Il Leonardo da Vinci cinematografico nella città della Berlinale
Saranno presentate per la prima volta all'Istituto italiano di Cultura di Berlino le tre produzioni cinematografiche dedicate a Leonardo da Vinci in occasione del cinquecentenario della sua morte. [L'illustrazione (in copertina e sotto) è di Tamara Shopsin/The New Yorker]
Famoso nel mondo più come pittore che come scienziato, gli schizzi contenuti nei suoi codici mostrano l’attenzione che pose nello studio e nell’approfondimento dell’uomo e del suo rapporto con la natura.
A Milano Leonardo visse a lungo alla corte del duca Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, e qui meglio che altrove dispiegò il suo genio.
Dopo le tappe di New York, Londra e Parigi, l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno e Claudio Salsi, Direttore dell'Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano, presentano all'Istituto Italiano di Cultura di Berlino [25 FEBBRAIO ORE 19] il programma "Milano Leonardo 500", promosso e coordinato dal Comune di Milano in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci. Nella città della Berlinale per la prima volta le tre produzioni cinematografiche dedicate a Leonardo e realizzate da Rai, Sky e Magnitudo in collaborazione con il Comune di Milano.
Sarà per Milano una celebrazione lunga un anno. Nel corso del 2019 più di 60 eventi tra mostre, conferenze, concerti, spettacoli teatrali e film. Evento centrale del programma: la riapertura straordinaria della Sala delle Asse, progettata e realizzata da Leonardo alla fine del Quattrocento alla base della Torre Falconiera del Castello Sforzesco di Milano. Dal 16 maggio 2019 il pubblico di tutto il mondo potrà ammirare nella sua interezza, il più grande dipinto murale mai realizzato di Leonardo.
Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci trascorse gran parte della sua vita a Milano e in Lombardia. Ci arrivò per la prima volta nel 1482, a 30 anni, per entrare alla corte di Ludovico il Moro in qualità di ingegnere, per costruire baluardi difensivi e macchine belliche e
“(…)In tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de omni altro in architectura, in composizione di edificii publici et privati, et in conducer acqua da uno loco ad uno altro. Item, conducerò in scultura di marmore, di bronzo et di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare ad paragone de omni altro, et sia chi vole.”
Restò alla Corte degli Sforza sino al 1499, quando i francesi presero possesso del Ducato di Milano, e la prima tappa del suo allontanamento fu Vaprio d’Adda, dove fu ospitato a Villa Melzi. Tornò poi a Milano chiamato dal Duca d’Amboise, e vi soggiornò dal 1508 al 1513, per poi tornare a Firenze e andare in Francia, ad Amboise, dove morì nel 1519.
Nei suoi oltre vent’anni “da milanese” Leonardo lavorò e studiò non solo a Milano, ma a Vigevano e Pavia, lungo il corso dell’Adda e della Martesana, sul Naviglio Grande e nelle valli lombarde. Il suo interesse per i Navigli, che utilizzava spesso per i propri spostamenti, è testimoniato da molti studi e disegni, presenti in gran parte nel Codice Atlantico, il più corposo dei codici leonardeschi, custodito proprio a Milano nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana. E al tocco del suo genio si devono le Porte Vinciane, che disegnò per la Martesana che negli ultimi anni del XV secolo entra in Milano per compiere il disegno degli Sforza: unire le acque dell’Adda a quelle del Ticino. Ancora oggi, su tutti i canali del mondo, sono in uso le Porte Vinciane.
La Sala delle Asse
Collocata al piano terra della torre angolare posta a nord-est, la Falconiera, la Sala delle Asse deve il suo nome al rivestimento ligneo che in età sforzesca si utilizzava per rendere alcuni ambienti meno freddi e più confortevoli, spiegano dal Castello Sforzesco.
Dal 2013 oggetto di profondo restauro si stanno svelando al di sotto di strati di intonaco i disegni preparatori realizzati da Leonardo da Vinci alla fine del Quattrocento durante il soggiorno al servizio degli Sforza. Si pensava che solo la volta fosse stata interessata con il grande trompe l'oeil, ma gli interventi in atto hanno portano alla luce decorazioni su tutte le pareti della stanza, qualcosa di incompiuto.
Siamo di fronte agli unici disegni preparatori murali di Leonardo da Vinci sino ad ora conosciuti per questo più preziosi e di enorme interesse. Ornata di affreschi a motivi araldici per Galeazzo Maria Sforza, la sala ha ricevuto sotto Ludovico il Moro la celebre decorazione leonardesca, nel 1498. “Se alcune missive tra il Moro e il grande artista permettevano di conoscere l’esistenza di una decorazione di Leonardo, i secoli bui vissuti dal Castello sotto le dominazioni straniere sembravano aver nascosto per sempre il ciclo dipinto” sottolineano gli esperti.
Il progetto, elaborato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia insieme alla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Milano, alla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano e all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha come obiettivo la conservazione e la restituzione della corretta leggibilità della decorazione della Sala.
L’intervento ha lo scopo prioritario di bloccare le cause di degrado (legate sia alle situazioni ambientali che ai processi chimici in atto), svolgere la pulitura delle superfici e, infine, rendere leggibili le decorazioni, nel rispetto però dei diversi interventi di restauro precedenti.
“Si deve alle ricerche dell'architetto Luca Beltrami e soprattutto dello storico tedesco Paul Müller-Valde il rinvenimento nel 1893 di significative tracce di pittura nella volta, cui seguì un ampio restauro compiuto da Ernesto Rusca nel 1902, che reinterpretò la decorazione quattrocentesca ricreando un insieme a colori straordinariamente vivaci”
Cosa stanno mangiando Gesù e i dodici apostoli?
I tecnici che hanno restaurato il dipinto per 20 anni, guidati da Pinin Brambilla, pensano che il menù fosse a base di pesce mentre John Varriano, professore di storia dell'arte al Mount Holyoke College, è arrivato ad affermare che quella sera prima del sacrificio di Cristo e prima dell'eucarestia a base di pane e vino, i discepoli avevano mangiato anguille alla griglia guarnite con agrumi, probabilmente fette di arancia.
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