C'è una città in Germania senza disoccupati

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Un tempo, a Eichstätt finirono sul rogo 241 persone per rapporti con il demonio oggi chi non ha un impiego (1,2%) è perché non lo vuole.
Questa città si trova tra Ingolstadt a sud e Regensburg a nord, tra Audi e Bmw, che offrono condizioni che le pmi locali non si possono permettere.

 

Durer Streghe

Eichstätt è una piacevole cittadina in Alta Baviera. Chi in auto viaggia da Monaco diretto a Berlino, non noterà l'uscita.

Poco male se siete un turista, anche se la località è amena, e Eichstätt, poco più di 14mila abitanti, offre alberghi comodi, poco cari, e buone trattorie. La località è ricca di fossili e minerali, nella vallata, l'Altmuhltal, hanno trovato anche resti di dinosauri.

I libri di storia la ricordano perché, a quanto sembra, era il posto preferito da streghe e stregoni: tra il 1582 e il 1723 vennero spediti sul rogo 211 donne e trenta uomini, colpevoli di intrattenere rapporti con il demonio.

Giusto

Ma chi arriva in Germania in cerca di lavoro farebbe bene a fare sosta a Eichstätt. Qui i disoccupati non esistono, o quasi: la quota degli Arbeitloser è dell'1,2%, il più basso in Germania (il 5,2), cioè siamo alla piena occupazione.

Anche nella ricca Baviera siamo al più del doppio, il 2,9. I disoccupati trovano facilmente una nuova occupazione, possono scegliere fabbrica o ufficio, e dove vivere.

Se non hanno un impiego è per loro volontà, scrive la Frankfurter Allgemeine.

 

Thomas Brandl dirige un'impresa metalmeccanica, e cerca di trovare i dipendenti ancora da adolescenti, quando vanno a scuola. Li incontra uno per uno, li corteggia, cerca di convincerli a lavorare per lui: «Altra possibilità per trovare operai non c'è. È anche un problema difendere i miei dalla concorrenza, ricevono offerte sempre più allettanti. Finiscono per restare con me per amicizia, o perché non hanno voglia di traslocare». Brandl ha 80 dipendenti e cinque apprendisti.

Eichstätt si trova tra Ingolstadt a sud e Regensburg, la nostra Ratisbona, a nord, come dire tra Audi e Bmw. E le grandi industrie automobilistiche possono offrire condizioni che le piccole e medie imprese non si possono permettere. Per l'industria della zona, un pericolo: il 67% degli imprenditori in un sondaggio d'opinione ha dichiarato che la mancanza di personale qualificato è per loro il rischio maggiore per il futuro. Sono spesso costretti a rifiutare commesse, e perdono i clienti, soprattutto all'estero. La percentuale in Baviera, scende al 59%. Non si riesce a coprire i posti per apprendisti, e a sostituire i dipendenti che vanno in pensione. Un altro problema è l'orario ridotto: sempre più i lavoratori preferiscono avere tempo libero a disposizione piuttosto che un maggior guadagno.

In Baviera un quinto preferisce non lavorare a tempo pieno. Finora nella regione si è fatto fronte alla mancanza di mano d'opera con l'immigrazione. Nel Land lavorano circa 600mila stranieri, ma in stragrande maggioranza provenienti dall'Europa. I profughi giunti negli ultimi tre anni, oltre un milione e 100mila, non sono preparati, non riescono a svolgere i lavori più semplici. Solo l'11% è disposto o è in grado di seguire corsi professionali che, comunque, non durano meno di due o tre anni.

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Roberto Giardina

Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. È presente su Berlin89 con la rubrica Pizza con crauti.  
Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. 

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