Lo cunto de li cunti che tanto piaceva ai fratelli Grimm
Geschrieben von Paolo Molina am .
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Per chi non ha dimestichezza col napoletano, moderno o antico. Per chi rifugge dalla lettura ma ama la citazione ecco un "bigino" di rara bellezza in forma di cinema. Proprio da non perdere per i molto pigri è anche su Amazon Prime. Lo propone Matteo Garrone, il regista di Gomorra.
Il racconto dei racconti in inglese Tale of Tales è stato in concorso al Festival di Cannes, primo film in inglese di Garrone ed è stato realizzato grazie a una produzione italiana, inglese e francese. Nonostante la lingua inglese e la produzione internazionale, il film racconta l’Italia: è ispirato a Lo cunto de li cunti, e si basa su tre fiabe di Basile: La regina, La pulce e Le due vecchie. Si tratta di una raccolta di fiabe del Seicento scritte in lingua napoletana da Giambattista Basile.
È interamente girato in Italia – tra Puglia, Abruzzo, Toscana, Sicilia e Lazio – in luoghi molto suggestivi e in certi casi poco conosciuti. Ci sono il castello di Donnafugata e le Gole dell’Alcantara in Sicilia, dove è ambientata La regina. Alcune scene delle Due Vecchiesono state girate nel Lazio, nel Bosco del Sasseto, mentre lo spettacolare castello del re interpretato da Vincent Cassel è quello di Roccascalegna, in Abruzzo. Il castello dove vive il re della Pulce è il Castel del Monte, mentre l’orco dello stesso episodio vive negli insediamenti rupestri di Gravina di Petruscio, a Mottola, in Puglia. La scena dell’inseguimento tra l’orco e la principessa è stata girata nelle Vie Cave in provincia di Grosseto, in Toscana.
Giambattista Basile è uno degli autori di maggior spicco nell'ambito della letteratura favolistica di tutti i tempi. Nato a Napoli (Giugliano?), ebbe una movimentata giovinezza militare che lo portò da Venezia alla Grecia. Nel 1612 fondò a Napoli la celebre Accademia degli oziosi. Sua sorella Adriana ― una delle più note "cantatrici" dell'epoca molto apprezzata anche alla corte di Francia ― usò tutta la sua influenza per aprire al fratello la carriera di scrittore e di poeta. Scrivendo in napoletano (oltre che in italiano ma con scarsa fortuna), Basile darà un contributo notevole nel caratterizzare questo "dialetto" come lingua di grande creatività letteraria.
La sua opera più importante Lo cunto de li cunti ― chiamata anche successivamente Pentamerone come debito non soltanto strutturale ma anche linguistico nei confronti del Decamerone di Giovanni Boccaccio ― è una raccolta di cinquanta favole narrate da dieci anziane in cinque giorni, con ciascuna giornata che si chiude con un'egloga (dialogo) di argomento morale recitata da due servi-attori.
Le novelle del Cunto non erano state scritte per una lettura solitaria, ma mirate ad un'elaborazione ludica collettiva: le parole non erano un nucleo chiuso da rispettare e interpretare, ma materiale da usare, distorcere e far vivere nel cambiamento e nella drammatizzazione. Il cumulo poi delle metafore che percorrono l'opera, la rendono davvero unica e preziosa. Benedetto Croce definì il Pentamerone il più bel libro italiano barocco non solo ma che l'Italia possiede nel Cunto de li cunti del Basile, il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari. Lo cunto de li cunti è stato tradotto in italiano (il primo da Benedetto Croce, l'ultimo con una doppia riscrittura napoletana e italiana da Roberto De Simone), tedesco, inglese e persino in dialetto bolognese.
Fu tenuto in massima considerazione dai fratelli Grimm, e le novelle più celebri furono poi rielaborate in forma artistica dal Perrault nei Contes de ma mare (Racconti di mamma oca). L'ignorante è una delle fiabe più belle ed è l'ottavo passatempo della terza giornata. Ad una attenta lettura, essa dischiude una infinità di preziosi insegnamenti al manager di oggi: la scelta dei collaboratori, il lavoro di squadra, la condivisione (anche economica) del successo. "Prattecare deverze gente sceta lo 'ngiegno, affila lo iodizio e fa l'ommo spierto", dice Basile.
Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.