Le vaccinazioni coatte, un primato italiano (volutamente) ignorato
Per comprendere la grandezza dei problemi, nel 2017 sono morte per complicazioni del morbillo 3 persone, tutte già compromesse da altre gravi patologie. Nello stesso periodo per infezioni contratte in ospedale sono morte 7000 persone. 20 al giorno, ma non risultano allarmate campagne ministeriali in merito. I 15 Paesi europei che non hanno vaccinazioni obbligatorie sono: Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Renzi-Gentiloni, Macron, Macri. Se vi dicessero che questi governi-modello del liberismo globale hanno imposto la stessa misura legislativa in Italia, Francia e Argentina, vi scatterebbe qualche campanello d’allarme? Nemmeno se toccasse quanto di più sacro vi appartiene, non il vostro portafoglio, bensì il vostro corpo? Nemmeno se stravolgesse all’improvviso un contesto stabile della salute pubblica, virando a 180° le norme precedenti? Se l’allarme non è scattato siete in buona compagnia della sinistra italiana (quella poca ancora tale).
Nel giugno 2017 il DL Lorenzin (procedura di urgenza! Poi convertito dalla Legge 119/2017) ha introdotto un abnorme obbligo vaccinale (10 + 4 raccomandati) dai 0 ai 16 anni, con corollario di misure coercitive e punitive: è una svolta della politica sanitaria di portata almeno equivalente a quanto rappresentò il pacchetto Treu per il lavoro, il piano inclinato della progressiva cancellazione dei diritti. Come allora, si parte da alcune fasce della popolazione per raggiungere via via tutti gli altri. Nell’intera storia italiana, dal 1939, i vaccini obbligatori non avevano mai superato i 4. Nell’ottobre 2017 è la Francia a portare da 3 a 11 i vaccini obbligatori. L’ulteriore salto di qualità arriva nel dicembre 2018 con il DDL argentino 972-D, che impone vaccinazioni certificate anche agli adulti perfino per il rilascio dei documenti di identità, seppur non vincolandoli (ma il passo è breve). In compenso diventano già indispensabili per l’accesso a scuole e università e per le visite pre-assuntive e lavorative: no iniezione – no lavoro. No Jab – No Job proclama compiaciuto in Australia il governo del Partito Liberale, che ha adottato una misura analoga, oltre a quelle No Jab – No Pay (taglio dei sussidi familiari) e No Jab – No Play (esclusione dalla scuola). Prossima probabile tappa Israele, dove è in gestazione l’esclusione dalle scuole di allievi e docenti inadempienti. In nessuno di questi paesi si è registrata alcuna epidemia, né aumenti dei tassi di morbilità o mortalità. E’ dunque in azione – registriamola – una comune strategia internazionale che parte dai paesi più soggetti ai condizionamenti di lobby opache.
L’attività legislativa è preceduta e accompagnata da un insistente psicoterrorismo. Doloso. Si ricordi l’ex pluri-ministra della Salute Lorenzin (con Letta, Renzi e Gentiloni) che millantava in TV centinaia di inesistenti morti in Inghilterra per il morbillo, nuova peste bubbonica. O l’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, che ha raccontato alla Commissione Igiene e sanità del Senato che dopo la sostanziale eliminazione dell’obbligo nel 1999 le coperture vaccinali sono crollate e i giovani “sono tutti scoperti”, mentre i dati del suo stesso Istituto documentano tassi stabili o perfino in aumento.
La stessa etichetta “No vax” è frutto di un’efficace strategia di delegittimazione delle voci diverse, una caricatura da addossare a chiunque metta in discussione l’obbligo o l’opportunità anche solo di uno dei 10/14 (per ora) vaccini, o il loro calendario, o la loro sicurezza. I No vax non esistono, come chi riduce gli antibiotici non è No med e chi evita la carne non è No food. Per evitare ogni contraddittorio, parodie di scienziati come Burioni tentano di monopolizzare “la Scienza”, ma la negano in radice, sostituendo con i propri dogmi, con l’ipse dixit dell’autorità, il fondamento della falsificabilità della conoscenza scientifica, e quindi il dubbio, la ricerca, il faro del principio di precauzione.
