I neonazisti tedeschi crescono e poco se ne parla
Settantacinque anni dopo il crollo del Terzo Reich di Hitler, l’assassinio del politico tedesco Walter Luebcke (Unione Cristiano Democratica – CDU) il 2 giugno da parte di un terrorista di destra ha rivelato l’oscena verità a lungo celata che la Germania ha un problema nazista molto reale.
Per diverse settimane l’assassinio di Luebcke (nella foto) è stato minimizzato dai media e virtualmente ignorato dall’élite politica. Ma una ribollente indignazione pubblica e, ancor più, la paura dei politici di poter essere bersaglio di terroristi di destra hanno determinato ammissioni di alto livello che l’attività neonazista è oggi un grande pericolo politico in Germania.
La cancelliera Angela Merkel (CDU) ha dichiarato l'altra settimana a Dortmund che l’assassinio di Luebcke è stato “una chiamata urgente… a esaminare tutte le aree di possibili segni di tendenze e reti estremiste di destra”. Avvertendo di “una totale perdita di credibilità”, la Merkel ha detto che lo stato è “chiamato ad agire a tutti i livelli e il governo tedesco prende tale responsabilità molto, molto sul serio”.
Il ministro dell’interno, Horst Seehofer (Unione Cristiano Sociale, CSU), che solo pochi giorni prima aveva affermato che non c’erano prove di un coinvolgimento di gruppi terroristi estremisti di destra nell’assassinio di Luebcke, ha ammesso che l’estremismo di destra è diventato “un pericolo grave”. Seehofer intende perciò “dare più mordente allo stato costituzionale” e “esercitare tutti gli sforzi per aumentare la sicurezza”.
Il ministro degli esteri Heiko Maas ha riconosciuto, in un commento sul giornale a diffusione di massa Bild, che “la Germania ha un problema di terrorismo. Abbiamo più di 12.000 estremisti di destra dediti a commettere atti di violenza nel nostro paese. 450 sono riusciti a entrare in clandestinità, anche se su di loro esistono mandati di arresto”. Ha concluso con un appello a “combattere gli inizi, direttamente, ogni giorno e dovunque”.
Tutte queste tardive dichiarazioni di scandalo e preoccupazione puzzano di ipocrisia e inganno. La rete terrorista di destra è un mostro Frankenstein portato in esistenza dalla polizia e dai servizi segreti. E’ protetto e incoraggiato dai principali partiti politici. Assieme ai media e a uno strato influente di accademici di estrema destra, hanno creato un contesto politico e intellettuale che legittima e incoraggia la rinascita del fascismo.
Hanno promosso la razzista Alternative fuer Deutschland (AfD) il cui leader ha recentemente banalizzato le atrocità nazista definendole importanti come “cacca d’uccello” che non dovrebbe sminuire un migliaio d’anni di “gloriosa” storia tedesca. Secondo il mainstream l’accusato dell’assassinio di Luebcke, Ernst, nel 2016 ha donato 150 euro all’AfD. Ha inviato il denaro con il messaggio: “Donazione per la campagna elettorale 2016: DIO VI BENEDICA”.
La Grande Coalizione ha avuto il ruolo centrale nella costruzione dell’autorità politica dell’AfD. La decisione di CDU/CSU e del Partito Socialdemocratico (SPD) dopo le ultime elezioni nazionali del 2017 di proseguire il loro impopolare governo di coalizione ha reso l’AfD leader dell’opposizione parlamentare ufficiale, pur avendo ricevuto solo il 12,6 per cento dei voti.
La CDU e lo SPD hanno concluso patti con l’AfD, consentendole un’influenza sempre maggiore nell’apparato statale, nelle forze di sicurezza e nei parlamenti statali e federale. Al tempo stesso entrambi i partiti hanno largamente adottato le politiche dell’AfD.
Seehofer e Maas sono un esempio della coltivazione di elementi neofascisti da parte della coalizione. Dopo le proteste fasciste contro gli immigrati della scorsa estate a Chemnitz, Seehofer ha proclamato che avrebbe partecipato alla marcia se non fosse stato ministro del governo. Ha insistito che “il problema dell’immigrazione è la madre di tutti i problemi in questo paese”.
Maas, un socialdemocratico che sollecita incessantemente una politica estera aggressiva sostenuta dalla forza militare, ha indirizzato il suo vetriolo contro le diffuse simpatie di sinistra e contro la guerra di larghi segmenti della popolazione tedesca, specialmente degli studenti e dei giovani della classe lavoratrice.
Al centro di questo disgustoso processo politico c’è stata una campagna attentamente orchestrata per relativizzare e legittimare i crimini del Terzo Reich affermando che le politiche di Hitler furono una reazione comprensibile, anche se forse eccessiva, al male maggiore del bolscevismo. Il ruolo reazionario svolto dai media e dal governo tedesco è reso particolarmente chiaro nel caso del professor Joerg Baberowski, l’eminente apologeta di Hitler che dirige il Dipartimento di Studi Est-europei, politicamente connesso, presso la prestigiosa Università Humboldt di Berlino.
