Julian Assange, l'obiettivo è distruggerlo
L'Alta Corte del Regno Unito ha stabilito il 20 maggio che il fondatore di WikiLeaks Julian Assange avrà il diritto di ricorrere in appello contro l'estradizione negli Stati Uniti. Nell'attesa Julian Assange resta rinchiuso nel carcere britannico tristemente soprannominato la Guantanamo inglese: la prigione Belmarsh di sua Maestà Re Carlo III. Non a caso Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, dopo aver incontrato Julian, ha detto che stava subendo una “esecuzione a singhiozzo”.
La persecuzione gli ha eroso la sua salute fisica e psicologica. Julian Assange ha trascorso più di cinque anni in una cella della Belmarsh senza essere accusato. E' rimasto rinchiuso sette anni nell'ambasciata ecuadoriana perché i governi britannico e svedese si erano rifiutati di garantire che, non sarebbe stato estradato negli Stati Uniti. Ora è vero che può presentare ricorso, ma questo significa per lui un altro anno, forse di più, senza luce solare, costretto ad isolamenti prolungati, pressato da continue minacce, ansiato da una detenzione, che l'accoglimento di questo ricorso perpetua. Il suo deterioramento fisico e psicologico gli ha provocato un lieve ictus, allucinazioni e depressione. Ci vuole poco a capire, che l'obiettivo è distruggerlo.
Gli Stati Uniti lo accusano di violazione di 17 capi di imputazione dell'Espionage Act del 1917. Pena prevista 170 anni. Julian è in galera perché ha pubblicato le informazioni sui crimini e sulle menzogne del governo americano prelevandole dai Pentagon Papers. Ha reso pubblica l'uccisione di quasi 700 civili che, in varie circostanze si erano avvicinati troppo ai convogli e ai posti di blocco statunitensi, tra cui donne incinte, ciechi, sordi, e non meno di 30 bambini. Ha dato notizia delle 15 mila vittime non dichiarate di civili iracheni e delle torture e degli abusi subiti da 800 maschi, di età compresa tra i 14 e gli 89 anni, nel campo di detenzione di Guantánamo Bay. Ha documentato che, Hillary Clinton obbligò i diplomatici statunitensi a spiare il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e i rappresentanti delle Nazioni Unite provenienti di Cina, Francia, Russia e Regno Unito. Ha informato il mondo che, nel giugno del 2009 Obama, Hillary Clinton e la CIA appoggiarono il colpo di stato militare in Honduras .
La colpa di Julian? Aver reso di pubblico dominio i crimini, che l’impero americano, vuole cancellare dalla Storia. L'Alta Corte di Londra che ha concesso a Julian Assange il diritto del ricorso, non ha stabilito, come dovrebbe, che si tratta di un giornalista la cui unica "colpa" - ripeto - è stata quella di fornire al pubblico le prove dei crimini di guerra perpretati dai governi degli Stati Uniti. La sorte di Assange in termini di libertà di parola ci riguarda molto da vicino. Provate a pensarci.
Vincenzo Maddaloni ha appena pubblicato: Voglia di Rivoluzione. Storia e storie di un desiderio inappagato Nexus Edizioni