È il fenomeno per cui in un quartiere povero arrivano nuovi abitanti ricchi, cacciando quelli che c’erano prima perché provocano un aumento degli affitti e spesso una drastica trasformazione dell’identità del posto
Sull’ultimo numero del New Yorker c’è un articolo New Yorker intitolato La gentrificazione è davvero un problema?, che propone una visione piuttosto insolita su un fenomeno recente e molto discusso, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Italia: quello dei quartieri delle città storicamente abitati dalle fasce più povere della popolazione nei quali si trasferiscono in massa persone delle fasce più agiate, provocando un aumento degli affitti e spesso una drastica trasformazione dell’identità del posto.
Kelefa Sanneh, autore dell’articolo ed ex vice direttore di Transition, una rivista di un centro di ricerca dell’Università di Harvard che si occupa di questioni razziali, ha provato a parlare della gentrificazione basandosi su studi e dati recenti, per verificare se davvero il fenomeno costringa gli abitanti storici dei quartieri a trasferirsi, e se, anche nei casi in cui questi spostamenti si verificano, siano davvero un male. Ma cominciamo dall’inizio.
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