Come nelle guerre contro i lavoratori, ogni mezzo è lecito: per intimidire tutti gli altri, vengono radiati i medici critici più esposti , prima Roberto Gava poi Dario Miedico, tra i fondatori di Medicina Democratica che lo difende nel silenzio dei media. Per i genitori resistenti per ora sono previste sanzioni fino a 500€ annui e divieto di ammissione dei figli ai nidi e materne, poi forse si passerà agli ordini scolastici superiori e al taglio degli assegni familiari e delle detrazioni fiscali, poi si alzerà ancora il tiro: nelle audizioni in Senato è stata proposta un’evoluzione normativa dalla “potestà” alla “responsabilità” genitoriale. Traduzione: se tu genitore non sei responsabile – cioè non vaccini, o vaccini meno del prescritto – ti sostituisce lo Stato etico.
Dalle audizioni è emerso anche il proposito di passare agli adulti, con l’estensione dell’obbligo a operatori sanitari, scolastici, militari e forze dell’ordine. Al bastone si aggiunge la carota: sono allo studio incentivi quali crediti formativi, sconti sulle tasse universitarie, punteggi nei concorsi, punti della patente. Se ti vaccini puoi passare con il rosso.
Tra i compromessi, o voltafaccia, di M5S e Lega laddove sono in gioco interessi economici, abbiamo qui l’esempio più clamoroso: entrambi in campagna elettorale avevano promesso l’immediata abolizione della Legge Lorenzin e il ripristino della libertà di scelta. A oggi la legge resta in vigore e la maggioranza ha presentato un Disegno di Legge (n. 770) perfino peggiore, che con l’ossimoro dell’obbligo flessibile varierebbe il numero dei vaccini obbligatori di anno in anno, secondo criteri aleatori demandati alle autorità sanitarie, anche qui i tecnici “neutri” che sostituiscono i decisori politici. Salvo poi meravigliarsi che quei tecnici siano stati a libro paga di multinazionali del farmaco, come lo “smemorato” Ricciardi.
A fronte di questa orchestra di campanelli d’allarme, a fronte della posta in gioco – l’habeas corpus sanitario – a fronte anche di partecipate manifestazioni di protesta, la sinistra non ha aperto bocca, a parte rarissime lodevoli eccezioni come Guido Viale.
Un piccolo ma rappresentativo episodio: prima delle elezioni, sul profilo FB di Potere al Popolo si affacciavano molte persone curiose e speranzose; chiede una di loro: “Cosa pensate dell’obbligo vaccinale, lotterete per abolirlo?”; risposta: “Per favore, parliamo di cose serie”. Punto. Fine. Seguono infiniti dibattiti sui temi tradizionali, il lavoro, l’ambiente. Le voci di dissenso più documentate, quale l’acuto intellettuale sotto pseudonimo Il Pedante, si rivolgono all’area di governo per modificarne la rotta, in assenza di qualsiasi altro riferimento politico.
Perché questa latitanza del campo socialista, comunista, libertario? Forse scientismo acritico. Noi siamo quelli del materialismo scientifico, “quindi” siamo per i vaccini. Ma nessuno è contro i vaccini in sé. Semmai, la curiosità scientifica indurrebbe a documentarsi su opportunità, rischi, precauzioni, finendo molto rapidamente nelle schiere dei (fantomatici) no vax. “Ma siamo proprio sicuri che la varicell…” “Novaaacs”.
Forse echi genetici dello Stato padre-padrone, che conosce e impone il bene comune, pazienza se ci sono singoli effetti collaterali, pazienza se la libertà individuale viene limitata a favore della salute pubblica. Ecco, già non funzionava benissimo in Unione Sovietica, figuriamoci in occidente dopo il trionfo del capitalismo.
