Per capire cosa ci sta accadendo, per andare oltre la cronaca dei media mainstream, per capire in che mani siamo, affidiamoci alla scorticante ironia di un giornalista di lungo corso, di grande conoscenza, sempre sulla notizia (age 92) che vive a Berlino.
di Viktor Grossman
Nella tarda primavera una tradizione secolare pone l’asparago – qui è preferito il tipo bianco – al primissimo posto nei menù tedeschi. Ma solo fino al San Giovanni, il 24 giugno (solstizio d’estate). Dopo tale data i coltivatori smettono di raccoglierlo, per dare alle piante almeno cento giorni di riposo per l’anno prossimo, prima che arrivi il primo gelo (ammesso che il gelo arrivi quest’anno!).
Ma il 2020 presenta due problemi.
L’arduo raccolto era effettuato in passato da lavoratori solitamente dell’Europa dell’Est, i “braceros” della Germania. Ma con i confini dell’Unione Europea chiusi dall’epidemia del virus, chi potrebbe tagliare il bianco asparago?
E una volte tagliato (perché tagliato deve essere, quattro o cinque volte a stagione), con ristoranti e hotel chiusi dal virus e molti clienti privati con poco denaro o nulla per verdure costose, chi li comprerebbe e li mangerebbe? (Nota a margine: la DDR non impiegava “braceros”, dunque l’asparago era prevalentemente molto raro).
Forti pressioni hanno realizzato alcune soluzioni. I dati del virus stanno rallentando giusto quanto basta per tentare una limitata riapertura dell’economia. I sedici stati della Germania differiscono su quando, quale e quanta distanza sociale sia richiesta, dunque c’è una quasi totale confusione, e Angela Merkel avverte circa una possibile seconda tornata di contagi, e chiusure.
Ma una certa parte degli asparagi può ora essere venduta e consumata prima del 24 giugno, e non gettata, come sin troppo latte e altri generi alimentari.
Quanto alla manodopera, mentre ci sono voluti lunghi negoziati e condizioni per salvare settanta bambini profughi di campi immensamente sovraffollati e luridi dell’isola di Lesbo, si è in qualche modo rivelato del tutto possibile violare tutte le restrizioni e far arrivare 80.000 rumeni, metterli in quarantena e far loro raccogliere gli asparagi, fino al giorno di San Giovanni.
Ma mentre i prezzi e le ricette degli asparagi, le date e le restrizioni della riapertura di bar o ristoranti e il salvataggio del principale campionato di calcio hanno dominato i media e molte conversazioni, una questione molto più significativa ha ricevuto un’attenzione molto minore.
Dal 1955 un numero stimato in venti bombe nucleari statunitensi è stato immagazzinato sottoterra presso la base dell’aviazione statunitense di Buechel, in Renania.
A brevissima distanza l’aereo Torpedo della Luftwaffe tedesca è pronto in attesa di trasportare e sganciare tali bombe. Non c’è alcun segreto riguardo a dove e contro chi siano mirate. Che felice simbolo della cooperazione della NATO!
Sinora, nonostante un’ispirata e commovente retorica dei massimi politici a proposito della pace e della solidarietà mondiale, la presenza di tali bombe statunitensi, considerata da molti una violazione della legge fondamentale tedesca, è comunemente accolta con il silenzio o con spiegazioni e scuse borbottate. Tutti i partiti politici tendono a guardarsi in grembo o fuori dalla finestra quando interrogati al riguardo, eccettuato il solo partito del Bundestag che chiede che siano rimosse, e vietate! Si tratta della DIE LINKE (Sinistra)! Ma chi la ascolta, o ne riferisce le dichiarazioni?
Poi, a fine aprile, la ministra della difesa, Anneliese Kamp-Karrenbauer (AKK), ha inviato una e-mail al suo collega statunitense Mark Esper.
Voleva sostituire gli inefficienti, obsoleti bombardieri Torpedo tedeschi con trenta altri assassini efficienti moderni, Super Hornet F18 della Boeing e quindici dei suoi caccia F18 di tipo Growler che perforano il terreno in profondità.
Poiché ciascun aereo costa più di 70 milioni di dollari, tale importo, moltiplicato per 45, sarebbe certamente un contributo apprezzato ai calanti conti della Boeing.
Ma un momento, beneficiari della Boeing! Non vendete la pelle dell’orso – o gli Hornet – prima di averlo ucciso!
La signora AKK ha commesso uno sciocco errore. Era sicura del sostegno dei leader del suo partito “cristiano”, che regolarmente appoggia qualsiasi cosa in grado di sparare.
Era anche certa dell’approvazione dei due leader socialdemocratici (SPD) del partito di minoranza nella coalizione del governo. I due, il vicecancelliere Olaf Scholz e il ministro degli esteri Heiko Maas, godono di un rapporto pappa e ciccia con i loro partner maggiori della CDU.
Ma in qualche modo lei ha dimenticato di consultarsi con il caucus o con un altro uomo con una posizione chiave nel partito, il presidente del caucus socialdemocratico al Bundestag.
E’ improvvisamente emerso che egli, Rolf Muetzenich, un parlamentare di Colonia, osa opporsi all’acquisto di nuovi aggressivi aerei da guerra.
Questa sua [della AKK] figuraccia distratta ha creato almeno un po’ di sensazione!
Lo SPD è sempre stato d’accordo con le politiche militari dei “cristiani” (la CDU e la sua sorella bavarese CSU).
Erano solidi “atlantisti” che sposavano felicemente i pezzi grossi del Pentagono e gli uomini (o le donne) principali di Washington come protettori benvenuti contro una minaccia orientale, mai esistita.
