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La stampa tedesca va giù pesante. "Conte Draghila" titola la Bild Zeitung un pezzo corredato da un fotomontaggio in cui il presidente della Bce viene ritratto con due denti aguzzi e affilati. "Succhia i nostri conti correnti, svuotandoli", accusa la Bild.
Il quotidiano tedesco parla di "follia monetaria: nel suo mandato abbiamo perso miliardi".
"Chi, poco prima dell'entrata in carica di Draghi (novembre 2010) ha depositato 10 mila euro in un normale libretto di risparmio oggi deve sopportare - per tassi zero e inflazione - una perdita di valore di 324 euro", scrive la Bild.
L'eco della Bild ha avuto un seguito di critiche devastanti.
- La Neue Zürcher Zeitung descrive le misure della BCE come "azionismo selvaggio".
Si tratterebbe "più che altro di un segno della sua impotenza". E inoltre: "A beneficiarne saranno solo i possessori di azioni, i proprietari di case, i debitori. L'economia nel suo complesso, tuttavia, soffrirà per gli effetti collaterali. Una medicina inizialmente salutare è degenerata in un veleno".
- La Rheinische Post titola: "i piu' stupidi sono i risparmiatori europei".
E scrive: "la decisione della BCE può essere ricondotta a un semplice denominatore: gli stupidi restano i risparmiatori, e fare debiti continua ad essere premiato. Le istituzioni monetarie di Francoforte non sembrano avere idea di come sia possibile liberare l'Europa da questo dilemma". E ancora: "in questo modo nella società si crea una nuova frattura sociale potenzialmente esplosiva. La BCE agisce in maniera irresponsabile, e ha già sparato tutte le sue cartucce". E aggiunge: "le regole di stabilità dell'euro già da tempo sono solo una tigre di carta".
- La Süddeutsche Zeitung almeno inizialmente prova a difendere il presidente della BCE, elogiando la sua politica degli ultimi anni - ma tuttavia è molto critica sull'eredità che lascia al suo successore: "Draghi ha fatto grandi cose con misure molto criticate.
Le decisioni di giovedì, tuttavia, mostrano che ora ha smarrito la strada. Il suo successore, la francese Christine Lagarde, dovrà cambiare rotta".
- Nel suo Morning Briefing quotidiano, il giornalista Gabor Steingart scrive: "con le recenti decisioni della BCE, la comunità finanziaria europea celebra una Woodstock della frivolezza".
Sul bilancio della BCE già oggi ci sono obbligazioni per un valore superiore ai 2,6 trilioni di euro. Vale a dire circa sette volte il bilancio federale tedesco del 2020.
"Si vuole continuare a pompare le economie con la droga del credito. Il "colpo fatale" viene accettato senza troppe preoccupazioni". Le conseguenze: "i mercati azionari sono in forte espansione, anche se l'economia reale segnala tendenze di raffreddamento. Il denaro a buon mercato assicura che l'economia finanziaria e quella reale si siano ormai disallineate".
Le decisioni prese l'altro ieri sono una cattiva notizia non solo per i risparmiatori, ma anche per le banche. A dare l'allarme è Joachim Wuermeling, capo dell'autorità di controllo bancario della Bundesbank.
Gli istituti di credito in Germania tradizionalmente ottengono la maggior parte dei loro guadagni dal margine sugli interessi, ha dichiarato il dirigente di Bundesbank alla rivista "Focus".
"In una fase di bassi tassi di interesse, mano a mano che il margine si fa sempre piu' ridotto, questo modello non garantisce quasi più nulla.La supervisione bancaria è allarmata".
Wuermeling che è appunto il responsabile della supervisione bancaria presso la Bundesbank. sostiene che la Bce "dal mio punto di vista si è spinta oltre il dovuto" dato che "la situazione economica non è veramente negativa, i salari salgono nettamente". Aggiunge:"il Consiglio Bce ha deciso un ampio pacchetto per allentare ancora la politica monetaria".
"Un pacchetto così ampio non sarebbe stato necessario", ha concluso il banchiere centrale tedesco il quale ha annunciato che si adopererà "affinché aumenti dei tassi non vengano rinviati inutilmente"., perché secondo Wuermeling, gli istituti di credito tedeschi nel 1990 su ogni 100 euro prestati guadagnavano 1,72 euro. Oggi meno di un euro.
Pessimista è pure l'economista Lüder Gerken, secondo il quale le recenti decisioni della BCE sono "un atto di disperazione". "Fondamentalmente la BCE ha già sparato tutte le sue cartucce. Sta solo cercando di compensare i fallimenti nei bilanci degli Stati membri. Ma non ci riuscirà", ha dichiarato il direttore del Center for European Policy (CEP) in un'intervista alla Neue Osnabrücker Zeitung.