Crescent International