Baberowski è detestato dagli studenti per le sue maligne diatribe contro i migranti e la sua cinica banalizzazione dei crimini nazisti. “Hitler non era malvagio”, ha dichiarato nel 2014 a Der Spiegel. “Non gli piaceva sentir parlare dello sterminio degli ebrei alla sua tavola”. Nonostante – o piuttosto a causa di – questo, Baberowski è stato esaltato nei media e protetto dai suoi molti amici in seno all’apparato statale. Solo giorni prima dell’assassinio di Luebcke il governo tedesco ha appoggiato il professore estremista di destra in una dichiarazione ufficiale, affermando che qualsiasi critica di Baberowski era un attacco al “libero ordine democratico sociale”.
Oggi l’amica Facebook di Baberowski, Erica Steinbach, è stata pubblicamente denunciata come una delle autrici spirituali dell’assassinio di Luebcke. In precedenza, quest’anno, la Steinbach ha pubblicato una serie di attacchi contro Luebcke per la sua difesa dell’accettazione dei profughi nell’ottobre del 2015. Per un certo tempo l’amica di Baberowski ha rifiutato di cancellare le minacce di morte contro Luebcke pubblicate nella sezione commenti della sua pagina.
L’assassinio di Luebcke ha pienamente confermato gli ammonimenti di un ritorno del fascismo formulati dal Sozialistische Gleichheitpartei (SGP) e dal World Socialist Web Site. Abbiamo spiegato le implicazioni politiche sia della legittimazione dei crimini di Hitler da parte di Baberowski, sia dell’annuncio da parte del presidente Joachim Gauck della “fine del vincolo militare” alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza del 2014.
Lo SGP ha avvertito: “La propaganda dell’era postbellica – che la Germania aveva imparato dai crimini terribili dei nazisti, era ‘arrivata in occidente’, aveva abbracciato una politica estera pacifica e si era sviluppata in una democrazia stabile – è svelata come menzogne. L’imperialismo tedesco sta mostrando ancora una volta o suoi veri coloro mentre è emerso storicamente con tutta la sua aggressività in patria e all’estero”.
Il pericolo posto da un ritorno del fascismo è reale. Ma ci sono differenze profonde tra la situazione politica esistente negli anni ’30 e oggi. Mentre Hitler fu in grado di mobilitare sotto la sua bandiera milioni di piccoli commercianti disorientati e rovinati e contadini devastati dalla povertà, il fascismo oggi non è un movimento di massa. E’ detestato da una maggioranza schiacciante.
Nonostante tutti gli sforzi della classe dominante tedesca di insabbiare i crimini storici dell’imperialismo tedesco, la vasta massa della popolazione non ha dimenticato gli orrori degli anni ’30 e ’40. Un sondaggio recente mostra che il 70 per cento della popolazione tedesca si oppone a qualsiasi partecipazione dell’AfD al governo. Solo il 9 per cento sosterrebbe un governo di coalizione che comprendesse l’AfD.
La forza dell’AfD e degli assassini fascisti che le orbitano intorno dipende in larga misura dal suo sostegno nell’apparato statale, specialmente nella polizia e nei servizi segreti. Inoltre può contare sulla simpatia, e persino sull’attivo incoraggiamento, di CDU/CSU e SPD. Gauck, che è sostenuto da tutti i partiti consolidati, ha sollecitato, in una recente intervista allo Spiegel pubblicata dopo l’assassinio di Luebcke, “una maggiore tolleranza nei confronti della destra”.
Un attuale documento di discussione della CDU nello stato della Sassonia-Anhalt chiede apertamente la formazione di un governo di coalizione con l’AfD basato su un programma esplicitamente estremista di destra. Il documento sostiene che è necessario “ancora una volta unire il sociale con il nazionale. La sicurezza dal nostro declino sociale con la sicurezza dalla criminalità. Il desiderio di una patria e di un’identità nazionale deve essere chiaramente opposto a tutte gli elementi di multiculturalismo nei partiti e gruppi di sinistra”.
Come successo nella Repubblica di Weimar negli anni ’20, dopo gli assassinii del politico del Partito di Centro Matthias Erzberger e del ministro degli esteri liberale Walther Rathenau da parte di estremisti di destra, l’apparato statale, che è stato infiltrato dall’estrema destra, sarà utilizzato per intensificare il giro di vite contro la sinistra.
Il più recente rapporto della Grande Coalizione, redatto dall’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione [Verfassungsschutz] conferma che per la borghesia, i “nemici della democrazia” vanno trovati non a destra, ma nella sinistra politica. L’AfD e i suoi sostenitori estremisti di destra sono descritti come le “vittime” di un presunto “estremismo di sinistra”. Ma l’opposizione al capitalismo, al nazionalismo, al militarismo e all’imperialismo è denunciata come “estremista di sinistra” e “incostituzionale”.
Lo SGP è stato inserito “lista di osservazione” del governo poiché denuncia l’AfD, si oppone alla rimilitarizzazione della Germania e chiede una società socialista.
Lo SGP non è intimidito e non sarà scoraggiato da questa minaccia politica. Lo SGP sta intraprendendo iniziative legali contro il Verfassungsschutz. Si sta appellando alla sola forza sociale che può sconfiggere la cospirazione politica di destra: la classe lavoratrice tedesca, europea e internazionale.
Johannes Stern
Fonte: wsws.org
Traduzione di Giuseppe Volpe