Accade in Germania dove il Die Partei - acronimo di Partei für Arbeit, Rechtstaat, Tierschutz, Elitenförderung und basisdemokratische Initiative (in italiano: Partito per il Lavoro, lo Stato di diritto, la Protezione degli animali, la promozione delle Élite e l'Iniziativa democratica dal basso) - ha quadruplicato i voti rispetto alle europee del 2014 e ha raddoppiato il numero di deputati nel Parlamento europeo.
"Grazie a tutti quelli che hanno fatto campagna elettorale per noi“. Ottimo risultato per "Die Partei" "Il Partito" quello che ha candidato ad esempio „Joseph Goebbels“, o nel suo programma ha inserito "Fare di nuovo la Germania in due“, o "punire i negazionisti del cambiamento climatico confiscando le loro patenti di guida“. Ma in Germania non hanno saputo apprezzare a pieno le provocazioni sul nazismo e sui "negazionisti del cambiamento climatico". Comunque è grazie alla legge elettorale tedesca per le europee, un proporzionale senza sbarramento, che è già al secondo ingresso al Parlamento Ue: nel 2014 fu eletto un solo deputato con appena lo 0,6% dei voti.“
Ovviamente Die Partei è inininfluente per un'analisi sui dati elettorali di queste europee che vede in Germania un'ampia erosione di consensi nella Grosse koalition e la crisi della Sinistra, incuriosisce però e pone l'accento sulle motivazioni che spingono i comici in politica.
Beppe Grillo ha creato il Movimento 5 stelle in Italia; Jón Gnarr ha fondato il Besti Flokkurinn, un partito politico-satirico che nel 2010 ha vinto le elezioni comunali di Reykjavík, Islanda; le dichiarazioni politiche di Russell Brand, attore e comico inglese, hanno dominato le prime pagine dei quotidiani britannici; Jan Böhmermann, comico tedesco, ha causato una crisi diplomatica tra la Germania e la Turchia con il suo ‘poema’ satirico dedicato a Erdogan.
Nico Semsrott, comico e politico berlinese insieme al suo partito, il Die Partei, ha sconvolto l’opinione pubblica nel corso dell’ultima campagna elettorale tedesca.
Hanno appeso controversi manifesti accanto ai lampioni delle strade di Berlino con scritto “Un nazista potrebbe impiccarsi qui”.
Si sono infiltrati nei gruppi Facebook gestiti da sostenitori dell’AfD, il partito di estrema destra, e hanno buttato fuori gli amministratori poco prima delle elezioni.
Hanno raccolto fondi pubblici vendendo soldi grazie a una falla nel sistema dei rimborsi (in Germania è prevista la restituzione a ogni partito del doppio del totale speso per la campagna elettorale).
Il loro programma include la ricostruzione del muro di Berlino e il loro leader, Martin Sonneborn – caporedattore del periodico satirico Titanic dal 2000 al 2005 – è stato rieletto nel Parlamento europeo. Non sfugge che Sonneborn si presenti come uno stakanovista, in cinque anni al Parlamento europeo le sue attività parlamentari sono sette discorsi in aula e nessuna interrogazione scritta.
Perché i comici entrano in politica?
Comicità e politica sono collegate per molte ragioni. La satira politica è tra i generi più popolari, e gli strumenti linguistici padroneggiati da un comico possono essere efficacemente utilizzati in politica.
“L’idea di base è che la verità è divertente”, racconta Noah Telson, comico e fondatore del Comedy Café Berlin, uno tra i maggiori centri di improvvisazione nella città, dove gli attori uniscono la passione per il teatro all’interesse politico.
Telson è rimasto il ragazzo ribelle che ha passato buona parte dell'infanzia protestando contro gli interventi di guerra decisi dal governo Bush. “Sono un improvvisatore, ma c’è molto di politico in questo. Se si analizza il modo in cui l’improvvisazione funziona, si scopre che si basa sulle stesse premesse della ribellione politica. È un esercizio di comportamenti sovversivi. Sta tutto nel prendere un’idea e rovesciarla completamente, per mostrare quanto falsa o ridicola sia”.
“
Sono un socialdemocratico disilluso”, spiega l’uomo rivelando infine il suo volto sotto l’iconico cappuccio nero che indossa prima di ogni spettacolo. Nel piccolo teatro più di duecento persone lo osservano in silenzio. La fioca luce di un piccolo riflettore illumina
Nico Semsrott (nella foto), comico e politico berlinese e insieme al suo partito, il Die Partei, ha sconvolto l’opinione pubblica tedesca nel corso dell’ultima campagna elettorale. Hanno appeso controversi manifesti accanto ai lampioni delle strade di Berlino con scritto “Un nazista potrebbe impiccarsi qui”. Risultato?
Nico Semsrott, nato l' 11 marzo 1986 ad Amburgo, è stato eletto deputato al Parlamento europeo .
Andreas Rinke, corrispondente per Reuters ed esperto in politica tedesca. è convinto che comicità e politica, “ fanno parte della cultura di questa nazione”, L’anti-intellettualismo, inteso come sentimento di sfiducia verso la professionalità e la competenza in favore d’idee populiste, ha molte cause sistemiche:
Il ruolo dei social media è senza dubbio importante, ma altri fattori non vanno dimenticati.
