Coraggio, il capitalismo mostra le crepe
Anni fa un dialogo surreale avvenne alla presentazione dei primi robot nella fabbrica Ford di Cleveland. Un dirigente chiese a Walter Reuther leader sindacale «Come pensi di far versare le quote sindacali a questi tipi?» la risposta fu lapidaria «E tu come pensi di fargli comprare delle Ford?»
Al tempo il problema era secondario, il consumatore era dietro ogni angolo, pronto a farsi addescare.
Oggi qualche manager comincia a proccuparsi, il capitalismo potrebbe trovarsi presto a corto di clienti. E la torta capitalista è a più piani e con molte scorciatoie.
Quindi per ora si riconfigurano i temi negli uffici delle pubbliche relazioni, e alcuni manager lanciano segnali e suggerimenti. Ad esempio:
Se i giganti del Big Tech cominciassero a pagare le tasse certo migliorerebbe il benessere di lavoratori e comunità;
Se le aziende cominciassero a occuparsi non più soltanto di profitti, ma del benessere dei dipendenti e delle comunità.
Questi ancora balbettii ma sono segnali e sono inviati ai governi e si stanno diffondendo.
Le stesse strutture istituzionali informano che nel paradiso del capitalismo il 40% della popolazione NON è più in grado di affrontare una spesa imprevista superiore ai 350 € e questo fa crollare la fiducia del sistema.
Un recente sondaggio (Gallup 2018) ci dice che solo il 45% dei giovani fra i 18 e i 29 anni ha una visione positiva del capitalismo, mentre il 51% ce l’ha del socialismo.
I tempi saranno lunghi e c'è ancora modo di confondere con l'illusione che i mercati globali possano ancora resistere.
Pia illusione anche e soprattutto per chi crede nel potere di Mammon.