Forse più banalmente la manichea presunzione di superiorità: se barbari grillini e leghisti strepita(va)no contro qualcosa, quella sarà sicuramente giusta, e noi stiamo dalla parte opposta. Anche se i barbari avessero ragioni da vendere. La spiacevole evenienza che il popolo li abbia votati in massa è peraltro una riprova della sua stupidità e se non sai scegliere i partiti figurati i vaccini.
Riassumiamo allora alcune informazioni da profani, che possono essere approfondite da chiunque, con qualche sforzo di selezione delle fonti:
- I vaccini sono farmaci, complessi. Comportano indubbi benefici, con differenze soggettive (alcune persone non acquisiscono l’immunità), ma anche rischi variabili tra persona e persona, spesso elencati nei “bugiardini” ma imprevedibili prima della somministrazione. Ogni vaccino presenta proprie specificità nella composizione e azione, così come nel rapporto benefici-rischi, quindi più che “dei” vaccini bisognerebbe parlare “del” vaccino, tante volte quante essi sono.
- Una legge del 1992 riconosce un indennizzo alle vittime di effetti collaterali gravi, permanenti o letali. L’incidenza degli effetti collaterali complessivi è largamente sottostimata a causa di una carente farmacovigilanza (il sistema di segnalazione delle reazioni avverse) e della necessità di provare con certezza le correlazioni causa-effetto. E’ noto il caso del Veneto: dopo la riorganizzazione del sistema regionale di vigilanza, le segnalazioni si sono impennate. I profili noti di efficacia e sicurezza si basano in larga parte sulle ricerche effettuate dalle aziende produttrici.
- Studiosi autorevoli hanno espresso e documentato preoccupazioni per gli effetti a medio e lungo termine. Hanno appurato che per alcune settimane dopo la somministrazione il sistema immunitario rimane soggetto a cambiamenti, ad esempio nel delicato equilibrio tra diversi tipi di linfociti. Il timore è che in alcuni soggetti lo squilibrio diventi permanente, indebolendo le difese naturali dell’organismo e favorendo dopo mesi o anni l’insorgenza di patologie croniche anche gravi, quali quelle autoimmuni. È evidente che è impossibile associare con certezza tali malattie a vaccinazioni avvenute molto tempo prima, cionondimeno l’assenza di prova del danno non significa la prova dell’innocuità, come alcuni asseriscono. Servirebbero complesse indagini epidemiologiche che incrocino nel tempo le variazioni delle pratiche vaccinali con quelle delle patologie sospettate, insieme ad altre possibili variabili causali.
- Nella vasta aneddotica che suggerisce approcci prudenti, il caso recente più clamoroso non riguarda i bambini, bensì robusti adulti di 20/40 anni: la Commissione parlamentare d’inchiesta sui soldati italiani vittime dell’uranio impoverito ha accertato che questi sono stati vittime… dei vaccini, somministrati senza precauzioni prima e durante le missioni all’estero.
- L’Organizzazione mondiale della sanità, promotrice delle politiche vaccinali a livello globale, è saldamente controllata dai suoi “donatori”, che finanziano quasi il 90% del suo budget vincolandolo a specifici programmi. I maggiori donatori sono di gran lunga il governo USA e una fondazione privata di Bill Gates.