La televisione ha una forte influenza sulla politica. I canali privati sono inevitabilmente portati a dedicare più tempo a figure come quella di Trump, perché gli garantiscono maggiori ascolti.
C'è poi “un sistema elettorale maggioritario e basato sul voto al diretto candidato piuttosto che alla lista del partito e questo tende a favorire forti personalità”.
Eppure in Germania i canali pubblici hanno un grande seguito e il sistema elettorale è per lo più proporzionale.
“Qui il successo di un partito è ancora in larga parte basato sulla sua credibilità.
I leader dell’AfD cercano sempre di presentarsi in modo serio.
Per i socialdemocratici il problema non è l’eccesso di sobrietà, ma la somiglianza al partito conservatore di Angela Merkel.”
Die Partei, invece, agisce in modo del tutto opposto. E sebbene il suo consenso sia irrilevante (nelle scorse elezioni federali ha raccolto l’1%, comunque in forte aumento rispetto allo 0,2% delle precedenti votazioni del 2013), l’esistenza stessa di un partito satirico in un Paese connotato da una forte stabilità politica come la Germania è significativa, soprattutto vista l’intensità dell’ultima campagna elettorale.
Da molti anni Nico ha fatto della satira politica il proprio lavoro, ma solo recentemente ha scelto di entrare direttamente in politica con il Die Partei. Perché?
“Perché i politici stanno facendo satira!” è la sua battuta. ” Questa mi sono dimenticato di dirla stasera…”.
La relazione tra politica e comicità è ambivalente e si muove in entrambe le direzioni. Politici come Boris Johnson, Nicolas Farage, Donald Trump e Silvio Berlusconi sono anche performer. In un momento nel quale la dignità non è certo la moneta politica più battuta, devono il loro successo all’autenticità che hanno saputo trasmettere. Non sorprende quindi che professionisti addestrati nella medesima forma di intrattenimento e che utilizzano le stesse armi linguistiche, riescano a fronteggiarli con maggior successo.
“Sia come strategia retorica che come disposizione di coscienza, l’ironia è una sorta di antidoto contro il pensiero fermamente ideologico”.
Matthew Stratton, professore all’università UC Davis e autore de The Politics of Irony in American Modernism, ha studiato a lungo l’interazione tra i due ambiti. Poiché l’ironia funziona implicando l’opposto di quanto detto, può anche essere utilizzata per esporre e contrastare dichiarazioni e decisioni politiche, trasformandosi in una potente arma nell’arsenale delle opposizioni. Di conseguenza, a volte un comico può contrapporsi a prese di posizione ideologicamente orientate più efficacemente di un giornalista.
Il caso americano è esemplare: late night comedian come Samantha Bee, John Oliver, Stephen Colbert e Seth Meyers sono diventati rock star nell’èra Trump. “Il giornalismo ha le sue regole, e per una ragione. Ma l’impiego della satira può avere effetti benefici per il sistema”.
A Berlino Paul Hockenos, giornalista e analista politico, difende il ruolo della professione, ma riconosce che la tendenza tipica delle testate giornalistiche a ricercare scoop per avere più lettori e audience può promuovere fake news e non informare correttamente l’opinione pubblica. Un comico, d’altro canto, può smascherare la bufala e irridere chi la divulga.
Se il contributo dei comici al dibattito politico può dunque essere considerato in modo positivo, altrettanto non è necessariamente valido per il loro diretto impegno politico.
Per quanto efficaci, infatti, le dichiarazioni satiriche del Die Partei non offrono soluzioni realistiche. Uno dei punti del programma politico, per esempio, propone di “complicare ulteriormente il sistema di tassazione, cosicché le grandi compagnie non possano più trovare scappatoie”. E se gli stessi membri del partito riconoscono che deve esistere una seria classe politica, non è chiaro quale sia la funzione di comici politici come Semsrott, né se il loro intervento sia proficuo per il dibattito politico.
“Non rende il dibattito più costruttivo, non fa bene all’intera discussione. È una reazione” conferma Nico. Disillusi dai socialdemocratici e spaventati dalla rinascita delle destre, l’avvento di comici-politici è piuttosto un indicatore della crisi della sinistra. “Non ci sentiamo rappresentati dall’SPD perché lavora contro i poveri e i giovani: Schröder ha smantellato il nostro welfare più gravemente di qualunque conservatore” continua Semsrott. “Ci dovranno sempre essere politici seri, ma quando tutti falliscono non resta che piangere o ridere. Io sono per il ridere, ma la mia è una risata amara. Forse la situazione è così disperata che in futuro sarò più impegnato politicamente”.
Nico parla lentamente, le parole sono oscure e dense di significato, un boccone amaro di rabbia e speranza. “Questo è il mio nemico: la radicalizzazione e la semplificazione di ogni aspetto della nostra vita. L’intero sistema dei social media si basa solo su sì o no, pollice in alto o in basso. Ma c’è molto, molto di più! L’ironia rivela l’ambivalenza. È l’arma degli indifesi. Un atto di protesta. Una richiesta di aiuto”.
Insomma! VAFFANCULO il format è mio e melo gestisco io.
Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.