Col crescere della forza della Germania hanno mostrato disponibilità a essere una potente forza ausiliaria nel perseguimento dell’egemonia mondiale, sia militare sia economica, con felici risultati misurati in miliardi per poche dozzine di giganti potenti.
E certamente con alcune brillanti medaglie, croci fantasiose d’oro e altri premi per gli alti papaveri.
Ma le uova hanno cominciato a rompersi nel paniere. La sua posizione sociale smidollata era costata allo SPD sempre più voti e membri; il partito minacciava di affondare in un lento arrancare da sicofante e in uno status da campionato inferiore.
Poi, in un referendum del partito, i membri residui (ancora intorno al mezzo milione) hanno sconvolto tutti – salvo la maggioranza dei membri – scegliendo come co-presidenti un uomo e una donna, fino ad allora non diffusamente conosciuti, di tendenze della sinistra del partito. I media di massa avevano predetto la rapida disfatta del partito in conseguenza di ciò, ma sono stati delusi.
Il partito ha tenuto è persino guadagnato un po’. Ma solo un po’; sta ancora competendo con i Verdi per conservare la sua posizione, in tempo indiscussa, di secondo alle urne.
E adesso è arrivata questa scossa! Di fronte alla confusione del mutevole misto di accuse e richieste di sempre maggior miliardi per la “sicurezza” da parte di Donald Trump, Muetzenich ha dichiarato: “Le armi atomiche in territorio tedesco non aumentano la nostra sicurezza, fanno esattamente il contrario”.
Questo, ha detto, “è il motivo per il quale mi oppongo all’acquisto di qualsiasi sostituto di aerei da guerra progettati per essere utilizzati come bombardieri atomici… E’ ora che la Germania rigetti qualsiasi ulteriore dislocazione!”
E, in modo ancor più preoccupante per alcuni, il nuovo co-presidente del partito, Norbert Walter-Borjans, lo ha sostenuto: “Ho una posizione chiara contro la dislocazione, il controllo e del tutto decisamente contro l’uso di armi nucleari…” Walter-Borjans lo ha reso doppiamente chiaro: “E’ per questo che mi oppongo all’acquisto di qualsiasi successore di aerei intesi a essere utilizzati come bombardieri atomici”.
Questo è stato un ammutinamento dal vertice, parecchio ignoto (salvo forse nella DIE LINKE)!
L’oppositore di Muetzenich nel Bundestag, della CDU, ha detto indignato: “Parlando per il mio caucus, la prosecuzione della partecipazione al nucleare non può essere messa in discussione… Tale posizione non è negoziabile. La deterrenza nucleare è indispensabile per la sicurezza dell’Europa”. (Per lui, evidentemente, la Russia in qualche modo non faceva più parte dell’Europa).
Gli atlantisti sono insorti a difesa della signora AKK: “Solo se restiamo nell’ambito del quadro nucleare avremo voce in capitolo nell’uso – o non uso – di tali armi. Se ci ritiriamo non possiamo più partecipare al processo decisionale o al coinvolgimento militare nella NATO”.
Al che Muetzenich ha reagito definendo imprevedibile il rischio di intensificazione e chiedendo: “Qualcuno davvero crede che, se Donald Trump decidesse di usare le armi nucleari, la Germania potrebbe trattenerlo in tale decisione semplicemente perché potremmo essere disposti a trasportare un certo numero di testate?”
Resta da vedere quale parte è più forte in uno SPD diviso; sarebbe una sorprendente sconfitta se le forze antimissilistiche dovessero prevalere.
Sono le stesse persone, una minoranza, che aveva sollecitato la Germania a rompere con la sua innata interdipendenza con Washington, sfidare le sanzioni economiche imposte contro la Russia e opporsi a crescenti minacce della NATO al confine russo, e ora di nuovo anche contro la Cina.
Queste voci, invece, hanno sollecitato relazioni ragionevoli con entrambi i paesi, sostituendo le campagne di propaganda sempre più bellicose con parole e politiche che conducano alla pace e alla cooperazione mondiali.
La pandemia e lo spaventoso aggravamento del danno ecologico non richiedono nulla di meno. Quanto sarebbe molto meglio se i tedeschi non avessero più aerei da guerra su cui mettere i denti, ma piuttosto, molto pacificamente, asparagi, e molto più a lungo della scadenza di San Giovanni.
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Posso chiudere su una nota allegra che non è estranea?
L’8 maggio per berlinesi tedeschi e il 9 maggio per i molti russi e altri sovietnik di Berlino, il settantacinquesimo anniversario della sconfitta finale del potere militare nazista è stato celebrato in un commovente cenotafio di Parco Treptower.
L’epidemia del virus ha intralciato la consueta riunione di massa, ma migliaia hanno proseguito la tradizione quanto meglio hanno potuto in entrambi i giorni, un flusso costante di persone – migliaia, certamente, spesso con fiori – è venuto a preservare la memoria di quell’evento globalmente decisivo.
Un’impressione meritevole di nota: il numero di giovani che c’erano. Quanto rilevante è oggi questo ricordo! Il governo di Berlino, lo SPD, i Verdi e DIE LINKE hanno reso quest’anno giornata ufficialmente festiva l’8 maggio.
Ci sono nuovi tentativi di estendere tale decisione al resto della Germania e oltre il 2020.
(Per fotografie controllate Google: Berlin Treptow Ehrenmal. O Sowijetisches Ehrenmal im Treptower Park. La statua principale mostra un soldato dell’Armata Rossa che protegge un bambino e distrugge un svastica con la sua spada).
Victor Grossman, 90 anni, è un giornalista e scrittore americano che nel 1952 ha lasciato l' Unione Sovietica , perché inviato dal Soviet a studiare giornalismo nella Germania dell'Est. Vi è rimasto continuando a lavorare appunto come giornalista e scrittore. Dirige il Berlin Bulletin.