- L’Oms promuove la contestata teoria dell’immunità di gregge: alti tassi di copertura vaccinale eviterebbero la diffusione della malattia a beneficio di chi non può vaccinarsi. Sulla sua scorta, il Piano Nazionale Vaccinale 2017-2019 ha adottato l’elevatissima soglia obiettivo del 95% per tutti i principali vaccini, un arbitrio palese, giacché ogni malattia ha diversa virulenza, velocità e capacità di diffusione. Questo numero tondo e aleatorio ha la stessa funzione del 3% del rapporto deficit/PIL: orientare e legittimare su basi apparentemente oggettive le politiche da adottare, qui a prescindere dall’effettiva salute pubblica. La radicale rivoluzione Lorenzin è stata giustificata proprio con alcuni lievi cali delle coperture dei bambini sotto al 95%, in assenza di qualsiasi aumento delle malattie vere. Si urla al fuoco senza un filo di fumo. Il Ministero della Salute indica l’obiettivo del 95% perfino per il tetano, che non è contagioso.
- A proposito: l’incidenza del tetano in infanzia è sostanzialmente nulla, sale lentamente in età adulta e tocca il picco tra gli anziani, per una ridotta risposta naturale dell’organismo. Piuttosto che l’accesso ai nidi bisognerebbe vietarlo alle case di riposo.
- Per comprendere l’ordine di grandezza dei problemi, nel 2017 sono morte per complicazioni del morbillo 3 persone, tutte già compromesse da altre gravi patologie. Nello stesso periodo per infezioni contratte in ospedale sono morte 7000 persone. 20 al giorno, ieri, oggi, domani. Molte delle quali forse sarebbero vive se gli appalti per la disinfezione non venissero affidati al massimo ribasso, ma non risultano allarmate campagne ministeriali in merito.
Ce ne sarebbe già abbastanza per abbracciare una battaglia per la libertà di cura, contro qualsiasi trattamento sanitario obbligatorio che non sia giustificato da gravissime emergenze sanitarie e privo di alternative. E un’altra battaglia, complementare, per la ricerca pubblica, sui profili di sicurezza ed efficacia a breve e lungo termine di tutti i vaccini, con una rigida regolamentazione dei conflitti di interesse. Il che in effetti varrebbe per tutta la ricerca medica, un settore in cui la commistione tra regolatori pubblici e multinazionali è norma diffusa e spesso sfacciata. La ricerca autonoma potrebbe anche suggerire la sospensione, o il ritiro, o diversi modi e tempi di utilizzo (es. posticipando l’età) di uno o più vaccini, qualora emergessero prove o indizi di rischi maggiori dei benefici. Del resto, la pur necessaria abolizione dell’obbligo modificherebbe poco o nulla i tassi di utilizzo se tutti i vaccini continueranno a essere raccomandati in blocco, come acqua fresca. Condizione imprescindibile, occorre respingere il golpe strisciante che con lo slogan fuorviante “la scienza non è democratica” mira a delegare ai tecnici le politiche sanitarie, sottraendole a eletti ed elettori: compito della scienza è far evolvere le conoscenze su cui basare le decisioni, compito dei tecnici eseguire le scelte politiche.
Uno sguardo di classe impone un supplemento di indignazione. Al solito i temi etici sono anche temi economici, con la ricchezza a fare la differenza nelle possibilità di scelta dei cittadini, solo apparentemente uguali davanti alla legge. Già oggi gli ostacoli della legge possono essere aggirati più facilmente da famiglie ricche, pagando una multa e una babysitter, ma rimangono affrontabili dai più con qualche sacrificio. E quando cominceranno a tagliare gli assegni familiari? Ad addebitare tutte le spese mediche per le malattie per cui non si è vaccinati, fosse pure l’influenza? A vietare l’accesso a scuole superiori e università o al lavoro dipendente?
I ricchi avranno alternative: la scuola privata, magari all’estero, la clinica, il proprio studio professionale, false certificazioni mediche dietro lauto compenso. E la serenità di potersi comunque curare con i migliori dottori. Continueranno così a decidere se, quando e quanto vaccinare.
Tutti gli altri dovranno incrociare le dita e arruolarsi in questa grande, nuova, inedita, sperimentazione di massa. Per la responsabilità di quelli che li hanno costretti e di quelli che non si sono opposti.
Fonte: il Salto.net