Era un fetente. La Berlinale sospende il Premio Alfred Bauer
Il festival del cinema di Berlino ha sospeso uno dei suoi maggiori premi dopo le rivelazioni che il suo direttore fondatore, Alfred Bauer, da cui prende il nome il premio, era un nazista di alto rango coinvolto in prima persona nello Reichsfilmintendanz di Goebbels , un ente istituito dal ministero della propaganda nel 1942 per tenere sotto controllo l'industria cinematografica. Recenti ricerche confermano che Bauer era sia un membro del partito nazista che un membro della SA, l'ala paramilitare prebellica dei nazisti.
di Paolo Molina
Tre notizie accendono i riflettori sulla 70ª Edizione della Berlinale che aprirà i battenti il 20 febbraio. La prima è che è diretta per la prima volta nella sua storia da un italiano, il torinese Carlo Chatrian, che viene dal Festival di Locarno e succede a Dieter Kosslick che la diresse per ben 18 anni . La seconda è che tre sono i film Italiani in concorso per l' Orso d'oro. La terza è che lo storico Premio Alfred Bauer è stato sospeso.
I 18 titoli in Concorso per l'Orso d'oro sono:
- Berlin Alexanderplatz di Burhan Qurbani (Germania / Paesi Bassi)
- DAU. Natasha di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel (Germania / Ucraina / Regno Unito / Russia)
- Domangchin yeoja (The Woman Who Ran) di Hong Sangsoo (Corea del Sud)
- Effacer l'historique (Delete History) di Benoît Delépine e Gustave Kervern (Francia / Belgio)
- El prófugo (The Intruder) di Natalia Meta (Argentina / Messico)
- Favolacce (Bad Tales) di Damiano e Fabio D'Innocenzo (Italia / Svizzera)
- First Cow di Kelly Reichardt (Stati Uniti d'America)
- Irradiés (Irradiated) di Rithy Panh (Francia / Cambogia)
- Le sel des larmes (The Salt of Tears) di Philippe Garrel (Francia / Svizzera)
- Never Rarely Sometimes Always di Eliza Hittman (Stati Uniti d'America)
- Rizi (Days) di Tsai Ming-Liang (Taiwan)
- The Roads Not Taken di Sally Potter (Regno Unito)
- Schwesterlein (My Little Sister) di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond (Svizzera)
- Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil) di Mohammad Rasoulof (Germania / Repubblica Ceca / Iran)
- Siberia di Abel Ferrara (Italia / Germania / Messico)
- Todos os mortos (All the Dead Ones) di Caetano Gotardo e Marco Dutra (Brasile / Francia)
- Undine di Christian Petzold (Germania / Francia)
- Volevo nascondermi (Hidden Away) di Giorgio Diritti (Italia)
Ma sono complessivamente 15 le opere italiane che saranno presenti al festival, un vero record.
Ai tre titoli italiani del Concorso si aggiungono: Pinocchio di Matteo Garrone tra i titoli di Berlinale Special Gala; Semina il vento di Danilo Caputo in Panorama; Palazzo di giustizia, di Chiara Bellosi con Daphne Scoccia, e Progresso Renaissance di Marta Anatra in Generation 14plus; La casa dell'amore di Luca Ferri e Zeus Machine - L'invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni al Forum, che festeggia i suoi primi 50 anni riproponendo il programma della prima edizione del 1971, dove passarono Ossessione di Luchino Visconti, Ostia di Sergio Citti e Ottone o gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet; il documentario Faith di Valentina Pedicini alla Settimana della Critica; Sole di Carlo Sironi, presentato da Paolo Taviani, nella sezione celebrativa On Transmission.
Il Premio Alfred Bauer è sospeso
La decisione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino fa seguito ad alcune rivelazioni sull'uomo da cui prende il nome tale riconoscimento Alfred Bauer, annualmente assegnato a film che aprono nuove prospettive.
Gli organizzatori della Berlinale sono venuti a conoscenza delle rivelazioni mercoledì 29 gennaio dopo la pubblicazione di un articolo apparso sul settimanale tedesco Die Zeit. Quest'ultimo prova infatti l'esistenza di importanti legami che Alfred Bauer (che ha supervisionato il festival fino al 1976) ebbe con i vertici del regime nazista.
Le ragioni di questa forte posizione vengono meglio chiarite sul sito ufficiale della Berlinale:
Nell'articolo sul settimanale Die Zeit vengono citate fonti che gettano una nuova luce sul ruolo di Alfred Bauer, primo direttore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nella politica cinematografica dei nazionalsocialisti. L'interpretazione di queste fonti suggerisce che egli avesse avuto posizioni significative durante l'era nazista. Alla luce di questi nuovi risultati, la Berlinale sospenderà il Premio Alfred Bauer con effetto immediato.
Confidiamo nella ricerca e nella sua pubblicazione su Die Zeit, e cogliamo inoltre l'occasione per iniziare uno studio più approfondito sulla storia del festival con il supporto di esperti esterni.
Il festival interrompe quindi un importante riconoscimento introdotto nel lontano 1987 e che ha visto nel 2019 il suo ultimo vincitore in Systemsprenger (System Crasher) di Nora Fingscheidt.
Chi è stato Alfred Bauer
Giurista e storico del cinema, Alfred Bauer fu nominato direttore del Festival di Berlino nel 195 e ne rimase alla direzione per ben 26 anni.
Il festival era stato fondato proprio quell'anno da Oscar Martay, ufficiale cinematografico dell'esercito statunitense che era riuscito a convincere i militari americani a finanziare quella che è diventata una delle più importanti manifestazioni dedicate al cinema..
Bauer era noto per essere stato al servizio del Reich Film Office del governo nazista negli anni '40 e per aver fornito consulenza al governo militare britannico su questioni cinematografiche dopo la fine della guerra.
Una nuova indagine effettuata dal quotidiano tedesco Die Zeit ha però portato alla luce prove dell'esistenza di rapporti ben più profondi tra tra Bauer e il regime nazista. Autrice dell'articolo è Katja Nicodemus, nota critica cinematografica, che per l'occasione ha collaborato con il ricercatore Ulrich Hähnel. I due hanno scoperto alcuni documenti presso l'Archivio Federale Tedesco del Film che fornivano prove schiaccianti del passato nazista di Bauer. In un documento governativo scritto da un funzionario del partito nazista, Bauer viene descritto come "un avido uomo SA", appartenente all'ala paramilitare Sturmabteilung (Storm Detachment) del partito nazista. Dopo il 1942, Bauer divenne un alto funzionario della direzione tedesca del Reich, al Ministero del Reich per la propaganda e l'illuminazione pubblica di Joseph Goebbels. Supervisionò le attività di produzione cinematografica del paese, incluso l'impiego di attori e registi, con notevole potere decisionale. "Era lui decidere chi era esonerato dal servizio militare e chi invece doveva essere mandato al fronte". E, sembrerebbe che, a guerra finita, Bauer abbia sistematicamente offuscato le tracce del suo passato nazista.